Pazienza: la città bloccata dagli interessi dei palazzinari

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L’urbanistica è un nervo scoperto della città di Foggia. Basta farne cenno, seppure in modo marginale e ipotetico, che si riaprono antiche ferite. Mai sanate. È quanto è successo a proposito della Lettera Meridiana che raccoglieva la testimonianza dell’ing. Michele Lauriola circa l’ipotesi della costruzione di una nuova stazione ferroviaria, più a sud rispetto al sito attuale, e in una zona più periferica.
È evidente che se di una tale idea si parlò effettivamente tra il tecnico incaricato della elaborazione del nuovo PRG, Benevolo,  l’amministrazione comunale e i vertici dell’azienda ferroviaria (e non c’è alcun motivo per dubitare di quanto riferito da Lauriola) si trattò di una pura ipotesi.
Sul post interviene con un commento appassionato Matteo Pio Pazienza, autore di diverse e qualificate pubblicazioni sul capoluogo dauno, anche sull’argomento urbanistico (Foggia, urbanistica e territorio, Edizioni Sudest; Scritti inutili per Foggia – Una città fantasma – Antologia dell’antisviluppo, Bastogi, per citarne alcune).

Secondo Pazienza, quanto detto nella Lettera Meridiana che riportava il racconto di Lauriola “è solo fantaurbanistica immaginata e manipolata.”
“In realtà – prosegue lo scrittore e saggista – i fatti sono andati in tutt’altra maniera.
1° Della stazione ferroviaria, non fregava niente a nessuno.
2° Ciò che all’epoca interessava erano i palazzi da costruire!
Lo scontro infatti vi fu tra Benevolo che voleva lo stop al consumo del suolo e il recupero delle aree centrali della città (quartieri settecenteschi e aree limitrofe) da un lato , e i palazzinari che volevano tutto ciò che poi hanno realizzato sul territorio a danni dell’economia della città.
Allora la mediazione con Benevolo fu la 162/62; questo lo sanno anche le pietre. [C’è forse un piccolo errore ortografico. Pazienza si riferisce verosimilmente alla legge 167 del 1962, il cui piano di zona venne progettato dall’architetto di Brescia e successivamente adottato dall’amministrazione comunale dando il via alla realizzazione di ingenti programmi edilizi a Rione Biccari, Ordona Sud, via Bari e via dicendo, n.d.r.]
Di tutto ciò e dei tanti famosi accordi di programma che di fatto sono stati l’anti urbanistica per eccellenza (e di cui oggi tutti ne paghiamo le conseguenze), moltissimo sanno Agostinacchio e Ciliberti. Di tutto ciò che avvenne, si dovrebbe chiedere direttamente a questi due signori!”
Pazienza conclude il suo intervento esprimendo la sua disponibilità a ” eventuali altri chiarimenti su ciò che avvenne in quegli anni in campo urbanistico.” E sarebbe molto interessante che la città riprenda a ragionare su questo argomento, che se da un lato rappresenta come detto il classico nervo scoperto, dall’altro resta appannaggio di pochi addetti ai lavori, nonostante che da questa materia dipenda il futuro della città.
Questo gap di partecipazione della città alle scelte urbanistiche (nonostante il lodevolissimo tentativo portato avanti da assessori come Ciro Mundi e Michele Salatto) è una delle ragioni che hanno portato alla situazione descritta da Pazienza: da un lato una pianificazione urbanistica bloccata (basta dire che il piano regolatore di Benevolo non è ancora del tutto operante e che si è bloccato sul nascere il PUG di Karrer), dall’altro interventi d’emergenza che hanno abbruttito la città. Forse proprio perché c’è chi non vuole che l’emergenza venga superata.

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Author: Geppe Inserra

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