A Foggia tutto è bianco o nero. E se imparassimo a convivere col grigio?

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L’articolo Perché Foggia è bella (ma non ce ne accorgiamo) ha rapidamente scalato la classifica dei post più letti di sempre sul blog Lettere Meridiane (che potete vedere nella colonna a destra, sulla home page). Ormai insidia la lettera meridiana che da diversi mesi detiene il record, quella sulla strana usanza che vi è, in talune parti d’Italia, di bollare i tamarri con l’epiteto di “foggiano”. (Se non l’avete letta, è l’occasione buona per farlo: cliccate qui).
Non è forse un caso che i due post che aprono la graduatoria riguardino un particolare aspetto della foggianità, spesso affrontato nei suoi scritti dal mio amico Federico Massimo Ceschin, un veneto che ha scelto di vivere in Puglia, a Foggia, e che conserva quel tanto di distacco necessario per osservare la realtà con un certo spirito critico. “Voi avete due vizi antichi – ama dire Ceschin – che rappresentano i più seri vincoli allo sviluppo. O vi buttate giù del tutto, vi considerate i peggiori, gli ultimi, oppure vi esaltate a dismisura, irragionevolmente. L’uno e l’altro atteggiamento tradiscono un fatalismo che non porta da nessuna parte: occorre che quello che non funziona vada fatto funzionare, e che quel che è bello e positivo non ci si limiti a contemplarlo, ma lo si difenda e lo si consolidi.”
La tesi (che condivido) dell’amico Federico richiama alla memoria una massima di Seneca che amo moltissimo: “Non sperare mai senza disperazione – diceva il filosofo – non disperare mai senza speranza.”
Nessuno può negare che questi anni Foggia è più grigia che mai. Dovremmo però imparare a convivere col grigio, senza rimpiangere il bianco più di tanto, e senza volgerlo al nero. Per risolvere la perniciosa contraddizione tra quelli che “a Foggia va bene tutto quanto, è la città più bella del mondo” e quelli che “Foggia è il buco del culo del mondo”, dovremmo imparare, in due parole, a sperare e a disperare.

Forse siamo sulla buona strada. I commenti alla lettera meridiana sulla bellezza di Foggia (non in stessa, ma in quanto capoluogo di una straordinaria provincia) e sulla scarsa percezione che di essa si ha da parte dei foggiani mi sembrano tutti improntati ad una sincera voglia di riflessione. E pensare è già tanto, in una terra in cui perfino gli intellettuali non sempre riescono a “comprendere” la realtà nel senso indicato da Gramsci.
Ecco quelli comparsi nello spazio riservato ai commenti sul blog. Ringrazio tutti gli intervenuti per la loro passione e il loro contributo. Nei prossimi giorni pubblicherò gli altri commenti, pubblicati nei gruppi o in altri luoghi del social network.
Antonio Vigilante
Ah, su questo è difficile non essere d’accordo. Foggia è una città assolutamente squallida al centro di uno dei territori più belli d’Italia; e quello che sta intorno ne fa risaltare, per contrasto, lo squallore.
Quanto alla centralità, la terra è rotonda, e dipende da dove vuoi andare. Per me che starò a Siena, è un vero piacere sapere che starò a poco più di un’ora da città che amo molto come Firenze o Perugia. Certo, Napoli è più lontana.
Gennaro Sabio (rispondendo a Vigilante)
Quindi per quello che dici se a me piace una cittadina come Cimolais (Friuli) la considero centrale perché amo Sondrio e città limitrofe?….ah ok…poi ci sarebbe da discutere sullo squallore di altre città ma qui la colpa è di noi foggiani che consideriamo l’erba del vicino sempre più verde…e consentiamo ad altri di parlare indiscriminatamente….altro è essere critici e ipercritici….e io lo sono nei confronti della mia città….ma vi garantisco che di bruttezza e squallore da nord a sud ne ho viste….
Anna Maria Bisciotti
L’approccio scelto per descrivere l’armonia che fa della nostra provincia, la migliore in assoluto della regione, un territorio superbo, suggestivo,selvaggio, misterioso, diverso dai luoghi comuni con i quali si giudica la bellezza di una terra. Un territorio antico, espressione di una civiltà arcaica quella Dauna i cui manufatti rendono l’idea della presenza di una cultura matura per la raffinatezza delle forme e dei disegni, presenti in molti musei all’estero e che continua ad appassionare gli studiosi più avvezzi alla ricerca delle origini di una civiltà. Un territorio, come è stato ben descritto nell’articolo che ti appare sempre diverso per la varietà dei punti di osservazione, e che ogni giorno per il solo fatto che ci appartiene, ci gratifica e rende giustizia per le valutazioni ingiuste, frettolose e stereotipate.
Vis Roboris
Che la provincia di Foggia sia un territorio interessante per la sua particolare bellezza è fuor di dubbio.
Dobbiamo, però, anche essere obiettivi ed onesti. La bellezza paesaggistica insieme a quella storica e culturale è sempre stata agli ultimi posti dei programmi di sviluppo territoriali di tutti gli amministratori che si sono succeduti in questi ultimi 40 anni.
Anzi sembra che si siano adoperati per cedere sempre qualcosa di primaria importanza per il territorio e che contraddistingueva la città di stessa.
Si sono adoperati per renderla sempre più “brutta” meno interessante e soprattutto di consentire di far trasferire tutte quelle strutture industriali, economiche e di ricerca nel campo agro-alimentare che in passato l’avevano resa importante.
Gino Di Pietro
Geppe come al solito con i tuoi scritti mi emozioni per il resto il foggiano dovrebbe iniziare a pensare ed agire come l’acronimo che tu richiami : “Guardare non è guardare dall’alto, ma ad altezza d’occhio” Un abbraccio Gino.
[A questo commento, che mi ha particolarmente colpito, ho risposto qui : Per amare Foggia bisogna saperla guardare ad altezza d’occhi.]
Manrico Trovatore (Enrico Ciccarelli)
Ha ragione Vigilante: la devastante “bruttezza” di Foggia non è una categoria estetica; è una bruttezza civile, ideale, progettuale. Il cui squallore comincia, per l’appunto, dalla sua assoluta incapacità, costantemente manifestata nell’ultimo ventennio, di essere capoluogo, di interpretare e riassumere i bisogni, le ansie e le prospettive di una comunità più vasta. Nè vale l’argomento che esalta, a giusta ragione, evidenze ed emergenze positive della città, dal vasto mondo dell’associazionismo e del volontariato al notevole fervore culturale fino alle preziose forme di antagonismo. Foggia è una città soffocata dalla sua classe dirigente, dal tradimento di troppi “chierici” e dalla penosa zavorra dell’ignoranza becera di troppi suoi cittadini.
Antonio Fanelli (replicando a Ciccarelli)
È una legge fisica-matematica, tutto è direttamente proporzionale. Foggia e i suoi cittadini ne sono interpreti.
Francesco Berlingieri (replicando a Ciccarelli) chiede:
Ha ragione chi?
Manrico Trovatore (replicando a Berlingieri chiarisce che “ha ragione” si riferisce al commento di  Antonio Vigilante. Quindi aggiunge:
La provincia di Foggia, non fosse che per la varietà dei suoi paesaggi, è una delle terre più belle d’Italia. E questo aumenta, per contrasto, il suo squallore. Fermo restando che secondo me non c’è niente di estetico nella bruttezza di Foggia (io abito in una zona periferica a ridosso della Tangente Meridionale e la trovo sinceramente fantastica; e ci sono anche molte altre cose belle) e tanto meno una condanna anatematica.
Anonimo (sulla bacheca Google+)
È un articolo interessante, sul cui obiettivo mi sento di convenire. È altrettanto vero però che leggendolo ho avuto la stessa sensazione della volpe che, non arrivando all’uva, dice che è acerba: un gusto amaro in bocca. Se la provincia avesse la possibilità di staccarsi da Foggia lo farebbe senza battere ciglio. Una politica e un’amministrazione miopi hanno reso invivibile la nostra città, diventata porto franco per i delinquenti d’ogni sorta. Ricordiamoci che nel XXI secolo i patrimoni naturalistici, storici, archeologici, non vivono di vita propria e se non si investirà per tutelarli, conservarli e promuoverli in modo intelligente e duraturo, quest’articolo avrà un sapore ancora più amaro: quello della disfatta totale.

[La foto che illustra il post, provvista di licenza Creative Commons, è di Atta]

I precedenti post sul tema Foggia bella o brutta?

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “A Foggia tutto è bianco o nero. E se imparassimo a convivere col grigio?

  1. Bisogna capire che la civiltà deve essere sostituita dal senso civico, uno dei componenti per il rilancio di ogni società. Poco interessa se la provincia di Foggia ed il suo capoluogo sono più o meno belli. La bellezza di un territorio viene prodotta dai sorrisi e da quel senso di tranquillità che appartiene a chi li abita. Quel sorriso e quella tranquillità per tanti anni negati ai nostri figli ed ai nostri nipoti privati dalla dignità del lavoro (scusate se è poco). E' ovvio che chi ha la "panza" piena non può che apprezzare le bellezze del nostro territorio e bypassare anche su qualche furto nel proprio appartamento o qualche risveglio forzato dalla deflagrazione dell'ennesima bomba destinata al commerciante che non ha pagato la "protezione". E a poco servono festival, attaccamento alle tradizioni che altro non sono che oppiacei che servono a mascherare un degrado ormai senza soluzione alcuna.

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