La sfida della Cgil: cambiare si può, all’insegna della legalità

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Migranti nelle campagne del Sud Italia
(foto di Alessandro Zenti)

Mafia ed economia stanno tra di loro in una relazione ambivalente. Il postulato è che, da un lato, i poteri criminosi attecchiscono più facilmente nelle aree in cui l’economia è debole e in crisi, e, dall’altro, l’attacco criminale ad un territorio ne danneggia l’economia. In entrambi i casi, ne risulta danneggiata la comunità. In entrambi i casi, a farne le spese è il lavoro, sistematicamente sfruttato, sottopagato, umiliato, ridotto a merce, la cui dignità si indebolisce quando non si vanifica del tutto. Il teorema diventa assioma in Capitanata: non c’è nulla da dimostrare. Basta affacciarsi alla finestra, e constatare l’evidenza. Assoluta e drammatica.
Come spezzare questa spirale perversa? La Cgil di Foggia prova a rispondere all’interrogativo con un’articolata due giorni sul tema “Legalità è sviluppo, Lavoro diritti dignità”, cominciata ieri e che si conclude oggi, alla vigilia della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia che Libera celebrerà domani, a Foggia.
Nel focus di ieri si è discusso soprattutto dello sfruttamento dei migranti nel settore agroalimentare, sfruttamento che, come ha sottolineato nelle sue comunicazioni introduttive il segretario generale della Flai Cgil, Daniele Iacovelli, sta diventando un fenomeno sempre più grave nel Foggiano, che colpisce non solo i migranti ma anche i braccianti italiani. “Gli immigrati – ha detto Iacovelli – sono stati utilizzati come grimaldello per un diffuso abbassamento dei salari.” La crisi del prezzo del pomodoro che danneggia i produttori a vantaggio delle industrie di conservazione non basta ad assolvere gli agricoltori: “è assurdo che le fluttuazioni del prezzo e del costo di un prodotto debbano riflettersi sui diritti dei lavoratori, che non sono flessibili”.

Iacovelli si è detto ottimista sulle opportunità che si aprono con la recente apertura del tavolo sperimentale della Rete del Lavoro agricolo di qualità, che vede capofila la Capitanata: “Qualcosa sta cambiando, i lavoratori sono più attenti nel far rispettare i contatti e le norme previdenziali”.
Gioverà in questa direzione la Rete appena inaugurata? Sì, secondo gli auspici di Iolanda Rolli, commissario straordinario del governo per i ghetti e per il disagio. “Si tratta di ribaltare gli stereotipi. Il Tavoliere e la Capitanata tutta hanno bisogno delle braccia dei migranti, che non vanno dunque visti come quelli che tolgono lavoro,  ma piuttosto come forza lavoro funzionale agli interessi del territorio.”
Il Prefetto ha informato sullo stato dell’arte delle iniziative poste in campo dal suo ufficio per superare la bruttura dei ghetti. Sono in corso contatti con la Regione per l’individuazione di terreni pubblici su cui realizzare moduli abitativi e uffici. Sono allo studio interventi finalizzati a rendere autonomi i migranti nel tragitto verso le aziende, attraverso l’utilizzazione di biciclette o di pulmini offerti in leasing.
Resta da risolvere il problema della grande distribuzione che, come si è visto nel bel documentario di Antonio Fortarezza, La filiera non etica, che ha aperto i lavori, è la maggior responsabile del crollo dei prezzi che si ripercuote poi sull’anello più debole della catena, i lavoratori, comprimendo i salari e mortificando i loro diritti.
“Dobbiamo impegnarci anche a livello culturale – ha puntualizzato il prefetto Rolli – sollecitando le nostre coscienze, facendo capire al pubblico dei consumatori che dietro un prezzo vantaggioso possono nascondersi lo sfruttamento dei lavoratori e la moderna schiavitù, che è ormai il terzo reato al mondo, dopo la droga e le armi.”
“Per questo è necessario dire basta una volta per tutte ai ghetti, a questi concentrati di disperazione”, ha detto Antonella Morga, segretario regionale della Cgil, “basta con lo scaricare le istanze degli onnipotenti mercati sulla qualità e sulla dignità del lavoro.”
Anche per Morga è necessario un ribaltamento di prospettiva:”dobbiamo tornare a considerare il lavoro come uno strumento che dà dignità alle persone, e non che gliela toglie, e le imprese non possono far finta di niente, devono decidere da che parte stare.”
In questa prospettiva è necessario fare rete: “la mafia, l’illegalità si battono solo collettivamente. È possibile tracciare solchi di verità e di giustizia, ma solo se stiamo dalla stessa parte.”
Il direttore provinciale dell’Inps di Foggia, Antonio Balzano, si è detto fiducioso sulla Rete del lavoro agricolo di qualità che vedrà Foggia come primo laboratorio di sperimentazione: “Dobbiamo sforzarci per far iscrivere alla rete quante più aziende è possibile, diffondendo l’idea che il primo benefit che ottengono iscrivendosi, è proprio la legalità.”
Il direttore ha fornito dati inquietanti sul radicato fenomeno dei rapporti di lavoro falsi finalizzate a truffare l’Inps accedendo a prestazioni previdenziali di cui non si avrebbe diritto: sono almeno 20.000 all’anno, in Puglia. Fenomeno che fa il paio con il lavoro nero e con quello grigio, trasformando le campagne in preoccupanti, endemiche sacche di illegalità.
Ottimista sulle prospettive introdotte dalla Rete del lavoro agricolo di qualità anche il sindacalista Daniele Calamita, segretario provinciale della Cgil di Foggia, ed organizzatore del convegno: “Nelle rete rivedo molta parte del percorso tracciato da Guglielmo Minervini (protagonista di una densa e toccante intervista nella parte conclusiva del documentario di Fortarezza, n.d.r.), ma  è necessario che tutti i diversi attori della filiera facciano la loro parte. Le aziende agricole che hanno pressoché disertato le liste di prenotazione con cui si sarebbe dovuti uscire dal lavoro nero, ma anche i soggetti della grande distribuzione: è impensabile che sul prezzo finale pagato dal consumatore sul pomodoro vi sia un rincaro del 2750%.”
Madia D’Onghia, docente di diritto del lavoro all’Università di Foggia è da molti anni in trincea nelle iniziative di approfondimento e di studio, per di contrasto al lavoro nero e all’illegalità nel lavoro nei campi. “La legge 199 sta decollando con molta lentezza, e l’approccio non può essere soltanto securitario. Però le nuove norme stanno rendendo più semplice le attività di indagine. Credo sia giunto il momento rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali in agricoltura, che era funzionale in un contesto in cui bisognava frenare la fuga dai campi, ma oggi corre il rischio di agevolare il fenomeno dei falsi braccianti.”
E poi, l’Europa: “Deve correggere rotta – ha detto senza senza mezzi termini la prof.ssa D’Omghia -. Le istituzioni comunitarie non possono limitarsi a tutelare soltanto la sostenibilità ambientale, occorre obbligare le aziende anche alla sostenbilità sociale dei loro comportamenti, e d’altro canto, le aziende devono essere messe nelle condizioni di trovare conveniente rispettare la norma.”
Conclusioni all’insegna dell’ottimismo e della speranza, quelle svolte da Giuseppe Massafra, pugliese, segretario nazionale della Cgil.
“Sul tema dell’immigrazione c’è uno stravolgimento della opinione pubblica. Si parla di emergenza, di necessità di controllo dei flussi, senza rendersi conto della realtà emersa oggi chiaramente dal nostro incontro: il fenomeno dei migranti è funzionale a mantenere certi equilibri di mercato, un certo sistema economico che vive e prolifica su questo fenomeno e che sta producendo diseguaglianze sempre più ampie.
Occorrono vere politiche per l’immigrazione, e non solo norme per l’emigrazione. Ed è necessario dare la sveglia alle coscienze. È il territorio che è insensibile, oppure il territorio si è assuefatto? Dobbiamo contrastare l’idea che tanto non cambia mai niente, dobbiamo recuperare la capacità di indignarci. Cultura della legalità è cultura del buon lavoro: restituire dignità al lavoro, rendere il lavoro di nuovo dignitoso per tutti.”
A conclusione della serata, impreziosita dal reading dell’attore Michele d’Errico che ha letto un brano di Giuseppe Di Vittorio, e dalla bella mostra fotografica del reporter e giornalista Alessandro Zenti (Migranti nelle campagne del Sud Italia) l’inaugurazione dello sportello Migranti della Cgil di Foggia. Sarà un importante avamposto nella lotta al caporalato e al lavoro nero.
Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

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