Dai Monti Dauni una nuova dimensione dello sviluppo: il caso di Biccari

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Una volta li chiamavano paesi presepi, e la metafora, ancorché
suggestiva, sotto sotto conteneva una notazione negativa. Il presepe è
qualcosa di statico, di povero. Lo spettacolo del presepe è sicuramente
bello per chi contempla, ma non per chi lo interpreta.  Se è
emozionante  ammirare questi paesi adagiati sui morbidi declini delle
colline della Puglia Settentrionale, quando di notte si accendono di
cento luci e irradiano serenità e dolcezza, non bisogna dimenticare che
abitarci è un’altra cosa.
Le cose stanno cambiando, però. E questa
estate 2014 segna in un certo senso lo spartiacque. La crisi finanziaria
che ha colpito  i bilanci dei maggiori comuni della piana ha reso
asfittici i capitoli di spesa dedicati alla cultura. In collina si
procede invece a gonfie vele. Aiutati anche dai proventi delle royalties
delle pale eoliche, i comuni dei Monti Dauni stanno sempre più
investendo in cultura (come ho scritto già qualche giorno fa, in un’altra Lettera Meridiana)
ed intrattenimento, e stracciano non soltanto le città della pentapoli
ma anche i comuni turistici del Gargano, la cui offerta turistica è
sempre più debole per quanto riguarda la componente culturale, che è
invece sempre più richiesta.
Le buone prassi che arrivano dai Monti
Dauni trascendono però l’aspetto puramente culturale: rivelano la
possibilità di un modello di sviluppo diverso, su cui dovrebbe
riflettere attentamente tutta la Capitanata.
Un altro bell’esempio
arriva da Biccari dove tra qualche giorno (il 12 agosto) verrà celebrata
la sesta edizione della Festa del Borgo Vecchio.
Nelle
stradine del centro storico sarà possibile degustare prodotti tipici a
volontà nei tredici stand predisposti dai produttori locali, visitare
diciannove postazioni  impreziosite da monumenti, artisti ed artigiani
locali e divertirsi fino a notte fonda con la danze e musica dei Rinaldo
Doro e Beatrice, Bolly Bari Danze Indiane bollywood, Tarantella
Montemarano, Desy Adams e Jason O’Rurke, Eric Thèzé mazurke e Bal Folk,
Bandabrisca, Rareca Antica Duo e R. Coppola, Remy Tatard e Via chine
abball, in quella che si annuncia come una ricchissima rassegna folk
sotto la sapiente guida di Agorart di Biccari.
Ma non è tutto. Il
percorso enogastronomico sarà anticipato da un momento molto importante.
Un incontro pubblico con il Direttore Nazionale di Città del Bio,
Ignazio Garau, che presenterà alle ore 18.30 la candidatura del Comune
di Biccari a Città Bio ed il protocollo per la realizzazione di un
distretto biologico dei Monti Dauni.
Biccari costituisce un caso
paradigmatico dello sviluppo possibile dei Monti Dauni. Qualche decennio
fa, durante la fragile stagione dell’industrializzazione veicolata
dalla partecipazioni statali fu, assieme ad Ascoli Satriano, tra i
comuni dell’area che beneficiarono di insediamenti industriali  come
risarcimento di quello che passò alla storia come lo scippo del metano.
Sui
Monti Dauni il processo industriale si rivelò ancora più fragile che
altrove: la ricchezza e le speranze alimentate dalle improbabili
industrie chimiche che vi aprirono i battenti, andarono presto frustrate
con il disimpegno delle partecipazioni statali. Oggi Biccari
riprova la via di uno sviluppo diverso: all’insegna della compatibilità e
delle vocazioni più vere del territorio. Dove c’era una volta la
chimica, si punta sui valori dell’ecologia. E se tutta la provincia di
Foggia facesse altrettanto?
Biccari è diventata un vero e
proprio cantiere culturale ed ambientale. Un paio di anni fa, il centro
storico si è trasformato in un set cinematografico ad iniziativa di
Antonio Silvestre e Mario Tani, rispettivamente regista e produttore del
bel cortometraggio La Stagione dell’Amore (qui il post in cui ho parlato della prima).
I due sognano adesso di girare, partendo sempre da Biccari, la versione
lunga del film, e potrebbe essere per il paese il salto di qualità
decisivo. Poi, il cospicuo programma per ricordare Ralph De Palma,
leggendario campione di automobilismo che ebbe i natali a Biccari. E va
detto che, grazie anche all’intelligenza dello “scopritore” italiano di
De Palma, Maurizio De Tullio, non si è trattato di un’operazione di
mero recupero della memoria, ma di qualcosa di più sofisticato: un
recupero d’identità che ha trasformato De Palma in un attrattore per la
cittadine in cui vide la luce. Infine soltanto qualche settimana fa
l’inaugurazione del Parco avventura del Lago di Biccari, che è uno dei più suggestivi angoli della Puglia.
Biccari è tornata ad essere l’ombelico della Capitanata, come scrivevo in una Lettera Meridiana
di tre anni fa, in cui ospitavo le amare riflessioni del sindaco
Gianfilippo Mignogna che da poco aveva indossato la fascia tricolore e
che si rammaricava nel vedere la sua cittadina indietro rispetto ad
altri comuni collinari: “mentre altri Comuni gareggiavano per ottenere riconoscimenti importanti
come le Bandiere Arancioni o i Borghi d’Italia, ed altri avviavano
eventi di promozione destinati a crescere negli anni sempre di più,
Biccari restava inesorabilmente indietro. Adesso che, come in una
staffetta olimpica, mi è stato passato il testimone, non posso far altro
che correre il più possibile per accorciare il distacco e recuperare il
tempo perso. Magari non basterà un giro di pista, ma ci credo e corro.”

Mignogna ha sicuramente di che essere soddisfatto: ha rimontato e sta vincendo la sua sfida.
La
capacità di animazione che i comuni dei Monti Dauni stanno mettendo in
campo può rivelarsi non soltanto un eccellente antidoto allo svuotamento
demografico delle aree interne, ma un modello di sviluppo diverso da
additare al resto della Capitanata e della Puglia.

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Author: Geppe Inserra

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