C’era una volta Foggia, con le strade belle e senza buche

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C’era una volta che le strade di Foggia non erano piene di buche e non erano occupate dal traffico caotico come avviene oggi.
Guardare vecchie foto e vecchie cartoline è sempre istruttivo, perché ci fa capire da un lato come eravamo, e dall’altro come avremmo potuto essere.
La prima cosa che colpisce, della immagini di via della Repubblica e di via Bari che illustrano il post è l’ordine e la pulizia: poche auto, strade ampie, e marciapiedi larghi e confortevoli. Sul manto stradale non ci sono rappezzi, segno che le strade dovevano essere state asfaltate da poco e che il modesto volume di traffico che le attraversava non doveva porre grossi problemi di manutenzione. Colpisce poi l’imponenza degli edifici che occupano il “focus” delle due immagini: i palazzi Incis nella cartolina di via della Repubblica e il cosiddetto grattacielo Tonani (dal nome della concessionaria di automobili Fiat che ne occupava tutto il piano terra) in via Bari. Sono il segno evidente di una città che voleva crescere, però, già da allora, forzando quello che avrebbe potuto essere uno sviluppo urbanistico d’eccellenza.
I Palazzi Incis e probabilmente lo stesso grattacielo sorsero su aree demaniali, in quanto sia via Bari che via della Repubblica coincidevano con il tracciato degli antichi tratturi della Transumanza. La presenza di tante aree demaniali nel centro cittadino avrebbe potuto produrre una urbanistica d’eccellenza, ma le cose non andarono così.
I palazzi dell’Incis vennero realizzati durante il ventennio fascista nell’ambito del progetto della”grande Foggia”. Inizialmente, i tecnici del regime erano intenzionati a non edificare sul tratturo, ma ben presto arrivarono le deroghe. La prima fu il Palazzo dei Contadini, divenuto successivamente Camera del Lavoro ed oggi sede della Cgil, quindi i Palazzi dell’Incis e via via l’urbanizzazione di via Conte Appiano.
Resta tuttavia l’impressione di una città non soltanto dignitosa, ma anche orgogliosa. Il Palazzo Incis venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti del 1943, e dovette attendere per lunghi anni il restauro. Il grattacielo venne invece realizzato negli anni Sessanta, subito dopo la ricostruzione post bellico. A suo modo è il simbolo di una città che si avviava a valorizzare la sua vocazione terziaria.
E poi, cosa è successo? Forse la chiave per capire perché Foggia non è rimasta la città che era negli anni Sessanta, sta proprio nel suo sviluppo edilizio, che non è coinciso con uno sviluppo urbanistico a misura d’uomo.
Le due cartoline sono state colorizzate utilizzando la tecnica di intelligenza artificiale “profonda” di Satoshi Iizuka, Edgar Simo-Serra e Hiroshi Ishikawa (Let there be Color!: Joint End-to-end Learning of Global and Local Image Priors for Automatic Image Colorization with Simultaneous Classification). Per scaricarle ad alta risoluzione utilizzare i collegamenti alla fine del post.
Ricordo che Lettere Meridiane ha un sito flickr dove vengono raggruppate le foto colorizzate, con i relativi originali in bianco e nero. Lo trovate a questa pagina facebook:

 https://www.flickr.com/photos/155615368@N03/?

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Author: Geppe Inserra

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