Vent’anni fa veniva ucciso Francesco Marcone, l’Ambrosoli del Sud

Print Friendly, PDF & Email

Vent’anni fa, il 31 marzo del 1995,  venne ucciso Francesco Marcone, e dalla allora a Foggia niente è stato come prima.
Quella sera, la città scoprì, nel modo più tragico possibile, quanto già sapeva ma che tentava di esorcizzare fingendo di non sapere: che rispettare le regole e farle rispettare costava un prezzo sempre più alto. Che si poteva pagare perfino con la vita. Si accorse, dopo anni di incertezze e di tentennamenti, che la mafia esisteva pure a Foggia, e che cominciava un assalto che con gli anni sarebbe diventato sempre più virulento.
Da allora, nel bene e nel male, la storia del sacrificio di questo eroe civile, l’Ambrosoli del Sud, come lo ha definito con una felice espressione Rossella Orlandi su Il Sole 24 Ore, si è profondamente intrecciata con quella della città.
Se da un lato Foggia si è trovata sempre più spesso, con frequenza addirittura quotidiana, a dover fare i conti con la criminalità e la illegalità, dall’altro è fiorita una coscienza civile, grazie a quanti hanno pensato che il sacrifico di Marcone non dovesse essere vano, grazie alla tenacia e al coraggio del Comitato Pro Francesco Marcone prima e da Libera poi. Il Comitato venne costituito ad iniziativa della figlia del direttore dell’Ufficio del Registro, Daniela, e da un gruppo di docenti, allo scopo di impedire che su quella vicenda cadessero il silenzio e l’oblio.
Sono passati vent’anni e giustizia non è stata fatta, nel senso che non si è riusciti a risalire al movente né all’autore dell’agguato mortale che lo uccise. Ma in città si è sedimentata una coscienza nuova.
Daniela Marcone ricorda questa storia, amara ma esemplare, in una intervista che costituisce un capitolo saliente del progetto “Muro Basso”, film/documentario di Enrico Masi e Stefano Migliore realizzato con la collaborazione dell’Università di Bologna ed emblematicamente intitolato perché restare.
Il racconto è serrato: dalle indagini avviate soltanto dopo otto mesi  ad iniziativa del sostituto Gianrico Carofiglio, alle innumerevoli archiviazioni, passando per le numerosissime pratiche che avevano portato Marcone ad accertare evasioni per un miliardo e mezzo di vecchie lire.
Le indagini non sono mai riuscite a fare luce sulla pratica più importante, quella che aveva evidentemente intaccato gli interessi di poteri forti e criminali.
Ma quel fatto di sangue ha aperto un nuovo capitolo nella storia civile di Foggia: “Questa cosa mi ha fatto capire che io dovevo lavorare nel mio territorio – racconta Daniela nel film – , rimboccarmi le maniche perché ho avuto il privilegio di una visuale particolare sulla mia città. Vincere la tentazione di scappar via che mi ha spesso assillata. Non è facile vivera a Foggia, sapendo che c’è qualcuno che vuole che la storia sia dimenticata. Non è stato sempre facile. Amare il proprio territorio è il primo modo di essere buoni cittadini.” Potete vedere l’intervista su YouTube, cliccando su questo collegamento.
Il ventesimo anniversario del truce assassinio è stato celebrato con la presentazione della graphic novel Francesco Marcone: colpevole di onestà del bravo disegnatore Remo Fuiano (che gli amici e i lettori di Lettere Meridiane ricordano per le sue locandine al Festival del Cinema Indipendente) .
Scrive nella prefazione al testo don Luigi Ciotti: “Non basta mettere una targa, intitolare una piazza o dedicare una manifestazione. Occorre fare di quelle vite scomode, le scomode interlocutrici della nostra coscienza, delle nostre scelte, dei nostri comportamenti. Non sono morte per essere ricordate, ma perché altri – con loro e dopo di loro – condividessero le stesse speranze di giustizia e s’impegnassero a realizzarle.”
Qui trovate un assaggio delle 52 pagine che compongono la graphic novel. Cliccando su questo collegamento è invece possibile acquistare il volume on line. Per incontri, presentazioni, adozioni contattare la casa editrice, La Meridiana di Molfetta. Il sito e l’indirizzo di posta elettronica lo trovate qui.

Facebook Comments

Hits: 22

Author: Geppe Inserra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *