Il Foggia rallenta e preoccupa l’attacco (evanescente)

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Il Foggia non riesce più a vincere, né a segnare. È un pareggio che ci sta, quello  rimediato in casa di fronte ad un Catania ben organizzato ed ostico, che si presentava allo Zaccheria con la miglior difesa del girone, imbattuto fuori casa ed in serie utile da 5 partite, portate a sei con il pari di ieri.
A suscitare qualche perplessità è il modo con cui è maturato il risultato. Il Foggia ha tenuto in mano il pallino del gioco per tutta la partita, è vero. Ha giocato anche in maniera piuttosto fluida e scorrevole fino agli undici metri, ma è mancato il guizzo finale. Non si è reso quasi mai pericoloso, se non con tiri dalla lunga distanza (Chiricò e Agnelli). La sola vera palla gol di tutto l’incontro l’hanno creata gli ospiti con una tremenda doppia traversa colpita da Fornito dopo un’incredibile rovesciata. Secondo l’allenatore etneo, Rigoli, era gol, ma il fermo immagine che illustra il post dimostra chiaramente che il pallone è rimasto allineato alla linea di porta.

Tornando al Foggia, la squadra di casa ha mostrato buone geometrie, ma non c’è stata profondità, anche perché raramente gli attaccanti si sono mossi per dettare linee di passaggio ai compagni. Preoccupa un po’ l’evanescenza delle “prime punte”: ieri sia Mazzeo che Padovan (che l’ha sostituito nella ripresa) non hanno praticamente mai tirato in porta, toccando pochi palloni.
E così la classifica si è complicata. Scappa la Juve Stabia che adesso si è portata a tre lunghezze di vantaggio dal terzetto delle inseguitrici, che comprende oltre al Foggia, il Lecce e il Matera.
Chi pensava che il Foggia potesse essere un rullo compressore in grado di uccidere il campionato deve rivedere i suoi conti. La concorrenza c’è, è forte, e per vincere il campionato bisognerà cercare di fare qualcosa di più. Eventualmente anche nel mercato invernale.
Per trovare altre due partite giocate dal Foggia senza segnare gol bisogna risalire a quasi un anno fa, quando l’undici rossonero guidato allora di Roberto De Zerbi fu sconfitto in casa dal Monopoli per 2 a 0, e non andò oltre un pareggio a reti inviolate nella successiva trasferta a Catania.
Manco a farlo apposta, anche lo scorso anno si trattò dell’undicesima e della dodicesima giornata, che però vennero giocate un paio di settimane dopo rispetto a quest’anno,  rispettivamente il 14 e il 21 novembre.
I satanelli uscirono bene da quel momento delicato, infilando dopo il doppio turno senza gol un filotto di quattro vittorie (Casertana e Cosenza in casa, Akragas e Martina Franca fuori casa) che gli permise di risalire fino al secondo posto in classifica.
E quest’anno, come andranno le cose? Domenica prossima c’è un’altra sfida delicata, in terra campana con la Paganese, che lo scorso anno si rivelò un brutto cliente per il Foggia, che perse in trasferta e non andò oltre il pareggio allo Zaccheria.
Ed è inutile dire che un ulteriore passo falso complicherebbe di molto la vita ai Satanelli.

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Il Foggia rallenta e preoccupa l’attacco (evanescente)

  1. Mi fa specie che un attento osservatore del mondo che ci circonda, quale tu sei caro Geppe, non abbia speso un paio di frasi per considerazioni sul pre e post-partita "disputati" fuori dallo stadio 'Zaccheria'.
    Una bella ed equilibrata partita in campo, una squallida (ed ennesima) prova di quanto il tifo Ultras sia qualcosa da poveri mentecatti fuori dal campo.
    Violenze incomprensibili da un lato (se è vera la narrazione fatta da giornalisti di fede rossonera che attribuisce l'inizio di tutto agli Irriducibili catanesi) e vergognosa risposta organizzata dall'altro.
    Il risultato? Zero a zero in campo tra Foggia e Catania. Dieci a zero fuori dal campo tra Idiozia e Buonsenso. Ma questo è stato solo il primo tempo, ovvio. Il secondo tempo è previsto tra qualche mese a Catania.
    Mai cordialmente in questi casi (Maurizio De Tullio)
    P.S.: Suggerimento per Stroppa: caro mister, le partite (dovresti saperlo essendo stato anche un ottimo calciatore) non sono mai uguali. Se vedi che il tuo avversario è organizzato con 11 uomini nell'area di rigore, avvisa i tuoi che devono far esplodere decine di bordate da fuori e non cincischiare all'infinito, col risultato di un buon 70% di palle perse banalmente. Non a caso i due unici pericoli li hanno provocati Agnelli e Chiricò con tiri da fuori. Uomo avvisato.

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