Politica in bilico, per una Capitanata in bilico (di Franco Antonucci)

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Animatore della rete Pro Capitanata, assieme a Michele Lauriola, Franco Eustacchio Antonucci è anche, da decenni, un protagonista del dibattito e della pianificazione per lo sviluppo della provincia di Foggia.
Urbanista e per molti anni dirigente tecnico del Consorzio Asi ha vissuto in prima persona “i decenni deboli” che hanno visto prima esaurirsi il modello di sviluppo industriale che la Capitanata aveva vissuto negli anni Sessanta, e successivamente  nascere e aggravarsi di una crisi acuta e profonda, che postula la necessità di un nuovo modello di sviluppo.
Allora come oggi, la grande scommessa è rappresentata dal territorio: salutato e osannato come una risorsa di cruciale importanza per i suoi evidenti valori, per la sua grandezza, per la sua varietà, ma quasi mai assurto a protagonista autentico dei processi di crescita della comunità.
Come ricollocare il territorio al centro delle strategie di sviluppo per i prossimi anni, come utilizzarlo quale motore per una ripresa, ormai non più procrastinabile?
Antonucci risponde a questi interrogativi con una riflessione approfondita e lucida, in un articolo che per spessore e lunghezza è quasi un saggio, e che pubblicheremo a puntare, a partire da oggi.
Buona lettura
(g.i)

* * *

POLITICA IN BILICO PER UNA CAPITANATA ANCORA IN BILICO
Non oso mettere in dubbio la saggezza di Personaggi politici di grande valore culturale politico, che sorridono al pensiero di un progetto di “Pentapoli” (o “Esapoli”, come il PTCP – Piano coordinamento provinciale, ipotizza), ormai da ritenere un’idea “romantica” superata. Ovvero di altri grandi “progetti di territorio”, fortemente integrati, al livello di “Territorio Snodo” e simili.
Si dice “irrecuperabile” il modello della Pentapoli di Capitanata, come se nel passato vi fosse mai stato un tentativo in tal senso.

Siamo in un vasto territorio da sempre articolato a “maglie troppo larghe” da poterne consentire un progetto di “riaggregazione territoriale intelligente” semplice, perché di questo si tratta oggi. Nessun ritorno (?) a fantastiche idee di “Pentapoli/Esapoli”, allora, ma una nuova e innovativa ipotesi di costruzione di un “Sistema territoriale integrato in uno al connesso “Sistema poli-urbano”. Uno Schema territoriale integrato per la Capitanata non ha senso senza la parallela integrazione poli-urbana. Una somma “necessaria” tra “Questione strutturale” e “Questione poli-urbana”, forse da sintetizzare in un termine unico di Questione o “Sistema integrato urbano-strutturale.
Si tratterebbe, all’inizio, solo di una serie di “convergenze”, anche discrete comunque estese all’intero territorio, per definire un “Organismo vitale unitario”, che pur mantenendo le singole identità originarie. Per una rappresentanza unitaria nei confronti delle Reti esterne.
Viceversa il territorio di Capitanata sembra, ancora oggi, una landa abbandonata con una serie di Campanili autonomi e lontani (distanza media 25/35 km).
La Capitanata sembra andare avanti solo “dividendo”.
Forse l’errore è quello di usare ancora il termine romantico di “Pentapoli” (o “Esapoli”), per svegliare il senso, perduto, di orgoglio lontano. L’antico “cuore” della Capitanata. È dalle città passare alla sua struttura connettiva essenziale. O viceversa.
La Provincia di Foggia è l’unico immenso territorio “poli-urbano” (sistema di cinque o più città paritetiche), a raggiera infinita e distanza dilatata, sovrapposto ad un analogo sistema strutturale iper-territoriale radiale essenziale.
Le altre Province italiane sono, invece, “mono-urbane” (una sola città principale, capoluogo di provincia, al centro di una disseminata soluzione di tanti Insediamenti molto più ravvicinati). In genere oggi impegnate in un tentativo ultimo di ricomprendere il loro territorio in un assurdo modello di “metropolizzazione” impropria, raccattando e metabolizzando per strada tutti i Paesini più vicini. Un tentativo generalizzato su cui sorridere davvero. Come se diventare “Metropoli” fosse motivo orgoglio (sciocco) dell’ultima storia d’Italia.
Sto assistendo al grande sforzo che la città di Pescara sta compiendo per diventare un’Area metropolitana, mangiando tutta la sua “città diffusa” (caotica), nel frattempo creata verso l’interno lungo della Valle del Pescara, divorando tutti i Paesini incontrati lungo questo percorso impervio. Non sarebbe meglio creare una sinergia bi-polare con la città di Città di Chieti, con la quale si guarda in cagnesco?
Comunque, nel caso generale delle altre Province italiane, si tratta, in genere, di un policentrismo mono-urbano forzato alla conquista del territorio prossimo, mentre noi della Capitanata abbiamo “naturalmente” un diverso e più originale sistema poli-centrico allargato, con molte città paritetiche, ciascuna di grande identità urbana e storica.
La nostra probabile pigrizia mentale alla ricerca di idee territoriali di questo tipo non ci ha lasciato altro che la possibilità di riferirci al modello ultimamente proposto, ed ancora astratto, della “Area vasta”, che allo stato attuale, purtroppo, significa tutto o niente.
LA POLITICA DEL PROGETTO UNICO DI TERRITORIO
Questo discorso, non può cadere, però, nella solita ironia astratta dell’Urbanistica tecnica. Deve tentare di trasferirsi su un diverso piano anche prettamente “politico”, visto che la stessa politica usa troppo spesso un’analoga ironia, forse con lo scopo di prendere le distanze dal tema.
Un tempo non molto lontano lo spessore dei Personaggi politici erano, forse intellettualmente più impegnati, più vicini alla realtà del sociale, riempendo spazi a più dimensioni. Oggi, invece la politica attuale, sia centrale, sia più in particolare locale, esprime opportunismo solo relativamente culturale. Sulla base non più “ideologica”, ma di Programmi, che poi si quasi somigliano tutti.
Una politica posizionata su mondi paralleli distanti dalla realtà, secondo propri percorsi avulsi.
Sono alcuni anni ormai che parliamo (Rete SPAC e Pro Capitanata) della necessità di avviare per la Capitanata una “pianificazione di territorio organico”, magari appoggiata ad una struttura poli-urbana policentrica integrata. Ma si registra la più evidente assenza del Sistema politico locale. Magari sorpassato dal “Bari-centrismo” imperante, come dire “Regione pensaci tu, perché noi abbiamo altro da fare o pensare nel nostro piccolo”.
La Capitanata non ha mai brillato in tutta la sua storia per “sue” grandi personalità politiche, regionali e centrali.
Tutta la “intellighenzia regionale” sta, così, nel bari-centro barese (gioco di parole fino ad un certo punto casuale). La provincia di Foggia non brilla per iniziativa politica, quindi per “Idee innovative”, pur dimostrando che la fantasia non le manca (perlomeno una “fantasia di esportazione”).
Un giorno la politica dovrà capire il motivo di questo fenomeno negativo generalizzato, chiuso nel proprio ambito. Sempre che, nel frattempo, la Capitanata non perda per strada tante risorse e vocazioni territoriali, anche superiori ad altri territori. Forse ancora recuperabili e forse no.
Mi è capitato per caso di rileggere il Piano di sviluppo regionale, addirittura del 1982, del prof.Aldo Romano, dive si forniva un contributo sul tema dell’allargamento a “ventaglio” del tessuto produttivo regionale; quindi della divulgazione diffusa della innovazione  tecnologica, culminata nel 1984 nell’iperbole di Tecnopolis -, principalmente indirizzata ai “giovani”, come vera risorsa territoriale. I giovani di Capitanata, invece, dopo tante parole, oggi vanno via, e i tessuti produttivi innovativi, sono rimasti praticamente gli stessi di allora.
La mia deformazione mentale tecnica mi lascia il dubbio sulla astrazione assoluta dei “modelli” troppo generali, che tentano di trasformare il territorio dall’esterno e troppo da lontano. Il vero “progetto di territorio” è frutto originario dello stesso territorio. Basandosi sulla “realtà “, direttamente acquisita, condivisa. Con la nuova politica in testa.
Questo processi sono stati molto più fertili in territori più maturi ed avanzati. Soprattutto non così profondamente già de-strutturali alla loro origine.
Eustacchiofranco Antonucci
(1. continua)

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Author: Franco Eustacchio Antonucci

2 thoughts on “Politica in bilico, per una Capitanata in bilico (di Franco Antonucci)

  1. Forse occorrerebbe partire dalla esosyenza del polo Gargano, di quello tavoliere e di quello monti dauni. Sono tre poli molto diversi. Il Gargano é turismo risorse boschive pesca. Il tavoliere é agricoltura agricoltura e agricoltura e si lega molto con i monti dauni. Il Gargano merita una voce e una attenzione specifica.

  2. Forse occorrerebbe partire dalla esistenza del polo Gargano, di quello Tavoliere e di quello Monti Dauni. Sono tre poli molto diversi. Il Gargano é turismo risorse boschive pesca. Il Tavoliere é agricoltura agricoltura e agricoltura e si lega molto con i Monti Dauni. Il Gargano merita una voce e una attenzione specifica.

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