Bombardamenti, anche Lucera ebbe le sue vittime

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In occasione del 28 maggio, data che ricorda il primo raid aereo su Foggia, che inaugurò la tragica estate del 2943, Tommaso Palermo (che ringrazio) ha pubblicato la foto di un ritaglio di giornale che non conoscevo, e che è particolarmente significativo perché sottolinea che il martirio di Foggia coinvolse anche le città limitrofe, come Lucera.
Tratto dal Poughkeepsie New Yorker del 29 maggio 1943 (Poughkeepsie è un sobborgo di New York, è possibile quindi che si tratti della copertina di un “dorso” locale del New Yorker), il ritaglio è una eloquente testimonianza dell’attenzione con cui da parte della opinione pubblica americana si seguiva la campagna d’Italia, appena avviata dagli Alleati.
Leghorn di cui si parla nel titolo è Livorno. Sorprende trovare a fianco a Foggia, l’indicazione di Lucera tra le città bombardate, ma la cosa serve a chiarire un aspetto poco noto di quella infausta giornata e cioé che probabilmente, almeno il 28 maggio, il maggior numero di vittime non si registrò a Foggia, ma a Lucera. Non nella città sveva, il cui abitato non fu toccato nei bombardamenti, ma in un campo di priginieri di guerra, che si trovava nelle campagne lucerine.
Nel suo documentato volume, Foggia sotto attacco, Gastone Mazzanti così riferisce i dati delle vittime provocate da quel primo raid: 45 vittime civili, 11 soldati tedeschi uccisi e  61 feriti nel capoluogo, secondo la Regia Questura; 300 vittime in tutto secondo il IX Corpo d’Armata. È possibile che la differenza tra il numero delle vittime diffuso dalla Questura e quello riferito dalle autorità militare sia da ascrivere proprio alle bombe sganciate sul campo di prigionia di Lucera, e questo dimostrerebbe anche le ragioni del coinvolgimento della cittadina sveva nel titolo di apertura del Poughkeepsie New Yorker.

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Author: Geppe Inserra

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