La scomparsa di Mario Marenco

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Con Mario Marenco scompare uno dei creativi foggiani più versatili e popolari di sempre. Reso noto al grande pubblico dalle trasmissioni radiofoniche e televisive di Renzo Arbore, Marenco non è stato soltanto l’interprete di una comicità surreale che ha fatto scuola e polarizzato simpatie ed entusiasmo, ma anche un grande designer ed architetto. Una bella espressione di quella Foggia sorridente, ridanciana e creativa che sta purtroppo scomparendo.
Lettere Meridiane lo ricorda pubblicando il “Primo piano” che Maurizio De Tullio gli dedicò sulla rivista Diomede (quanto ci manca..), edita da Cesare Soldi. L’ampio e dettagliato ritratto di Maurizio è completato da una breve intervista a Renzo Arbore e dall’elenco completo dei tanti personaggi interpretati in radio e in televisione. C’è chi sostiene che il celebre prof. Aristogitone sia stato ispirato all’ineffabile Marenco da un noto professore di latino e di greco del Liceo Lanza. Insomma, un foggiano a tutto tondo.
Ringraziamo Maurizio De Tullio e Cesare Soldi per aver consentito alla pubblicazione di questa bella ed esauriente testimonianza, di cui pubblichiamo oggi la prima parte. Domani, imperdibili, l’intervista ad Arbore e l’elenco dei personaggi interpretati dal grande Marenco (g.i.) .

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PRIMO PIANO / PERSONAGGI
MARIO MARENCO
Un foggiano maestro di umorismo surreale e grande designer
di Maurizio De Tullio

Pochi sanno della nascita foggiana di un grande architetto e designer, noto però al grande pubblico per il suo umorismo surreale e l’incredibile numero di personaggi proposti nei programmi cult di Renzo Arbore, da Alto Gradimento a L’Altra Domenica, da Quelli della Notte a Indietro Tutta

Con la sua faccia da eterno ragazzo impertinente, è diventato negli anni uno dei personaggi simbolo dell’umorismo italiano, quello che fa leva sugli aspetti surreali. Umorismo forse meno immediato ma non meno di valore. Fellini disse una volta di lui che era troppo intelligente per essere un vero attore.
I suoi personaggi, atipici e stravaganti, hanno fatto la storia di un pezzo di radiofonia italiana, quella legata al programma cult degli anni 70, Alto Gradimento, ideato e condotto da un foggiano d.o.c., Renzo Arbore, naturalmente con Gianni Boncompagni e Giorgio Bracardi.
I meno giovani lo ricorderanno per forza, visto che a quel tempo l’Italia letteralmente si fermava per ascoltare quei trenta minuti di radiofonia intelligente e irriverente, comprensivi di proposte e lanci musicali di qualità.
Chi scrive non può fare a meno di ricordare cosa accadeva nelle malandate aule del vecchio Istituto d’Arte di via San Severo, a Foggia quando alle 13.00 partiva la sigla, sulle note di Rock around the clock: la lezione proseguiva ma con il sottofondo del programma, almeno quando c’erano professori compiacenti, per non dire complici!
Mario Marenco non è stato solo questo. Anzi, le sue qualità professionali sono state valorizzate – prima ancora di apparire alla radio e poi sul piccolo e grande schermo – nel campo ugualmente creativo dell’architettura. Pochi lo crederanno, infatti, però Marenco è uno dei nomi più noti in Italia e all’estero in questo ambito.
Nato a Foggia il 9 settembre 1933, è architetto e designer di mobili, ma è certamente poi conosciuto dal grande pubblico come attore, autore satirico, personaggio comico e radiotelevisivo. E, per continuare a stupire il lettore, aggiungiamo che in passato è stato anche Professore universitario.
Foggiano sì, ma per caso. Figlio di un colonnello della Guardia di Finanza, che negli anni Trenta era di stanza a Foggia, per le esigenze di lavoro del padre lo segue prima a Bari, poi a Napoli e infine a Roma.
A Bari – sin da giovanissimo – mette in evidenza le indubbie qualità artistiche, da autodidatta, disegnando e soprattutto modellando in maniera ineccepibile volti noti, specie quelli di famiglia e del suo entourage scolastico. Lo testimoniano le foto che presentiamo in queste pagine, con lavori realizzati quando era poco più che quindicenne.
Scriveva di lui, nel lontano 1949, Gino Spinelli de Santelena,  che per primo ne intuì il talento artistico: «Marenco ha in sé il “lievito”per potersi cimentare in ardue imprese, perché infonde nel suo lavoro la parte migliore dì se stesso, consapevole di ciò che il mondo attende da coloro che vivono in continuo “stato di grazia”. Egli guarda al suo domani con occhio sereno, armato di fede e volontà».
E gli porgeva un dorato consiglio: «Auguro che possa sempre più affermarsi e gli consiglio di non lasciarsi trascinare dalle falsi correnti che infestano maledettamente il campo dell’Arte…». Direi che aveva visto (e previsto) bene.
Dopo aver conseguito la Laurea all’Università di Napoli nel 1957, fino al 1960 utilizza borse di studio per esperienze professionali all’estero: quattro fellowship universitari a Stoccolma (alla fine degli anni ’50), borsa Fulbright all’I.I.T di Mies van der Rohe a Chicago e poi un periodo di perfezionamento in Australia. Fino agli anni Settanta gestisce uno studio a Roma in partnership con la Design Consultants di Londra ottenendo segnalazioni in concorsi per ospedali e scuole. In quegli anni opera in particolare nel design di gioielli e occhiali. Dal 1970 è invece attivo nei design in campo residenziale e comunitario per noti marchi come Artemide, Arflex, B&B Italia. Bernini, Poltrona Frau, Galileo, Gruppo Fiat.
Nel mondo dello spettacolo lavora principalmente come interprete, dividendosi spesso tra cinema e tv.
Tra i ruoli di maggior rilievo quelli in F.F.S.S. cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più beneIl papocchio e nel televisivo Don Matteo.
Il suo approccio mediatico avviene nel 1965, del tutto casualmente. Accetta infatti l’invito di Gianni Boncompagni a recitare le sue poesie surreali (composte mentre viaggia in auto!) durante la trasmissione L’altra radio. Nel 1970 toma in RAI ed è – come detto – tra i protagonisti dello storico programma Alto gradimento, ideato e condotto dalla coppia Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. Marenco – tra gli autori del programma, con Bracardi – sarà una fonte prolifica di curiosi e memorabili personaggi: dal Colonnello Buttiglione a Sgarrambona, dal poeta surreale Marius Marencus al Professor Aristogitone (l’elenco completo, in ordine alfabetico, e a parte -nda). Arbore ha ricordato come il primo titolo che proposero alla RAI fu Musica e puttanate, comprensibilmente bocciato.
A quel celebre programma radiofonico ne fece seguito un altro, Radio trionfo, nel quale Mario Marenco si esibisce nei fantasmagorici personaggi che lo hanno reso celebre, come la dottoressa Benzolato in De Martinis.
Dalla radio alla televisione il passaggio – soprattutto con gente del calibro di Arbore – è inevitabile. Questi lo vuole, infatti, nel gruppo che nel 1976 dà vita al primo vero programma di rottura con i tradizionali “contenitori domenicali”. Nasce L’altra domenica, su Raidue, e Marenco è chiamato a dar vita a personaggi sempre curiosi e stravaganti, come Mister Ramengo, un telecronista dai toni paradossali. Due anni dopo, credendo che i suoi personaggi potessero vivere di luce propria, tenta l’esperimento del teatro ma i risultati non si rivelano incoraggianti Nel 1985 torna sul piccolo schermo, ancora grazie ad Arbore. Sempre su Raidue va in onda quello straordinario programma che fu Quelli della Notte e li. impersona Max Vinella e il poeta Vinicio. Qualche anno dopo, tra il 1987 e il 1988, lo ritroviamo in un altro dei programmi più seguiti ed apprezzati della banda arboriana, Indietro tutta, sempre sulla seconda rete Rai, nel quale il comico foggiano veste i panni di Riccardino, un bimbo goffo e dove appare di tanto in tanto anche nelle vesti di un mercante spagnolo intenzionato ad acquistare il popolare marchio del “Cacao meravigliao”, oltre a dare la voce al Vice Presidente dell’Auditel.

La prima apparizione del Marenco attore cinematografico risale all’inizio degli anni Settanta ne Il Colonnello Buttiglione diventa generale (1975, regia di Mino Guerrini, con Vincenzo Crocitti, Jacques Dufilho, Aldo Maccione e scritto da Castellano, Moccia e dallo stesso Marenco), cui seguono Von Buttiglione Sturmtruppenführer (1977, regia di Mino Guerrini, con John Steiner, Jacques Dufilho, Carlo Colombo, Isabelle Marchal, Peter Boom), Il Papocchio (1980, regia di Renzo Arbore con Arbore, Roberto Benigni, Mariangela Melato, Andy Luotto, Diego Abatantuono e tantissimi altri nomi noti), I Carabbinieri (1981, regia di Francesco Massaro, con Giorgio Bracardi. Diego Abatantuono. Leo Gullotta. Renzo Montagnani), Vigili e vigilesse (1982, regia di Franco Prosperi, con Andy Luotto, Giorgio Bracardi, Gianni Magni, Tuccio Musumeci), Quasi quasi mi sposo (19S2, di Vittorio Sindoni con Enrico Maria Salerno, Luciano De Crescenzo, Gabriele Ferzetti, Luciano Salce, Renzo  Arbore, Massimo Lopez); FF.SS. – Cioè: …che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene? (1983, di Renzo Arbore, con Arbore, Pietra Montecorvino, Pippo Baudo, Roberto Benigni, Isabella Biagini, Gianni Boncompagni, Alfredo Cerruti, Maurizio Costanzo, Luciano De Crescenzo, Lory Del Santo): …E la vita continua (1984, regia di Dino Risi, con Urs Althaus, Beatrice Camurat, Giulio Farnese, Anna Galiena, Clio Goldsmith, Sylva Koscina. Philippe Leroy, Virna Lisi ed anche Moana Pozzi); Sing (1989, regia di Richard J. Baskin, con Lorraine Bracco, Peter Dobson, Hannah Gottschalk, George DiCenzo, Rachel Sweet), Le ragazze di Miss Italia (2002) per la televisione e, più recentemente e sempre per la TV, due episodi in Don Matteo nel 2004.
Dal 2006 si esibisce in coppia col musicista e performer Nicola Vicidomini col quale, nel 2007, ha tenuto la direzione artistica della rassegna ’’Salvaguardia Testa Festival a Roma”. Lo stesso Vicidomini lo ha diretto nella produzione Gli americani sono meglio. Marenco è stato anche autore di alcuni fortunati libri dall’inconfondibile tratto umoristico: Dal nostro inviato speciale (Milano BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1978), Lo scarafo nella brodazza, Le storie della Sgarambona, del colonnello Buttiglione, di Vinicio e di altri celebri personaggi di un grande umorista (Milano. BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1977); Los putanados (Milano, Rizzoli, 1980 e Milano, Club italiano dei Lettori, 1981); Stupefax (Milano, Rizzoli, 19S2); Il cuaderno delle poesie (Milano Longanesi, 1988 e Milano, CDE, 1989).
Come lascia intendere l’amico Arbore, nella breve intervista che ospitiamo a parte (verrà pubblicata domani, n.d.r.), sono sempre più rare le apparizioni e le performance di Marenco nel campo dello spettacolo. Prosegue, invece, la sua fortunata e apprezzata attività di designer. Chi sfoglia le riviste di architettura e di arredamento s’imbatte ancora nelle sue creazioni. Che siano… surreali anche quelle?
Maurizio De Tullio

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Author: Maurizio De Tullio

5 thoughts on “La scomparsa di Mario Marenco

  1. Bello e completo quadro biografico di un creativo nato, il cui nome vanta non solo Foggia, ma l’intera Penisola. Complimenti all’autore!

  2. Ringrazio di cuore per l’emozione che si prova nel ricevere questi gentili attestati.
    All’amico e collega Inserra rinnovo la proposta (lanciatagli quasi 4 anni fa) di riprendere la rivista “Diomede. Tra passato e futuro”. Che manchi qualche testata diciamo ‘leggera’ si tratta pur sempre di un vuoto, ma relativo.
    Invece “Diomede” è stato qualcosa di straordinario e inedito nel nostro panorama editoriale. E penso se ne senta davvero la mancanza, in questa epoca le cui regole le dettano solo i Social e non il cuore, che in quelle nostre pagine palpitava forte.

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