Rondini basse a Parco San Felice, le ragioni del fenomeno

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Gli amici ambientalisti di Lettere Meridiane non hanno perso tempo e, rispondendo alla domanda del blog, hanno spiegato le ragioni della autentica “invasione” di rondini a Parco San Felice, verificatasi qualche giorno fa, e documentata nel filmato che potete vedere al termine del post.
Enzo Cripezzi spiega cosa è accaduto e lancia una interessante provocazione su come anche i giardini privati potrebbero contribuire a tutelare l’ecosistema: “È sempre bello vedere queste concentrazioni… Hanno trovato una buona stazione di servizio per fare il pieno, prima di partire. Se vogliamo che simili e altri spettacoli naturali siano più frequenti nella nostra città, sarebbe utile qualche sterile prato all’inglese in meno e qualche prato mediterraneo in più. Ci guadagnerebbero anche risorse idriche e sostenibilità in genere.”
Anche Antonio Dembech fornisce una spiegazione di tipo… alimentare: “A settembre, dopo le prime piogge, sfarfallano le formiche regine dai formicai, pronte a fondarne di nuovi. Solo poche ci riusciranno, anche a causa di rondini e rondoni pronti ad approfittare. L’irrigazione del prato ha simulato la pioggia.”
Dello stesso avviso, Maurizio Marrese: “È normale, si stavano alimentando, forse l’irrigazione aveva attirato gli insetti.”
Dello stesso avviso, Glauco Pirrone (“Probabilmente cercavano refrigerio o con l’acqua si sono alzati dal terreno gli insetti, ghiottonerie per le rondini” e Marialuisa d’Ippolito (“nel caso documentato, il prato bagnato di fresco era l’occasione per reperire bocconcini prelibati!”).
Anche per Vincenzo Rizzi si tratta di “rondini in migrazione che si alimentano di insetti, è assolutamente normale.”
Più o meno sulla stessa linea si attestano altri commenti di amici. Per Carmine Antonio Di Chio le rondini erano attirate da “piccoli insetti come zanzare o moscerini a bassa quota, mentre Pino Saggese osserva che il fatto anormale sarebbe l’assenza delle rondini.
Per Antonio Blasotta “tornano a casa” mentre Carmela Noviello scrive: “Ma che bello!”.
Verissimo, come dimostra il filmato qui sotto.

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Author: Geppe Inserra

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