Foggia e la nascita della Repubblica

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Il 2 giugno del 1946, quando il Paese tornò alle urne dopo l’oscura
parentesi della dittatura, per scegliere tra 
Monarchia e Repubblica, e per eleggere  l’Assemblea Costituente, la provincia di
Foggia stabilì un record, rendendosi protagonista di un exploit che non si
sarebbe mai più ripetuto. 

Si votava allora su base circoscrizionale: gli
elettori  foggiani votavano assieme a quelli
baresi, mentre le province di Lecce, Brindisi e Taranto erano raggruppate nell’altra circoscrizione
pugliese.
A guidare le liste dei partiti maggiori, nella
circoscrizione Bari-Foggia, c’erano tre dauni, a testimonianza di uno spessore
e di un peso della classe dirigente e politica di allora, che facevano della Capitanata un
faro e un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno. 
I magnifici tre erano: per il
Pci, il segretario generale della Cgil, Giuseppe Di Vittorio, di Cerignola, per
la Dc Raffaele Pio Petrilli, lucerino (sarebbe divenuto sottosegretario nel governo De
Gasperi) e per il Psi Domenico Fioritto, di Sannicandro Garganico, che era
stato segretario nazionale di quel partito, dal 1921 al 1923.
Come se non bastasse, a conferma della grande importante
della federazione comunista della provincia di Foggia nello scacchiere della
sinistra meridionale, a guidare la lista del Pci  nella circoscrizione salentina c’era un altro
foggiano, Ruggero Grieco, che era stato segretario nazionale del Pci dal 1934
al 1938. 
Inutile dire che un tale schieramento ai nastri di partenza della
competizione elettorale per l’assemblea costituente si fece sentire al momento
del voto e influenzò l’esito delle urne, premiando come non sarebbe mai più accaduto la rappresentatività della terra dauna.
La provincia di Foggia 
mandò a Roma ben dieci deputati costituenti su 45 complessivi espressi dalla
Puglia: Giuseppe Di Vittorio, Ruggero Grieco, Luigi Allegato e Giuseppe
Imperiale
, per il Pci, Raffaele Pio Petrilli, Gerardo De Caro e Raffaele Recca
per la Dc, Domenico Fioritto e  Carlo
Ruggiero
per il Psi, Leonardo Miccolis per l’Uomo Qualunque.
Della rilevante (e purtroppo dimenticata) importanza
politica della Capitanata all’alba della ritrovata democrazia si è parlato
diffusamente  nel corso della bella
serata  promossa dalla Fidapa di Foggia
sui Settant’Anni della Repubblica Italiana, con la partecipazione del prof.
Stefano Picciaredda, docente di storia contemporanea dell’Università di
Foggia, Maria Antonietta Narciso, presidente della sezione foggiana della
Fidapa, Gloria Fazia, direttrice del Museo Civico di Foggia.
A chi scrive è stato affidato il compito di illustrare il
tema dal punto di vista degli accadimenti locali (“Foggia e la nascita della
Repubblica”
).  
Spero di fare cosa gradita agli amici e ai lettori di
Lettere Meridiane presentando le slide che avrebbero dovuto accompagnare il mio
intervento nella sala Mazza del Museo Civico. Un bisticcio tra la mia chiavetta
dati e il computer in dotazione al Museo non lo ha consentito, per cui credo
che la visione delle slide possa essere utile 
anche a quanti hanno partecipato al bell’incontro di quella sera.
I dati e le immagini sono tratti dall’ottimo libro di Michele Galante,
Dalla Repubblica all’assassinio Moro, Storia elettorale della Capitanata, che è
un’opera veramente preziosa per capire fino in fondo il ruolo importante che la
classe politica e dirigente della Capitanata ha recitato nella prima
Repubblica.

Qui sotto vedete il filmato. Se volete invece scaricare la
presentazione in Power  Point cliccatequi.

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Author: Geppe Inserra

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