Monti Dauni, più partecipazione popolare per evitare il collasso

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L’anonimo ed illuminato lettore che con era intervenuto con un post molto intelligente nel dibattito sulla esclusione dei comuni dei Monti Dauni dai beneficiari dei finanziamenti Smart Puglia, si racconta. È originario della nostra terra, proprio dei Monti Dauni, ma vive in Emilia. Ed è rimasto anonimo solo perché non aveva tempo di registrarsi su Google.
In quest’altra, altrettanto lucida riflessione, analizza non solo le ragioni tecniche, ma anche quelle politiche che mettono il Subappennino Dauno in una condizione di endemica debolezza. Ecco quanto ci scrive.

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Credo che, aldilà dell’esigenza di soddisfare gli elettori dei luoghi in cui si siano ottenuti più voti, chi sta al governo di enti locali ed istituzioni, debba far fronte anche a territori e popolazioni svantaggiate sia per posizione geografica, sia per la natura del territorio. Territori che, non dimentichiamo, (come precisava anche Geppe Inserra) danno forza agli indicatori necessari per l’ottenimento di molti fondi strutturali da Bruxelles.

Parliamo di gente che risiede in Puglia, Provincia di Foggia, sub-appennino Dauno. Gente che ha gli stessi diritti di un cittadino di Foggia e come tale paga le tasse. Gente che non ha scelto di vivere in quei posti, ma che lì ci è nata e che a quei posti è affezionata e legata radicalmente.
Io sono nato a Lucera ma ho vissuto per circa 25 anni a Castelnuovo della Daunia, il Paese della mia famiglia, da secoli. 50 anni fa il mio Paese (come altri del Sub-Appennino Dauno) contava oltre 3000 abitanti, adesso i residenti presenti si aggirano intorno a mille.
Da noi le strade, molto spesso o quasi sempre sono rotte, l’assistenza medica è quella che è e qualche ospedale considerato più o meno efficiente è situato a una distanza di circa 45-60 km, l’ADSL telefonica viaggia max a 0,7 Mb, abbiamo fatto istallare, alle grandi aziende del nord e estere, parchi eolici imponenti con benefici zero per i residenti delle nostre zone (si poteva per es. diminuire il costo dell’energia elettrica sia per i residenti, sia per le aziende, incentivando così magari l’entrata o la nascita di nuove imprese per creare lavoro, ma niente, i tecnici e i politici non “ci hanno pensato” evidentemente.
Bando ai discorsi filosofici, bisognerebbe agire adesso nell’ambito della nuova programmazione ed avere consapevolezza di noi stessi, prendere forza ed agire, perché abbiamo diritto. Diffondiamo i nostri pensieri e la nostra voce utilizzano soprattutto questi nuovi strumenti di comunicazione, che, come vedete dai fatti, stanno sostituendo pian pianino la carta stampata.
Ricordo ancora che abbiamo diritto, nell’ambito di determinati obiettivi del documento unico di programmazione D.U.P. Puglia 2007-2013 e nello specifico PAR FSC (che non si sono ancora chiusi), ad avere la priorità nella realizzazione di determinati interventi rispetto ad altri. Chi governa spesso ci dimentica perché preferisce destinare il grosso delle risorse ai luoghi più popolati.
Bisognerebbe coalizzarsi , come ho già detto, bisognerebbe cominciare a progettare concertando insieme gli interventi ritenuti importanti e prioritari per le nostre zone, inserirli nella nuova programmazione e reclamarli con determinazione, anno per anno, al momento giusto e non mollare, se a ragione, alle giustificazioni di Bari. Se necessario, a volte, bisognerebbe anche ben organizzare manifestazioni di protesta a Bari, magari davanti alla sede del consiglio o giunta regionale. Partire con treni, bus e auto dalle nostre zone numerosi, in modo civile, con tanto di striscioni e bandiere, ricordando che il sub-appennino fa parte della Puglia e noi e i nostri territori contribuiamo in maniera più che significativa all’ottenimento di fondi da Bruxelles.
Ricordiamoci anche delle risorse Ex-FAS ora FSC destinate prioritariamente a zone sottoutilizzate e prevalentemente sottosviluppate come le nostre, per gli obiettivi che ci competono. Ricordiamo, inoltre, che per le città ed aree metropolitane vi sono specifici obiettivi nel D.U.P e quasi tutti gli altri, alla fine, finiscono per alimentarle in termini finanziari perché, alla fine, molti interventi passano comunque da esse. Pensate a ferrovie, cablaggi, piste ciclabili, viabilità, aeroporti, collegamenti e trasporti, riqualificazione urbana, ambiente ecc. Finora è stato così e per molti versi lo sarà ancora, ma si spera, in futuro, di avere più riguardo alle nostre zone per ciò che ci spetta, ma bisognerebbe attivarsi.
G.C.

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Monti Dauni, più partecipazione popolare per evitare il collasso

  1. Che bella prospettiva reclamare ricchezza prodotta dalla miseria. Si vive in un presente vuoto di capacità creative. Non vedo attività zootecnica significativa, né processi produttivi conseguenti, quali lo sviluppo di attività casearie e della macellazione, tipicizzazione di prodotti e loro marketing, né forestazione produttiva. Caro anonimo GC goditi l'ospitalità romagnola, non coltivare nostalgie, quel centinaio di attivi che permangono a Castelnuovo della Daunia non hanno alcuna voglia di sviluppo, stanno bene così. Per la maggiore imboscati nella pubblica amministrazione e nei servizi, usano il territorio, a loro disposizione, quel tanto necessario per ricavare rendita che si aggiunge al loro reddito; mai un investimento per lo sviluppo, anzi si stanno vendendo anche il paesaggio, con pale eoliche che assicurano ulteriori rendite. Il processo di modernizzazione è una mentalità e a Castelnuovo della Daunia, come a Troia non c'è.

  2. Evidentemente al signore del precedente post non piacciono i Monti Dauni, però, scrivere così, vuol dire anche un po' perdita di stile, secondo me. Noi che siamo pugliesi dovremmo essere più uniti e prima di dire qualcosa dovremmo pensare meglio se ciò che stiamo dicendo ha un fondamento. Rispondo. Noi stiamo reclamando solo quello che spetta al nostro territorio. La teoria di avere ricchezza solo se produco ricchezza non ha molto senso nell’ambito della programmazione e delle politiche del territorio volte alla riduzione del divario socio-economico come dovrebbe essere nel PAR FSC Puglia 2007-2013 per es.(vedi post del 19/12). Aggiungo che è l’Italia tutta e non il territorio Foggiano ad alimentare i Fondi Strutturali che poi ci tornano indietro nei POR (vedi per es. FSE, FESR, FEASR). Questi ultimi in particolare, in alcuni “assi”, ci sono risorse destinate ad investimenti pubblici (vedi per es. asse IV). Sono interventi, quindi, che per le politiche che vi sono dietro, spettano al territorio indipendentemente dal numero di abitanti che ci vivono e andrebbero dimensionati alle giuste necessità di quei territori. Spero di essere stato chiaro, ma aggiungo, dicendo che ai Monti Dauni non necessitano superstrade a doppia corsia, ma almeno una strada buona, almeno quella che percorre il trasporto pubblico, il minimo. Parlo di 4 paesi Castelnuovo, Casalvechio, Casalnuono e Pietra che insieme contano oltre 7 mila abitanti (non pochissimi), ma il discorso vale per tutti i paesi collinari e montani della provincia di Foggia. Io sto in Emilia, adesso, ma ho lavorato alcuni anni per la Regione Puglia e per la Provincia di Foggia, fino al 2012. Anche in Emilia c'è un Appennino che ospita diversi paesi collocati dai 500 ai 1000 metri, ma diversamente, qui ci sono politiche regionali-territoriali che generano programmi volti alla tutela e valorizzazione di quei territori, con tanto di siti internet, pubblicazioni e reti informative che sponsorizzano sagre, passeggiate, luoghi ed eventi di ogni genere, strade curate ed altre infrastrutture che vanno dai colli bolognesi fino ad arrivare ai confini delle regioni vicine (problemi poi non mancano sia per il terremoto che per le ultime alluvioni). Agli abitanti delle grandi città piace andare sui colli o sui paesi dell’appennino, anche per evadere dalle città e dal caos quotidiano. Ripeto, c’è una più attenta politica della tutela e valorizzazione del territorio, dell’ambiente e del turismo rurale; perché da noi non dovrebbe esser così? Molte persone da Foggia, Lucera e San Severo ecc. vengono nei nostri paesi alla ricerca di prodotti sani e genuini, aria e acqua buona, per mangiare in qualche bel ristorante ecc. ma se trovano strade impercorribili, piazze rotte e degrado perché mai dovrebbero tornarci? Io, se potessi, ci tornerei comunque e non è escluso che lo rifaccia in futuro. Vi ricordo tra l’altro che a Castelnuovo c’è un impianto termale di tutto rispetto che andrebbe alimentato con qualche altra infrastruttura ……..
    CG

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