L’ira di Mario Biccari e un arbitro comprato per scherzo (di Massimo Corsi)

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Un pezzo di storia di una Foggia che non c’è più, per raccontare una pagina di calcio che non c’è più. Protagonista il compianto Mario Biccari, un uomo di sport che ha dato il cuore e l’anima per educare al calcio torme di ragazzini foggiani, infondendo loro i valori della lealtà, del coraggio, dello sport. E proprio a questi valori, messi in dubbio da uno scherzo da bar, che si riferisce questo struggente racconto-ricordo di Massimo Corsi, imprenditore foggiano che si è trasferito al nord da qualche anno. Chi ha avuto il piacere e la fortuna di conoscere Mario Biccari riconoscerà certamente il suo modo di essere in questa bella e divertente pagina. Ringrazio Massimo Corsi ed Antonio Basta per averla messa a disposizione degli amici e dei  lettori di Lettere Meridiane.

* * *

Devo precisare che più che un ricordo è la storia di uno scherzo che con la complicità di due altre persone
feci, all’incirca negli anni 87/88, al buon Mario.

Io lo conoscevo appena, da ragazzo avevo avuto qualche rapporto con il suo amico Renzo Maiorana, che era
nella Polfer mentre mio padre gestiva il Buffet della Stazione, ma niente di preciso, anche perché a 14 anni me ne andai da Foggia, salvo ritornare circa 4 anni dopo.
Negli anni ’80 mi trovai a frequentare il Bar Luisini e con il titolare Attilio ero in rapporti di amicizia e un giorno questi mi chiese se avevo voglia di seguire la squadra di
calcio che aveva messo insieme per partecipare ad un torneo al campo di San Ciro riservato ai ragazzi fino a 13/14 anni, non ricordo con precisione.
Accettai ben volentieri ed insieme all’amico Lello Pilotti cercai di fare di questa banda di ragazzini una squadra di calcio o qualcosa di simile, e devo dire che venne fuori qualcosa di buono, con l’amico Lello che di calcio era praticamente all’oscuro, ma conosceva bene l’ambiente e ci sapeva veramente fare con i ragazzi e con le pubbliche relazioni.
Naturalmente al Torneo partecipava anche una squadra di Mario, anzi era la favorita, ma quando arrivammo allo scontro diretto avvenne un fatto assolutamente non previsto: vincemmo noi!!!
Dopo l’incontro Io e Lello portammo i ragazzi al Bar Luisini per festeggiare e dopo qualche minuto arrivò anche il buon Mario che quando ci vide, gentilissimo ed educatissimo, si avvicinò per farci i complimenti. “ Siete stati bravissimi,  non mi avete fatto capire niente, avete risposto ad ogni mio tentativo di riprendere in mano la partita” e via così, sempre con estrema civiltà.
Mentre parlavamo con Mario vidi entrare nel bar l’arbitro, non ricordo il nome, ma lo conoscevo come cliente abituale, e d’improvviso, mi venne in mente un’idea balzana. Feci segno all’arbitro di unirsi a noi e non appena si fu avvicinato dissi al mio amico: “ Lello, hai quelle centomila lire che ti avevo chiesto di farti dare da Luisini?” Capita al volo la cosa, senza batter ciglio, il mio amico cavò di tasca un biglietto da centomila, me lo allungò ed io, con la massima serietà, lo girai immediatamente, proprio davanti a Mario, all’arbitro dicendo: “Questo è quanto avevamo stabilito e la per la prossima volta ci metteremo d’accordo”.
E l’arbitro, imperturbabile incassò e rispose: “Grazie, alla prossima”.
A quel punto Mario cacciò un urlo seguito da un balbettio confuso: “ Vi siete comprati l’arbitro, delinquenti, io vi denuncio tutti e tre, anzi quattro, anche Attilio”, e fu preso da tremito al punto che sembrava sull’orlo di una vera e propria crisi epilettica.
Ci rendemmo conto che lo scherzo era andato oltre le previsioni, lo mettemmo a sedere e cercammo di tranquillizzarlo spiegandogli che era stato solo uno stupido scherzo, gli facemmo bere un po’ d’acqua e finalmente si calmò.
Alla fine tutto si risolse con una risata collettiva e devo dire che Mario non se la prese più di tanto. Alla fine il Torneo lo vinse la sua squadra, tutti gli facemmo i complimenti  e in seguito le poche volte che capitò di incontrarci era proprio lui a scherzare sulle famose centomila lire all’arbitro.
Massimo Corsi
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Author: Geppe Inserra

1 thought on “L’ira di Mario Biccari e un arbitro comprato per scherzo (di Massimo Corsi)

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