Più briganti o più svevi? La discussione

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Siamo più briganti o più svevi e fridericiani? L’una e l’altra cosa, forse. Ma la verità è che l’identità di un territorio è qualcosa di profondo, e a volte di inesprimibile. Ma ciò che conta è parlarne, perché una identità “serve” se produce (auto)coscienza. Uno dei nostri problemi più grandi (forse il più grande, anche dal punto di vista del mancato fallito sviluppo economico) sta proprio nella difficile identità, nello spaesamento costante, nella perdita di memoria.
Il problema della identità in bilico tra briganti e svevi è stato posto con molto acume ed intelligenza da Girolamo Arciuolo, in un post in cui raccontava un episodio occorsogli in vista al Castello di Lagopesole.
Le sue parole hanno suscitato, su facebook, un intervento di un altro acuto osservatore della realtà cittadina e provinciale, Massimo Mazza che ha scritto: “Quale responsabile di un fondo di conservazione della Biblioteca posso assicurare che in tanti: studenti, ricercatori, gente comune, frequentano i Fondi Speciali per studiare e/o per aggiornarsi sulla storia della città con particolare riferimento alla “Foggia regia ed inclita sede imperiale”; momenti di grande fulgore che non furono unici se si pensi ai periodi successivi riferiti alla “Dogana” e alla Foggia del Settecento. Certo in tanti ignorano il nostro fiorente passato, ma l’indole resta sempre quella “messicana” in una popolazione dalle grandi potenzialità, d’altronde di esempi di personaggi illustri, che si sono fatti e si fanno tuttora onore nel nostro Paese, in Europa e nel Mondo, ve ne sono tanti.”
A Mazza, che è responsabile dei Fondi Speciali della Biblioteca Provinciale, ha risposto lo stesso Girolamo Arciuolo: “Bene, mi fa estremo piacere. Io propongo una piccola idea. Il programma di studio delle scuole di capitanata dovrebbe essere integrato (c’è il pof a tal proposito che può vedere anche la partecipazione di istituzioni e soggetti diverso dalla scuola) con una parte dedicata a Federico II. Attraverso alunni e studenti si raggiungono anche i genitori e amici e poi si semina…”
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Author: Geppe Inserra

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