Amara Terra Mia racconta la storia delle ricerche petrolifere nel Gargano

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Amara terra mia è sicuramente uno dei più bei siti web che vengano pubblicati in Puglia, sia per la passione civile e culturale dell’autore, Domenico Sergio Antonacci, sia per il rigore con cui vengono affrontati i diversi temi, spiccatamente rivolti al territorio. 
Il blog – che tra l’altro è molto ben fatto anche dal punto di vista tecnico – si occupa in modo particolare di storia, tradizione e natura del Gargano, ma la headline è una sintesi perfetta di quello che si definisce loc-glob: il locale che, difendendo e valorizzando l’amor loci, si proietta in una dimensione più ampia, e diventa globale: “Più continuiamo a conoscere – vi si legge – più continuiamo a sentire queste storie come le nostre storie, più riusciremo a costruire un’Italia diversa.”
Vero, verissimo, anche e soprattutto nel Mezzogiorno, qui in Puglia e in provincia di Foggia, dove il territorio che poteva e doveva costituire la risorsa centrale dello sviluppo è stato spesso oltraggiato, quando non depredato.

Commentando il post pubblicato l’altro giorno da Lettere Meridiane sulla cantonata presa da Davide Tabarelli,  presidente di Nomisma, Antonacci mi segnala una bella pagina che Amara terra mia aveva dedicato all’argomento, raccontando ai lettori i diversi tentativi, nessuno dei quali andato a buon fine, che negli anni Sessanta vennero operati nelle viscere della Montagna del Sole. Insomma non fu il solo episodio, il pozzo alle Tremiti evocato nella intervista alla Stampa dal presidente. Secondo Tabarelli, il fantomatico pozzo sarebbe un esempio di pozzo coltivato nonostante le proteste del territorio, ma senza che l’attività estrattiva abbia danneggiato i territorio: tesi falsa, perché il pozzo non andò mai in funzione in quanto venne giudicato “sterile”, cioè il petrolio non venne trovato. 
Il post, che può essere letto integralmente qui, è intitolato “Le prospezioni petrolifere degli anni 60” ed è corredato da fotografie interessanti.
Le trivelle delle società petrolifere bucarono mezza montagna, ma – sostiene Antonacci – “fortunatamente i risultati delle ispezioni sul promontorio garganico furono tutti negativi.” L’autore è però riuscito a ritrovare le schede di quei sondaggi che – aggiunge – “contengono informazioni interessanti sulla geologia del nostro territorio: quelle prospezioni, infatti, furono molto importanti per conoscere quello che noi non vediamo (sotto di noi) e che oggi sappiamo.”
Nella pagina sono presenti i link alle diverse schede dele ricerche petrolifere che riguardarono, in un arco temporale compreso tra il 1962 ed il 1980) la Foresta Umbra, Peschici, il già ricordato Pozzo Tremiti, due pozzi a San Nicandro e a Cagnano Varano, e poi San Severo, Serracapriola e Termoli.
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Author: Geppe Inserra

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