Tornano ad incontrarsi i “ragazzi di don Tonino Intiso”. Quarantadue anni dopo.

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Nel 1972, dal 16 al 26 settembre, 84 giovani di Foggia, Apricena e San Marco in Lamis si ritrovarono a Savignano Irpino, per riflettere insieme sulla Lumen Gentium, e vissero un irripetibile esperienza di fede e di pensiero.
Da quel campo scuola, organizzato dalla Gioventù di Azione Cattolica, nacquero vocazioni, fidanzamenti poi sfociati in matrimoni, esperienze culturali tra cui gruppi teatrali: tanti momenti forti che hanno scavato tracce profonde nella vita dei partecipanti. 
Tra i giovani che vi presero parte, vi furono anche quegli amici di don Tonino Intiso che si stanno in questi giorni impegnando per trovare una degna sistemazione all’archivio ed alla biblioteca del sacerdote foggiano e per aiutarlo a costruire un centro d’ascolto.
Allora don Tonino era l’assistente spirituale dell’Azione Cattolica giovanile diocesana, e fu l’animatore della esperienza di Savignano, assieme ad un altro grande sacerdote foggiano, il mai troppo compianto don Pompeo Scopece.
La Chiesa era attraversata da forti tensioni di rinnovamento grazie al Concilio Vaticano II che si era concluso qualche anno, e di cui la Lumen Gentium rappresentava e tuttora rappresenta uno dei documenti più importanti e rivoluzionari. Si faceva strada l’idea della Chiesa come ecclesia, assemblea e comunità, che vede impegnati con pari dignità le gerarchie e i laici, di una pastorale meno dottrinale e più autenticamente evangelica.
A guidare la Chiesa foggiana c’era allora mons. Giuseppe Lenotti, un vescovo illuminato e profondamente conciliare, che si poneva con grande consapevolezza il problema del rinnovamento della Chiesa locale e che teneva particolarmente ai giovani.

Tanto per dare un’idea, la domanda conclusiva del questionario che venne distribuito all’inizio dei lavori del campo scuola, per favorire la reciproca conoscenza di quanti vi partecipavano, poneva senza mezzi termini la questione “Che cosa ti sembra di vecchio e inadeguato nella Chiesa di fronte al mondo moderno?”
“Le risposte – si legge negli atti – indicano una completa accettazione ed approvazione delle innovazioni conciliari, e l’esigenza di un Cristianesimo vero, al di là della semplice pratica esteriore.”
Il campo scuola si svolse in questo spirito, e propiziò nei partecipanti una nuova consapevolezza del loro essere cristiani e del loro modo di intendere e vivere il Cristianesimo.
L’esperienza di Savignano rappresentò a suo modo un sasso gettato nell’acqua spesso stagnante di una chiesa il cui lungo cammino verso la dimensione conciliare ha vissuto ombre e luci negli anni successivi. 
La metabolizzazione del prorompente messaggio di innovazione del Concilio Vaticano è stata molto più lenta e più difficile del previsto. 
La stessa vicenda che vede protagonista don Tonino Intiso, rimasto senza parrocchia e con la necessità di salvare il suo archivio-biblioteca, è un sintomo amaro della difficoltà della Chiesa locale di vivere il presente con la dovuta consapevolezza, di aprirsi ai problemi della città e del territorio in un momento in cui la crisi, la disoccupazione stanno producendo tanta povertà e tanta sofferenza. 
Due anni fa, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio, Papa Benedetto XVI ha indetto l’Anno della Fede proprio allo scopo di consolidare ed attualizzare lo spirito conciliare.
La Lumen Gentium continua ad essere un faro. Un faro che va forse riacceso.
Quanto è accaduto a Savignano Irpino quarantadue anni fa, ha prodotto storia. Molti di quei giovani hanno continuato a incontrarsi. Sono rimasti amici. E hanno deciso di ritrovarsi, stringendosi attorno don Tonino, e ripartendo in un certo senso proprio da Savignano. 
Il primo appuntamento è in programma venerdì 11 aprile prossimo, alle ore 17.00 nella Sala Mazza del Museo Civico. Verrà presentato un e-book contenente gli atti della indimenticabile esperienza di Savignano Settantadue.
Si tratta della versione digitale dei numeri speciali che vennero pubblicati dopo il campo scuola dal Settore Giovanile dell’Azione Cattolica foggiana (“Giovani per un impegno nella Chiesa”) e da Gioventù Viva, il periodico parrocchiale di San Ciro. L’immagine che illustra questo post, disegnata da Savino Russo, è tratta da una di tali pubblicazioni.

L’incontro dell’11 aprile avvia il programma di iniziative che gli amici di don Tonino Intiso hanno varato per rendere agibile l’archivio-biblioteca di don Tonino che raccoglie tanti momenti importanti (e a rischio di scomparsa) della Chiesa foggiana.
All’appello ha risposto l’Arciconfraternita del Carmine che potrebbe mettere a disposizione i locali. Ma tanto c’è da fare per rendere questo straordinario patrimonio di memoria, disponibile alla città.
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Author: Geppe Inserra

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