Porta Arpana o Porta Grande?

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Che la toponomastica rappresenti uno degli aspetti più critici di una città, come Foggia, alle prese con evidenti problemi di identità e di memoria, è un dato di fatto. Negli scorsi giorni, il gruppo del social network Amici e lettori di Lettere Meridiane ha ospitato una interessante discussione sull’argomento, nel corso della quale sono venuti fuori elementi di cui non ero a conoscenza, come lo studio, che era stato approntato qualche anno fa, nel tentativo di mettere ordine nella intitolazione  delle strade e delle piazze cittadine, rimasto poi purtroppo nel cassetto.
L’interessante discussione ha tratto origine da un commento di Gino Longo su una bella fotografia dei “tre archi” pubblicata da Bruno Caravella con la didascalia Porta Arpana, corretta da Gino Longo in Porta Grande (e, in effetti, con questo nome la ricordano i foggiani di una certa età…).
Di seguito l’interessante scambio di vedute tra Longo e Caravella.
Longo: Venne ristrutturata dal Governo Borbone su progetto dell’architetto Oberty. Si è sempre chiamata Porta Grande, poi a Foggia c’è sempre chi si alza al mattino e arbitrariamente muta antichi modi di dire o denominazioni, contribuendo alla cancellazione della memoria storica della città.
Caravella: Infatti è Porta granne ovvero Porta Grande. Arpana perché ingresso principale di via Arpi
Longo: Anni fa chi ha usato questa arbitraria nuova denominazione, credo l’abbia fatta non tanto per il toponimo, quando per il fatto che da Via San Lazzaro si arriva ai resti di Arpi. Piazza Nigri e Via Arpi sono abbastanza recenti come toponimi.
Caravella: Resta sempre la foggiana “Porta Granne”.
Gino Longo ha commentato anche alcune fotografie pubblicate da Vittorio Ruscillo (pagine dell’interessante saggio sulla toponomastica foggiana di Nando Romano, indiscussa autorità in materia…): “Tre decenni fa presentai un progetto e a distanza di altri 10 anni, lo riproposi. Erano mirati alla riorganizzazione della toponomastica, partendo dal centro storico e allargandoci man mano verso le aree successive al periodo arpano/medievale. Il progetto aveva lo scopo di migliorare e contribuire alla riscoperta della memoria storica. Esclusi ogni forma di pubblicità o visibilità personale. Ovviamente vennero ignorati. Dopo il primo fatto recapitare al Sindaco Tavano (dopo qualche tempo apparve una strada senza numeri civici dedicata a Bartolomeo da Foggia), ne consegnai il secondo al Sindaco Agostinacchio, mi disse che non si poteva cambiare. Nello stesso periodo l’Amministrazione Comunale Marinacci di San Nicandro Garganico, però poi riorganizzò la toponomastica cittadina, con la sostituzione di molti personaggi che sia con tal comune che con la regione Puglia e l’Italia, non avevano nulla da spartire. Le strade foggiane sono dedicate ad emeriti nessuno o a gente che ha fatto danni alla città, ed altri che non hanno alcuna logica per essere presenti. Antonio Enrico Radesca o Francesco Saverio Massari, giusto per citare due nomi di illustri foggiani,vengono del tutto ignorati.”
Discussione interessante, che sicuramente nei prossimi giorni continueremo ed approfondiremo, su Lettere Meridiane.
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Author: Geppe Inserra

4 thoughts on “Porta Arpana o Porta Grande?

  1. Rispondo all'utente Sig. Colasante che, sulla pagina di FB di Lettere Meridiane, chiedeva notizie sull'origine di via le Ville. Lo faccio riprendendo quanto scritto da Vincenzo Salvato nel suo prezioso "La storia sui muri" (1998):
    VILLE, strada le -: Nasce all'inizio del secolo XIX ed è attestata nel Catasto provvisorio del 1811. La si può notare, ma senza nome, nella Pianta Mongelli del 1839, quando essa si sviluppava dal "largo Gesù e Maria" (oggi Piazza Giordano) fino all'odierna via Pietro Scrocco. Il toponimo si trova nel piano regolatore del 1894 come "via le Ville", ma allora il suo tracciato si era allungato fino alla via oggi dedicata a Giovanni Urbano. La via si completa fino all'altra dedicata al "marchese De Rosa" nei primi decenni del sec. XX, ma già prima del 1927 è denominata "Via Felice Cavallotti", così come nella pianta del 1931. Subito dopo il 1945 è stata ribattezzata via Matteotti.
    Cordialmente (Maurizio De Tullio)

  2. Riprendendo il precedente intervento, dimenticavo di aggiungere al Sig. Colasante, anche l'esistenza di vico le Ville, la cui illustrazione riprendo sempre dal testo di Vincenzo Salvato, "La storia sui muri" (1997):
    VILLE, vico le -: Si forma all'inizio dell'Ottocento il primitivo "1° vico delle ville", con breve tracciato trasversale rispetto all'omonima strada (v.). Registrato nel catasto provvisorio del 1811 e nella pianta Mongelli del 1839, già prima del 1927 risulta denominato vico Freccia.
    Altrettanto esauriente potrà essere la consultazione del testo di Gaetano Spirito "La storia attraverso la toponomastica", del 1998. Tanto dovevo per completezza. Cordialmente (Maurizio De Tullio)

  3. Rispondo ora ai Signori Vittorio Ruscillo, Caravella e a Tommaso Palermo che, sulla pagina di FB di Lettere Meridiane, sono intervenuti a proposito dell'introvabile libro di Mario Gesualdi.
    Quasi certamente si tratta del seguente:
    Castelli e palazzi nella Capitanata del 13. secolo / Dankwart Leistikow ; introduzione e a cura di Mario Gesualdi ; saggio fotografico di Gianfranco Gesmundo
    Foggia : Amministrazione provinciale, 1989, 134 p. : ill. ; 30 cm.
    che è presente, in ben quattro copie, presso la Sezione Fondi Speciali della nostra Biblioteca Provinciale di Foggia.
    Se così non fosse, la cosa incuriosirà anche me!
    Cordialmente (Maurizio De Tullio)

  4. La via si chiamava nei documenti Magna Porta, talora Mania Porta, ed era un luogo di attrazione al punto che Francesco Porsia in Foggia Medievale, Grenzi, 1997 p. 65, vi confone i vicini siti del pittagio Mazaporci e del suburbio Maniaporci: linguistica in libertà tipica di qualche storiografo. Farò un excursu su questo punto in quanto la porta era chiamata talora Mazzaporci.: “Maniaporci, a. 1249 QERC (Scadenziere) e BONA (regalia) “in suburbio Maniaporci” per un prob. *Magnapórcë ‘Mangiapòrci’ , località all’estèrno della città, che sémbra fare il paio con il successivo (BONA): “in pettagio Mazaporci” preceduto (ib.) da “portam Mazaporci” per un prob. *Mazzapórcë: éssi danno l’impressióne di due siti, il suburbio fuòri le mura, dedicato alla pastura dei maiali, il “pettagio” urbano, in ƶòna Pòrta Grande, alla macellazione, nel luògo in cui saranno indicate le “beccherìe” nella PBA alla fine del s. XVI. Le due aree pòssono avér ospitato due gruppi sociali con attività sinèrgiche: allevaménto e macellazióne di maiali, nei prèssi della Magna Pòrta, o di altra minóre a ridòsso delle future beccherie, per l’occasióne intésa anch’éssa “portam Mazaporci” A parte questo: recentemente la porta, forse in occasione di un restauro, è stata indicata come Porta Arpana. Si tratta di un grave errore dovuto alla ricerca di nobilitazione della città attraverso una falsa storia che da secoli ci caratterizza. La via esterna alla porta e che da essa cominciava non era la via per Arpi ma nei documenti, per esempio Scadenziere, era indicata come via Syponti. Un’arteria principale su cui forse si diramava all’altezza dell’odierno cimitero, un tempo chiesa di S. Lazzaro, la via per Arpi, attuale via Sprecacenere. Porta Grannë, opposta a Porta Picciola, lato attuale università, pe un toponimo qualificante e tradizione, talora Porta Grammë, come nel modo di dire: l’e fattë da cquà a Pporta Grammë! per qcosa risultante troppo lunga rispetto ai desiderata o a quanto richiesto. “Nobilitare” i toponimi se non la storia significa banalizzare entrambe le cose, cancellando i caratteri peculiari della città come fa lo… storico Francesco Porsia, fra gli altri, che da storici si “divertono” a fare accostamenti linguistici, etimologie, inventare nomi strade (via Vincenzo Bruno, invece di via Bruno), una delel vittime oltre la città, è stata la Fondazione Banca del Monte, che ha finanziato l’apposizione delle targhe stradali, in buona parte errate, e forse affidate ad appassionati o storici, senza sapere che questi argomenti sono di pertinenza linguistica e specie dialettologica. Si ridia l’antico, tradizionale nome alla Porta!

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