Il luogo che accolse per primo l’Iconavetere è un ricettacolo di rifiuti

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Secondo la tradizione, gli umili pastori che rinvennero il quadro dell’Iconavetere, guidati da tre fiammelle che luccicavano sull’acqua, lo trasportarono nella poco distante Taverna del Gufo, che rapidamente diventò meta di pellegrinaggi e venne trasformato in una Chiesa. Si tratta dell’attuale chiesa di San Tommaso, che sorge all’incrocio tra via Ricciardi e via Arpi, ed è di conseguenza la più antica chiesa parrocchiale foggiana.
È da tempo chiusa al culto, per problemi di sicurezza che l’hanno resa impraticabile. Il progetto di lavori di restauro aveva ottenuto un finanziamento pubblico, che però non è stato utilizzato.
Da un po’ di tempo l’edificio è stato circondato da transenne, proprio per garantire la sicurezza dei passanti. Il problema è che le transenne sono diventate, come documenta la sequenza di foto che potete vedere più sotto, un autentico ricettacolo di rifiuti, brutto a vedersi ma anche potenzialmente rischioso per l’igiene pubblica.
Uno spettacolo che è poco definire inverecondo, in considerazione dell’importanza storica della chiesa, ma anche del fatto che sorge in una strada centralissima, attraversata quotidianamente da centinaia di persone, data anche la vicinanza all’Università.
Anni fa qualcuno sognava via Arpi come la strada dell’arte e della cultura. Sta invece diventando il peggior biglietto da visita di una città che prende a calci la memoria e la bellezza.

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Author: Geppe Inserra

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