Arbore: “Sono un cafone foggiano che canta la Napoli Sì”

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Sei anni dopo la sospensione della rubrica quotidiana Neapolis, la Rai torna (finalmnete, era ora) a dare al Mezzogiorno un suo contenitore fisso. Il magazine si chiama Mezzogiorno Italia e ha l’ambizione “di raccontare il Sud in modo diverso, andando al di là dei luoghi comuni, della retorica e dell’oleografia” come afferma il responsabile della trasmissione, nonché direttore di Tgr Campania, Antonello Perillo. Va in onda il sabato, alle 13.25, su Rai Tre.
Testimonial d’eccezione della prima puntata,  Renzo Arbore, protagonista di una divertente intervista, che trascriviamo di seguito.
ARBORE: Io porto in giro la “Napoli sì”. Mi chieda perché…
D. :Perché la Napoli sì?
ARBORE: Perché c’è la Napoli no, che portano in giro altri. Non so se fanno bene o fanno male. Certo, denunciare i mali di Napoli è importantissimo, nel posto giusto e con i mezzi giusti. Però io porto in giro la Napoli sì. La Napoli della cultura, la Napoli che ha prodotto opere straordinarie, come le canzoni napoletane che sono le più belle del mondo, per i testi e le melodie. La Napoli di tredici ragazzi musicisti napoletani, educati, straordinari e bravissimi e tre cafoni, tra i quali ci sono io, perché faccio parte di quei tre che non sono nati a Napoli. Io sono nato a Foggia.
D. Dobbiamo parlare del sud, però adesso mi viene in mente il titolo del suo ultimo libro, Se la vita fosse una jam session, allora improvvisiamo anche noi…
ARBORE : Improvvisiamo assolutamente. La jam session l’ho imparata a Napoli innanzitutto perché dirigevo il Circolo Napoletano del Jazz, poi perché ci ho vissuto tanti anni, e praticamente allora per le strade di Napoli era tutta una jam session. Camminavo per ore e ore per  i quartieri, piazza Dante, Sanità e imparavo la meravigliosa vitalità del popolo ma anche quella dei signori, perché non bisogna dimenticare la borghesia napoletana.
D. Mi dica altre due cose su Napoli sì…
C’è stato un periodo in cui i napoletani rifiutavano l’immagine della Napoli cartolina, il Golfo e il Vesuvio, quasi la criminalizzavano. Mi sembrava una roba da matti, è come se a Rio criminalazzasero la Ciudad Maravillosa. [Arbore quindi ricorda quando la sua Orchestra ha partecipato alla sfilata del Carnevale di Rio.] Io non riesco a fare a meno di quel panorama. Vivo a Roma, ma affaccio sul golfo di Napoli [mostra una riproduzione del panorama del golfo che tiene in un angolo della sua abitazione romana]. È la città del mio cuore. Auguri a Napoli, alla Campania, a tutto il Sud.

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Author: Geppe Inserra

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