Per L’Espresso le Tremiti sono in Molise. Ma forse una ragione c’è…

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La lettera meridiana di Federico Massimo Ceschin L’eterna controra di Foggia è stata tra le piiù lette, condivise e commentate di sempre. È un buon segno, tutto sommato: vuol dire che Foggia certe volte riesce a scrollarsi di dosso il torpore della controra, a riflettere su se stessa. E non mancano le sorpese, come la denuncia di Tommaso Campagna su un incredibile svarion in cui è incappato L’Espresso. Leggete tutto, per capire meglio.
Dopo la nota di Giovanni Aquilino e il resoconto della conversazione stimolata da Lettere Meridiane, oggi tocca ai commenti apparsi sui vari gruppi e bacheche.
Non si tratta di una discussione omogenea, per evidenti ragioni. I post e i commenti sono stati pubblicati in posti svariati, ed è questo il serio limite delle discussioni sul social network.
È comunque importante che ogni opinione venga poi riportata: in fondo, anche questa (o forse soprattutto questa) è opinione pubblica.
Ecco, di seguito, i diversi commenti.
Mauro Nista condivide il post sulla sua bacheca e invita i suoi amici a leggerlo:
Assolutamente DA LEGGERE. Bisogna riflettere sulle analisi qui riportate. Ancora una volta si evidenzia la mancanza di un senso di appartenenza più ampio, che vada oltre i singoli campanili. La mancanza di una programmazione di ampio respiro condivisa e da portare avanti senza se e senza ma.
Il dibattito più nutrito, e non potrebbe essere diversamente, è sulla bacheca di Federico Massimo Ceschin che così chiosa: Lu furastiere dorme sull’aja”. Grazie a Geppe Inserra, ma anche a Gianfranco Eugenio Pazienza e gli altri amici per le parole lusinghiere.

Ecco gli altri interventi.
Simona Francesca Santovito
Sempre vero !
Filippo Guglielmi
Caro Federico, benvenuto nel “Olimpo della Capitanata”… hai conquistato anche tu un posto da Eroe…
Michele Placentino
“Pensavamo lei si occupasse di sviluppo, non di poesia. Noi siamo qui per promuovere economia, non per fare cultura. Le imprese del territorio non vivono di aria fritta”…..sono stati buoni, io pensavo avessi la bacchetta magica
Federico Massimo Ceschin
Favolosi, vero? Non usciranno mai dalla mia letteratura…
Michele Placentino
Vorrei tanto chiederti chi erano costoro…ma non lo faccio. Immagino solo gente senza visione che occupa un ruolo non per meriti…
Federico Massimo Ceschin
La aneddotica a disposizione della mia memoria è molto più ricca di quanto non possa illustrare questo semplice esempio. Comunque dici bene: i nomi sono poco importanti, se posti in riferimento al ruolo esercitato…
Tommaso Campagna
Caro Federico, condivido con te il rimpianto per un recente passato con sindaci (di destra e sinistra) intelligenti e sensibili, con Giulio Volpe al timone dell’Ateneo, la Consiglio a spendersi per la cultura e il turismo della nostra Provincia. Oggi sono un po’ preoccupato. Per fortuna ci sei ancora tu a ricoprire un ruolo importante in Regione. A proposito delle mie preoccupazioni, colgo l’occasione per segnalarti che, nella rubrica “Luoghi da scoprire” del settimanale L’Espresso del 10 luglio, a cura di Giovanni Scipioni, si legge testualmente: “…Poi c’è il conosciuto e apprezzato Parco del Gargano con la sua irreale Foresta Umbra e, al di là della costa, l’arcipelago delle isole Tremiti, parco marino e regno dei subacquei”. Ma il bello viene dopo: “E’ una visione che offre al turista una originale identità del Molise (!), con connotazioni di regione ‘verde’ “. Il titolo dell’articolo mi aveva in realtà già preallarmato: “Il fascino discreto del Molise” !
Federico Massimo Ceschin
Grazie per la condivisione, Tommaso. E anche per la segnalazione. Ha ragione da vendere, l’articolista: il Gargano può giusto offrire al Molise una visione di regione verde… A parte le mie pallide battute, temo sia vero: sulla promozione delle Tremiti lavora di più e meglio il Molise.
Marino Cassio
Che si sottragga alla concorrenza interna fondata solo sulla leva del prezzo, sempre più in basso, che differenzi il prodotto turistico dal solo balneare, ma che soprattutto diffonda un nuovo concetto di benessere, derivato da un più ampio senso civico, di accoglienza e ospitalità, piuttosto che dalla introduzione della tassa di soggiorno o dal ricavo dei parcheggi in riva al mare!
Concedimi di ribadire ancora una volta, caro Geppe, che non servono grandi opere ma un impegno puntuale, diffuso e coerente, alla causa della bellezza. Prima di pensare a nuove gallerie e trafori della Montagna Sacra, ponti sul mare e tra le isole, altri porti turistici, nuove zone di insediamento produttivo o parchi energetici – che hanno dimostrato tutta la caducità dell’investimento – spero che questa terra possa contare su interventi atti a ripartire dall’ordine pubblico e dal restituire un senso di sicurezza, dal rispetto per i beni comuni e per l’altrui, da un piano straordinario di micro interventi diffusi e mirati a restituire dignità ai luoghi, dalla raccolta differenziata, dal trasporto e dai servizi pubblici, dall’incoraggiare gli spostamenti a piedi e in bicicletta, dalla conoscenza dell’incredibile patrimonio ereditato dai padri, dalla scuola e dalla ricerca.

Ivan Cincione
Sinceramente più che riflessioni, che condivido in toto, il senso è più quello di un accorata poesia augurale rivolta a chi di positivo ancora è!

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Author: Geppe Inserra

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