Manifesti funebri, tolleranza e… le ragioni del Gadd

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Chi di Facebook perisce, di Facebook perisce. Sono spesso critico con alcune tendenze del social network (come il non leggere fino in fondo i post, o il limitarsi a criticare e intervenire sulla base di una foto, ecc.), e questa volta ci sono cascato io. Mai però “smentirmi” mi è stato tanto gradito.
Mi riferisco al post in cui sollecitavo una maggior tolleranza verso le affissioni funebri, e in cui esprimevo il mio dissenso verso Cesare Rizzi e gli Amici del Gadd. Dissenso che non ha alcuna ragione di esistere, come mi fa amichevolmente notare proprio Cesare.
“Grazie Geppe, sempre attento… grazie per l’attenzione…. sono sicuro – mi scrive –  che non ti è sfuggita questa ulteriore precisazione…. che colgo l’occasione per riproporre, che sottolinea, infatti, l’importanza sociale del manifesto funebre e della giusta e decorosa collocazione nelle vie dei quartieri…”
Invece, caro Cesare, mi era sfuggita, in quanto non avevo letto tutto il tuo articolo. Commentando l’immagine dei manifesti funebri coperti (in quanto abusivi) dall’ufficio affissioni del Comune, Rizzi aveva scritto, infatti: “il caso delle affissioni funebri è sintomatico, e non può trovare risposta nel solo “controllo del territorio”, che avrebbe come conseguenza, l’accanimento verso le ditte di pompe funebri, ed il malcontento dei cittadini che si vedrebbero privati del diritto di piangere i propri cari. Il culto dei morti, e delle celebrazioni funebri, è un rito molto radicato dalle nostre parti. L’Amministrazione Comunale, dunque, deve dare qualche risposta che vada oltre il controllo dei trasgressori.”

Come sempre, Cesare Rizzi è molto propositivo e nell’articolo formula alcune interessanti e condivisibili suggerimenti: “Predisporre nei centri abitati una unica bacheca nel raggio di 2 Km specializzata per ospitare i manifesti funebri; imporre ai costruttori l’installazione di una bacheca “condominiale” per ogni palazzo costruito; imporre alle pompe funebri (che comunque ne traggono profitto) la installazione, la gestione e la manutenzione coordinata e coorganizzata delle bacheche nei punti strategici della città; sensibilizzare le chiese parrocchiali affinché contribuiscano alla installazione delle bacheche.”
Sul mio post interviene anche Gianni Pellegrini: “Dibattito interessante, e mi piace come sempre lo stile di Geppe. Dissente con argomentazioni, con garbo, con la testa. Naturalmente è importante la precisazione di Cesare, che forse potrebbe darti una luce un po’ diversa sulla questione, Geppe.”
Infatti me l’ha data e come dicevo prima mai sono stato tanto contento di smentirmi. Un’altra buona occasione per sottolineare la stile e la qualità delle riflessioni e dell’impegno civile di Cesare Rizzi e del Gadd.
Sul mio post sono intervenuti anche (e li ringrazio) con stimolanti osservazioni Liberato Bonghi, ex consigliere comunale di Troia (“a Troia – scrive – vi sono siti esclusivi per manifesti per i defunti. invitate l’amministrazione comunale a farli in tutta la città”) e l’Università del Crocese. “Condivido il pensiero di Geppe – scrivono gli amici dell’associazione che si occupa di insegnare e valorizzare le tradizioni cittadine – ed invito a riflettere sui cartelli che lasciano le agenzie immobiliari sulle pareti degli stabili che non si degnano di rimuovere neanche dopo aver venduto l’immobile in questione.”
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Author: Geppe Inserra

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