Don Paolo Cicolella, il sognatore che ha fatto sognare migliaia di foggiani

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Francesco Paolo Cicolella con Pia Mancini
(dal sito manganofoggia.it)

Con Francesco Paolo Cicolella, per tutti, don Paolo, scompare un grande personaggio: un uomo che ha sognato, e che ha fatto sognare generazioni e generazioni di foggiani. È logico e inevitabile che sia stato così, visto che il grande amore della sua vita, oltre agli affetti familiari, è stato il cinema, la fabbrica dei sogni, per eccellenza.
Abbiamo sognato molte volte insieme, spesso realizzando progetti, ambizioni, sfide. Altre volte vedendo sfumare i nostri sogni.
Ogni volta che lo incontravo don Paolo aveva un progetto da proporre, qualcosa da fare insieme. Se n’è andato inseguendo ancora altre cose da fare, da proporre: per esempio, una retrospettiva dedicata ai molti (e non conosciuti quanto meriterebbero) foggiani che hanno scritto pagine significative della storia del cinema, a cominciare da quel Domenico Paolella, cui il capoluogo dauno non ha dedicato neanche una strada.
La sue sale, assieme al Falso Movimento e alla Sala Farina, hanno ospitato le serate più importanti del Festival del Cinema Indipendente di Foggia, di cui don Paolo è stato un partner fondamentale. Al Cicolella di viale XXIV maggio si tenne la prima di Zemanlandia di Giuseppe Sansonna, alla presenza dell’allenatore boemo e del patron di allora, Pasquale Casillo, e il cinema si trasformò in uno stadio. Sempre il Cicolella ospitò in una memorabile serata Franco Battiato. E poi il Garibaldi, dove facevamo i matinée dedicati alle scuole, e tante, ma proprio tante serate, all’Altrocinema, il solo cinematografo cittadino sopravvissuto alla concorrenza spietata delle multisale, che ha ospitato retrospettive importanti come quelle, indimenticabili, dedicate a Giuseppe Piccioni e a Ferruccio Castronuovo, altro splendido autore di casa nostra da amare e da custodire.

Quando assieme a Mauro Palma fondammo il Festival del Cinema Indipendente di Foggia avevo un’ambizione: fare in modo che Mauro e don Paolo, che si guardavano un po’ in cagnesco per comprensibili ragioni di concorrenza commerciale, diventassero amici, e tutti insieme lavorassimo per far crescere il movimento cinema di Foggia, che cominciava ad esibire talenti, autori, appassionati cinefili.
Non fu necessaria una gran fatica, bastò mettersi attorno allo stesso tavolo e parlare… di cinema, perché tra Mauro Palma e don Paolo Cicolella nascesse una collaborazione sincera, spontanea, perfino entusiasta.
Cicolella è stato un imprenditore dello spettacolo a tutto tondo: tra le pochissime persone, a Foggia, che siano riuscite positivamente a coniugare l’aspetto produttivo ed economico dello spettacolo, con quello culturale.
Non va dimenticata la particolare e meritoria attenzione che Cicolella ha avuto per il teatro, le belle stagioni teatrali realizzate (investendo e rischiando danaro proprio e talvolta rimettendoci) al Cineteatro Ariston, con la preziosa direzione artistica di Pia Mancini (insieme nella foto tratta dal sito di Alberto Mangano), e la recentissima idea di riaprire il Cicolella utilizzandolo proprio come contenitore per spettacoli teatrali e musicale.
Un altro tratto importante dell’impegno di don Paolo Cicolella è rappresentato dalla sua attenzione verso i cinematografi di provincia, il costante impegno per la sopravvivenza delle sale, attraverso una programmazione che fosse sostenuta anche dalle politiche culturali degli enti locali.
È stata una battaglia titanica, che però ha scritto pagine di grande spessore della storia della cultura in provincia di Foggia. Responsabile della sezione provinciale dell’Agis, si impegnava personalmente perché nei cartelloni culturali estivi (ma anche durante le serate del Festival del Cinema) la programmazione potesse essere decentrata anche nei comuni, grandi e piccoli, dell’hinterland provinciale. Ha organizzato spettacoli anche in periferia: il Cineteatro di Ortanova, di cui era proprietario, è stato per anni un baluardo nonché sede obbligata del Festival decentrato.
Ha creduto molto nel cinema d’autore, soprattutto italiano. Gli si deve, tra l’altro, la “riconversione” di sale prima dedite alla programmazione di film a luci rosse, a cinema d’essai che hanno non poco contribuito acché a Foggia si consolidasse un pubblico di cinema dal palato buono. È stato tra i primi ad organizzare a Foggia, aiutato da un fine conoscitore di cinema quale Fabio Prencipe, cineforum, incontri con l’autore, rassegne.
La rassegna programmata settimanalmente all’Altrocinema è attualmente il solo appuntamento con il cinema d’autore offerto al pubblico foggiano.
Una delle ultime volte che ci siamo visti, si è sfogato lamentando la “sordità” della città verso il Cineteatro Garibaldi, chiuso da tempo: sorge nel corso omonimo, a due passi dal Palazzo di Città, proprio di fianco a Palazzo Trifiletti, gioiello architettonico, che cade in rovina.
Un paio di anni fa, entrambi gli immobili sono stati transennati per mettere in sicurezza i passanti. Don Paolo desiderava ardentemente salvare l’antico e glorioso cinema, nonostante avesse ricevuto diverse proposte di acquisto da parte di imprese interessate alla ristrutturazione. “Non mi va proprio che debba chiudere i battenti per sempre”, ripeteva.
Considerata la vicinanza alle facoltà umanistiche sognava potesse diventare un contenitore polivalente, a disposizione degli studenti: per svolgervi le lezioni, ma anche per proiezioni e spettacoli.
L’operazione non è andata a buon fine, e il sogno di salvare il Garibaldi è verosimilmente destinato a restare tale, a non essere realizzato.
Non te ne adontare, caro Paolo, amico mio. Di cose belle nella vita ne hai fatte tante, e ci hai regalato tanti sorrisi, tanti sogni, tanta gioia. Ti porteremo nel cuore.
Geppe Inserra

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