Pd di Foggia: la bella faccia non basta. Le accuse di Michele Salatto

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Paolo Campo

Il meno che si possa dire, dopo l’ennesimo colpo di scena, è che nel Pd della provincia si navighi ormai a vista.  L’azzeramento della segreteria provinciale voluto dal segretario Paolo Campo ha colto un po’ tutti di sorpresa Un azzeramento radicale che premia soprattutto i giovani: una svolta sicuramente, dal punto di vista anagrafico. Il tempo dirà se la scelta del segretario funzionerà anche dal punto di vista politico.
Ma per il momento l’impressione è che anziché il confronto, la riflessione, l’autocritica che avrebbero dovuto far seguito alla batosta elettorale patita alle politiche di febbraio, si sia privilegiata ancora una volta la ricerca del colpo di scena. I dieci nomi voluti dal segretario a radicale sostituzione della vecchia segreteria sono effettivamente tutti nuovissimi, in stragrande maggioranza provenienti dalle fila dei Giovani Democratici: Federica Castagnetti (segretaria del Circolo di Vieste), Claudia Colangione, Antonio Fiorella (segretario del Circolo di Biccari), Lorenzo Frattarolo, Francesco Pastore, Tina Preziosi, Gianluca Ruotolo, Giovanni Vergura (consigliere comunale di Monte Sant’Angelo). Del gruppetto faceva parte anche il lucerino Ivano Di Matto, che però ha dovuto rinunciare. È un funzionario della Cgil, e la prescrizioni statutarie del sindacato non consentono di far parte di organismi dirigenziali di partiti politici.

Presentando la composizione della nuova segreteria provinciale Campo ha parlato di scelta rivoluzionaria:  “Il PD in Capitanata ha una bella faccia – ha detto il segretario – e la mia è stata una scelta meditata e totalmente distante dalle geografie delle correnti e delle aree costruite prima delle elezioni. È una fase superata, siamo in una vicenda nuova, e la segreteria è il luogo che la rappresenta in una stagione di corresponsabilità. A Foggia più che altrove abbiamo bisogno di una soluzione anche rivoluzionaria”.
Chissà se per rilanciare il partito basterà la “bella faccia” disegnata da Campo, probabilmente no. La politica non è affare da chirurghi estetici. Né la mossa del segretario pare destinata a sopire i contrasti interni, che invece hanno ripreso fiato e vigore, subito dopo che è stata resa nota la composizione della segreteria.
Il Paolo Campo rottamatore, che parla di ricambio generazionale come condizioni essenziali per far parte della nuova classe dirigente del Pd, non piace nemmeno un poco ai renziani. Il coordinatore provinciale dei comitato che sostengono il sindaco di Firenze, Michele Salatto, attacca pesantemente il segretario accusandolo di “renzismo in salsa bersani”.
Per Salatto, la presunta svolta annunciata da Campo è soltanto un modo per non ammettere il fallimento della sua segreteria e della sua leadership. Va detto che i renziani sono comunque rappresentati all’interno del nuovo organismo: c’è infatti Lorenzo Frattarolo, coordinatore del comitato Adesso!Foggia.
“La nuova segreteria – scrive Salatto – viene salutata dal segretario Campo come il frutto di una scelta meditata e totalmente altra rispetto alle geografie delle correnti e delle aree. Il segretario dice superata dai fatti la fase delle correnti e delle aree.  In periodo di scouting politico, la tentazione di pensare che , liberandosi dell’ultima tunica , ci si libera dal peso delle scelte fatte è grande e assai seducente. Il pluralismo è da noi considerato un elemento distintivo di un partito democratico. Altra cosa è il proliferare di correnti, fenomeno degenerativo del pluralismo,  le cui radici si annidano tuttavia in un disagio latente interno al partito che, non  trovando una sintesi nella sua leadership,  diventa unica ratio per tenere uniti tutti sotto lo stesso tetto. “
“La segreteria bocciata dai fatti – parola di segretario. Una presa di distanza frettolosa, una scorciatoia che dovrebbe farci raggiungere più in fretta  la meta. Il  Pd ha ora una bella faccia giovane.  Di sicuro qualche  ruga in meno. E ci scopriamo tutti renziani.  Un renzismo in salsa bersani. Tutti via tranne  il padre guardiano”, prosegue Salatto che conclude la sua nota puntando ancora una volta il dito contro Campo.
“In politica  non esistono scorciatoie. Bisogna valutare il lavoro svolto,  esaltarsi per i risultati positivi ottenuti, pochi è vero, e caricarsi con onore e onere dei risultati negativi, tanti purtroppo. Attribuire responsabilità a terzi, sentirsi altro dall’organismo che si guida,  e che si è contribuito a nominare per prerogativa propria,  appare avvilente per l’artefice della proposta e di dubbie prospettive per il partito.”

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Pd di Foggia: la bella faccia non basta. Le accuse di Michele Salatto

  1. Questi giovani che non assolvono il dovere di diventare uomini hanno creato sempre grosse porcherie. Il dilagare dell'immagine della giovinezza produce solo vergogna sociale.

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