La maledizione di piazza Mercato

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Cesare Rizzi
invita a riflettere su piazza Mercato, quando è trascorso ormai un certo tempo
dalla rimozione della struttura mercatale, ripetutamente vandalizzata.
Un paio di anni or sono, gli Amici della Domenica si resero protagonisti di una bella iniziativa, tenacamente sostenuto dall’indimenticabile Savino Russo.
Photoshop alla mano rifacevano digitalmente strade e piazze cittadine. Rizzi parte proprio dalla immagine che riguarda Piazza Mercato per lanciare la sua provocazione, sulla bacheca del gruppo: “Questo si auspicava due anni fa…. Quando in piazza Mercato
c’era il Bubbone di ferro. Molte battaglie di opinione si sono succedute… Il
tempo è trascorso, il bubbone non c’è più e molte cose son cambiate. Mi
piacerebbe raccogliere le vostre impressioni. Com’è oggi Piazza Mercato? Sono
state soddisfatte le aspettative dei cittadini? Se no,  perché?”
La domanda
posta da Cesare è parecchio stimolante, anche perché praticamente coincide con il brutto episodio di teppismo e vandalismo che ha riportato piazza
Mercato agli onori della cronaca: l’aggressione ai titolari di un ristorante di via Liceo, praticamente all’ingresso della “famigerata” piazza.

Ero tra
quanti, all’epoca, non condivisero la demolizione di quello che Cesare
definisce, bubbone di ferro. Brutto, lo era senz’altro. I ripetuti atti
vandalici di cui era stato bersaglio avevano peggiorato la situazione,
rendendolo pericoloso per la pubblica incolumità. Ma era costato una bella
cifra di danaro pubblico, era dun queun bene della collettività, e a mio
giudizio andava recuperato, restaurato, rilanciato nella sua funzione
originaria di contenitore culturale. Sospetto inoltre, che nella campagna di opinione e nella successiva decisione che
ha portato alla demolizione della struttura, abbia giocato un ruolo non
marginale la valutazione del valore estetico del bubbone di ferro. Ma il valore
pubblico dev’essere sempre prevalente rispetto a quello estetico, diversamente si
correrebbe il rischio di dover buttare giù mezza città…
Tutto ciò
premesso, non mi pare che la demolizione del bubbone di ferro abbia schiuso
nuovi orizzonti di sviluppo per piazza Mercato. L’episodio di violenza ed inciviltà
che ha visto vittime i gestori del ristorante La botte, purtroppo lo conferma.
Il problema resta quello di sempre, ed è lo stesso che ha innescato il degrado
della struttura mercatale. Non basta creare contenitori culturali per produrre
coesione, crescita civile: occorre riempirli di contenuti. Così come non basta
la polizia a cacciare dalle piazze i teppisti e i delinquenti: se nelle piazze
non ci vanno i cittadini, la criminalità avrà sempre il sopravvento.
Sono stato
tra i pochissimi ad utilizzare gli spazi di piazza Mercato. Un anno svolgemmo
lì il dopofestival della rassegna cinematografica indipendente promossa dalla
Provincia, e la piazza si animò, si ravvivò. La struttura si dimostrò anzi ottimale per un certo tipo di eventi. 
Riempire gli spazi di cultura,
significa sottrarli ai vandali. Ma purtroppo, non bastano le iniziative
estemporanee, occorre metodo, e soprattutto, una diffusa capacità di
collaborazione tra le forze culturali, le associazioni, gli intellettuali, le
istituzioni, che mi pare sia mancata a piazza Mercato, così come mi pare manchi
in tutto il centro storico.
Mi ha parecchio colpito il commento al post di Cesare, dello chef
Francesco Panniello: “Il bubbone non
c’è…Ma non decolla…la maledizione di Piazza Mercato”
. Il bistrot La Botte
sta tra piazza Mercato e via Liceo. All’altra estremità della piazza, sorgeva
una volta il Bacardi, locale che fu teatro della peggior strage criminale che
la storia cittadina ricordi. Effettivamente, è cambiato assai poco a Piazza
Mercato, la cui maledizione può essere esorcizzata soltanto se e quando i
foggiani si decideranno a riprendersi la piazza, il centro storico, la città di Foggia. E dovremmo farlo non più in ordine sparso. Tutti insieme. Proprio come nella foto degli Amici della Domenica.
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Author: Geppe Inserra

1 thought on “La maledizione di piazza Mercato

  1. Quando Piazza Mercato era Piazza Mercato – a mia memoria – non accadevano atti di vandalismo. Perchè, nell'inconscio, era un "luogo di tutti". Appartaneva all'anima di quella parte della città, dove, tra l'altro, è nata e si è sviluppata Foggia.
    Come mercato forse necessitava di maggior cura, ma averlo sradicato, imponendovi una struttura "culturale" (cosa c'è di 'culturale' in un atto di violenza quale fu quello perpetrato da Agostinacchio?) evidentemente innaturale in quel contesto mi fa venire a mente quel che accade quando un fiume, un torrente, una fiumara vengono sottratti al suo destino, attraverso la cementificazione o modificazione del suo corso. Accade che la natura si ritorce contro. E lo abbiamo visto anche sul Gargano un anno fa.
    Io credo sia accaduto questo a Piazza Mercato.
    Immaginate cosa succederebbe a Verona, Padova, Vicenza o Treviso se – di colpo – i sindaci decidessero di eliminare le rispettive "Piazza delle Erbe"!
    Nessuno deve permettersi di vandalizzare opere pubbliche, ma quel che fu deciso a suo tempo a Foggia lo reputo molto più grave delle – deprecabili – vandalizzazioni che, a più riprese, hanno riguardato Piazza Mercato.
    Cordialmente (Maurizio De Tullio)

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