Chi ha paura di Lettere Meridiane?

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Lo spessore civile di una città si misura anche dal modo con cui la città si esprime (svelandosi) sulle reti sociali, sui gruppi facebook, sui forum. L’amara sensazione che percepisco è che anche su questo Foggia accusi un profondo malessere, che si coglie non soltanto nei contenuti dei gruppi, in certe interminabili e sterili polemiche, ma anche nel modo con cui questi vengono governati.
I lettori e gli amici di Lettere Meridiane sanno che si tratta di un blog indipendente, che viene realizzato esclusivamente attraverso il lavoro volontario dell’autore e dei contributi intellettuali di quanti lo arricchiscono con i loro interventi o commenti. Il tutto per esclusiva passione civile e culturale, senza altri fini.
L’obiettivo sostanziale e dichiarato di Lettere Meridiane è sostenere la circolazione delle idee in un territorio in cui le idee, ahimè, stanno diventando merce sempre più rara e la loro circolazione sempre più asfittica.
Talvolta Lettere Meridiane si occupa di politica, e posso capire che questo possa dare fastidio a qualcuno. Cerco di farlo sempre con la maggiore obiettività possibile, nell’idea che non può esservi progresso se non cresce la “polis“, e che l’inverecondo spettacolo offerto in questi anni dalla cattiva politica non dev’essere un alibi per il qualunquismo e per l’antipolitica: proprio perciò è più che mai necessario sforzarsi di costruire la buona politica.

Almeno nelle dichiarazioni di principio, sulla stessa lunghezza d’onda si attestano tanti altri gruppi su facebook, per i quali dovrebbe essere un patrimonio comune l’idea che per costruire una “polis” migliore le idee debbano circolare, e che si debba stimolare la discussione, il confronto, la riflessione, il pensiero.
Ma non sempre è così. Il rapporto tra Lettere Meridiane ed i gruppi è essenziale, perché l’avvento del social network ha reso obsoleti i blog. Per far circolare i post è così necessario pubblicare i relativi collegamenti nelle bacheche dei gruppi, nella speranza che vengano condivisi da un certo numero di iscritti e si azioni il meccanismo, appunto, della circolazione. Ma non dovrebbe essere proprio questa – garantire la circolazione delle idee – la funzione propria dei gruppi del social network?
In generale il rapporto con i gruppi più affini ai temi affrontati da Lettere Meridiane è buono. Ho accolto con simpatia qualche rimbrotto di alcuni amministratori circa la pubblicazione di alcuni post di argomento politico, su gruppi piuttosto tematici o dichiaratamente apartitici. Mi scuso non questi amici se talvolta sono apparso invadente: credo, comunque, che non esistano questioni del tutto tecniche (un caso esemplare è quello dell’aeroporto). La politica ha sempre un suo ruolo, tanto nella soluzione dei problemi quanto – più spesso – nella loro mancata soluzione o nel loro aggravamento.
Non ho invece assolutamente capito le ragioni che hanno indotto l’amministratore di un gruppo che pure si dice, già nel titolo, dichiaratamente “propositivo” a rimuovere la mia adesione (impedendo così la pubblicazione dei link ai post di Lettere Meridiane), senza peraltro fornire lo straccio di una motivazione o di un preavviso. Intendiamoci, ognuno è libero di fare ciò che vuole nel proprio gruppo, comportamenti simili non sono un modello di bon ton.
Per essere certo che non si trattasse di una svista o un equivoco ho anche scritto all’amministratore, chiedendo lumi sulla ragioni dell’estromissione, ottenendo in risposta un eloquente silenzio.
Evidentemente il gruppo è “propositivo”, soltanto se a formulare le proposte sono gli amministratori del gruppo o quanti sono d’accordo con loro.  Che amarezza…

Geppe Inserra
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Author: Geppe Inserra

3 thoughts on “Chi ha paura di Lettere Meridiane?

  1. Non sono tra quelli che si scandalizzano quando un "nuovo" (partito, movimento, associazione…) avanza. Non ne temo l'arrivo ma le vere motivazioni. Perché – specie qui a Foggia, ed è su questo punto che mio soffermerò – la Storia, anche più recente, ha dimostrato quanto col "nuovo" sia coinciso il vecchio.
    All'inizio degli anni '90, negli ambienti della destra foggiana, cominciarono a sorgere associazioni come d'incanto attente al territorio, alla città, a ciò che non andava e andava fatto.
    Le animavamo docenti, professionisti, ex politici della cosiddetta Prima Repubblica. Avevano un sogno? Non so. So solo che quella fervente attività associazionistica in brevissimo tempo servì da traino per le prime elezioni utili, quelle che elessero Paolo Agostinacchio Sindaco di Foggia (per due mandati). E in quelle giunte comunali chi trovarono agevolmente posto? Gente in buona parte rispettabile, beninteso (come i miei amici Maria Rosaria Lo Muzio e Umberto Candela), che incarnavano quel pensiero forte che andava sotto l'etichetta di "società civile".
    Anche a sinistra, in verità, ci fu un percorso se non analogo molto simile. Col Presidente Antonio Pellegrino (anche lui eletto per due mandati, e nella prima consiliatura fautore di una buona Giunta Provinciale) arrivarono alcune espressioni sempre di quella cosiddetta "società civile". Sulle successive preferirei non esprimermi.
    A metà di questo decennio altro giro di walzer e nuove "cristalline" figure svettano all'orizzonte, ma sempre nel sacro nome dell'associazionismo e della società civile, dei valori e della… qualità della vita.
    Lo ricordo come ieri. Domenica pomeriggio del 2007. Fui invitato da Antonella Bevilacqua, conduttrice a "Teleradioerre" del programma calcistico che comprendeva la diretta della partita del Foggia Calcio. Presentavo il mio libro su Ralph De Palma e con me, tra gli altri, c'era un giovanotto già allora in tenuta berlusconiana. Promuoveva la sua neonata associazione e ribadiva l'importanza del ruolo della società civile. Essendo io vaccinato ma – come dicevo all'inizio – non scandalizzato, augurai lunga vita all'associazione col preciso augurio che ciò non si rivelasse il classico giochetto del trampolino, con l'ennesimo "oplà" elettorale.
    Il giovanotto, figlio di una limpida personalità della cultura e della professione forense foggiana, mi tranquillizzò. "Non si preoccupi, so distinguere i ruoli" mi disse in diretta con quella parlata da libro stampato, replicando alle mie perplessità.
    Risultato? Due anni dopo (2009) era già consigliere comunale del centrodestra e oggi è già il primo candidato alla carica di Sindaco di Foggia nelle elezioni amministrative del 2014.
    Potrei andare oltre. Non avrei difficoltà a prevedere qualche altro gesto "Propositivo" nella Foggia che si attorciglia tra Facebook e salti di Grilli, con amici e colleghi che si rifanno una verginità dopo aver condiviso schifezze ultradecennali della Prima Repubblica, all'ombra di scudi crociati, garofani e sol levanti.
    'Mangiare bene e spendere poco'. Dovrebbe essere lo slogan di chi propone di consumare solo 'foggiano' (come se l'autarchia commerciale, da sola, risolvesse i problemi dell'economia di Capitanata! Altra cosa è la filosofia alla base dei prodotti a chilometro zero proposti da Coldiretti…).
    'Spendere poco e mangiare bene' sembra essere invece un altro slogan, buono per chi, senza spostarsi dal mouse, cerca di guardare lontano… lontano… lontano…
    (m.d.t.)

  2. … gli amanti di una pura informazione, che molto spesso considerano la loro, non amano il riscontro, essi si affacciano in rete, costituiscono gruppi nella speranza di omologare a sé, costruiscono un mondo, al di fuori del quale non c'è salvezza. La dissonanza viene prontamente estromessa, non c'è bon ton che tenga.

  3. Abbiamo tutti un qualcosa da raccontare del passato politico del tizio o del caio, ma dobbiamo guardare avanti fare un balzo in avanti di qualità e no di "quantità". Quindi se uno crede in quello che fa, a prescindere dal credo altrui, lo si continui a fare…fare un balzo avanti o un salto nel buoi è solo per i pochi che credono si possa attuare una politica trasparente e onesta, rappresentata da cittadini e non da delegati dai cittadini, sarà utopia la mia ma come spesso aggiungo ai miei commenti "ad augusta per angusta"..

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