La cultura pugliese non è solo Notte della Taranta

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Un festival da consigliare e da non perdere, quello che si apre domani a Pietramontecorvino. Un festival diverso, lontano anni luce dai luccichii e dai lustrini della cultura delle notti bianche e dell’intrattenimento più o meno fine a se stesso che sembra essersi impossessata delle manifestazioni estive. Un festival che fa riflettere su una dimensione diversa, e su una Puglia diversa. E che indica perfino la strada di un modello culturale nuovo se non addirittura alternativo, che indica affascinanti percorsi di sviluppo economico e civile.
Stiamo parlando della settima edizione del “Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia”, che aprirà i battenti domani. Attenzione all’attributo “nazionale”: non sono molte le manifestazioni nazionali che eleggono a loro sede provincia di Foggia, e se questo accade una ragione c’è: la Capitanata è la provincia italiana che ospita il numero più elevato di paesi che si fregiano dei marchio dei Borghi più belli d’Italia, così che l’organizzazione che gestisce la rete non ha esitato a collocare il suo festival nazionale in provincia di Foggia dandone anche – come si vede nella immagine che illustra l’articolo – un ampio spazio nel proprio sito. In Puglia ci sono nove Borghi più belli d’Italia: cinque di essi sono ubicati in provincia di Foggia : oltre a Pietramontecorvino, Bovino, Roseto Valfortore e Alberona, che ospiteranno il festival, c’è anche Vico Garganico, mentre i comuni non dauni sono Otranto, Specchia, Locorotondo e Cisternino.
Non solo di Notte della Taranta, vive insomma la cultura regionale pugliese: da quanto accadrà nei prossimi giorni nei Monti Dauni emerge davvero una dimensione culturale diversa: forse meno spettacolare e meno rumorosa, ma proprio per questo assai più genuina.
Il programma del Festival offre, in effetti, una varietà che non si trova spesso nei cartelloni di iniziative similari: non soltanto musica ed intrattenimento, ma anche convegni, momenti di approfondimento ed iniziative eno-gastronomiche nel tentativo di offrire un ensemble di un modello di vita possibile ormai soltanto nei “borghi”, ed estremamente diverso dai modelli culturali metropolitani. Una ragione di più per non perdere il Festival.
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Author: Geppe Inserra

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