Foggiani? Sì, foggiani!

Print Friendly, PDF & Email
Maurizio De Tullio
Maurizio De Tullio fa un altro meraviglioso regalo agli amici e ai lettori di Lettere Meridiane: la relazione che ha svolto qualche giorno fa nella serata organizzata dall’Associazione “Amici del Museo” di Foggia, che lo ha invitato a parlare dei tantissimi foggiani e dauni che l’amico De Tullio ha riscoperto e raccontato, nel corso della sua lunga attività di ricercatore di personaggi che sono nati a Foggia o in Capitanata, ma che l’hanno poi lasciata, facendo fortuna altrove.
Per essere precisi, il testo che pubblichiamo di seguito è quello che De Tullio avrebbe dovuto leggere in occasione della conferenza: in realtà il relatore ha poi preferito andare a braccio.
Com’è facile immaginare, la narrazione di  di Maurizio al Museo Civico ha riguardato solo una selezione degli oltre 600 personaggi “schedati” nel 2009 nel suo “Dizionario Biografico di Capitanata”. Alcuni sono stati presentati extra volume perché non rientranti in quella pubblicazione, altri perché solo di recente scoperti e le cui schede biografiche sono leggibili e scaricabili sul sito della Biblioteca Provinciale di Foggia, presso la quale cura la Sezione “La Meravigliosa Capitanata”.
Per ovvie ragioni, la relazione non si è soffermata su personaggi del calibro di Umberto Giordano, Renzo Arbore, Nicola Zingarelli, Antonio Salandra, Giuseppe Di Vittorio, Peppino Caradonna, Marino Piazzolla, Fernando di Leo, Toni Santagata, Manila Nazzaro, Pino Campagna, Raf, Michele Placido, Antonino, nonché tanti uomini di sport, della musica, della cultura e della politica perché evidentemente troppo noti al pubblico foggiano.
In totale il data-base personale di Maurizio De Tullio contiene oltre 4.000 schede e rappresenta l’archivio biografico più ampio e aggiornato esistente in Capitanata. 
Ci ha voluto precisare – ma lo sapevo già, avendomelo anticipato quando lavoravamo insieme all’Ufficio Stampa della Provincia – che da oltre 12 anni sta lavorando, con accurate ricerche, alla pubblicazione di una monografia su Giuseppe Telfener (sul quale di recente sono state pubblicate a Foggia notizie inesatte e molto limitate), libro che uscirà nel 2016 con la collaborazione di due prestigiose firme (una nazionale e una locale) delle quali ha preferito non rivelare ancora i nomi. 
Chi desiderasse approfondire le storie dei personaggi e delle personalità citate nella conferenza tenuta da Maurizio De Tullio al Museo Civico di Foggia, può consultare il suo “Dizionario Biografico di Capitanata – 1900/2008”, le annate della rivista “Diomede”, da lui fondata e diretta, e presenti presso la Biblioteca Provinciale di Foggia, perché ormai fuori commercio, o consultare la citata Sezione multi tematica “La Meravigliosa Capitanata” presente all’interno del sito della Biblioteca Provinciale di Foggia.
Alcuni dei personaggi illustrati o citati da De Tullio nella sua relazione, sono stati già oggetto di articoli in Lettere Meridiane. In questo caso, pubblico il link relativo. Buona lettura.
* * *
Nel mio lavoro si conciliano due aspetti fondamentali del mio carattere: la curiosità e la caparbietà. Non avrei mai fatto il giornalista e il bibliotecario se non avessi posseduto queste due caratteristiche, o se non avessi affinato negli anni l’una e l’altra.
Ma ovviamente non è di me che parlerò ma del frutto del mio lavoro.

In verità di mio c’è poco: io mi sono culturalmente arricchito entrando a contatto con la vita di persone straordinarie eppure umili, coraggiose ma terribili e, soprattutto, illustri ma ignote seppure nate proprio in questa città o in qualche paese della Capitanata.
Sono loro che ci chiedono di non dimenticarli e di spiegare a noi, che restiamo qui dove loro sono nati, perché si è costretti a morire in un altrove.
E qui sta il mistero – che è soprattutto una contraddizione – del loro disagio, che hanno superato trasformandolo in una vittoria e lasciando a noi l’amaro gusto della sconfitta.
Quante altre “controrivoluzioni” (che dovremmo chiamare ‘svolta civile’) dovremo fare per invertire questa tendenza, questa abitudine a cercare fuori di noi, fuori del nostro convivere, soluzioni e approdi facilitanti?
Io non so dare una risposta logica e immediata. Ma immagino che questa terra continuerà a sfornare braccia, cervelli, corpi, prodotti e idee che andranno a costruire altrove idealità perdute, sogni infranti.
E dico questo sempre con grande amarezza, un sentimento che nasconde il mio pianto segreto, il mio disagio estremo a condividere con altre 154.000 persone un destino infame, frutto sovente di politiche ‘errate’ (lo dico usando chiaramente un eufemismo…), di decenni (se non secoli!) di una condivisa sottomissione morale e culturale, di acquiescenza un tanto al chilo.
Ma cominciamo a entrare nel merito della serata e del motivo per cui mi avete invitato, riprendendoci qualche merito.
Degli italiani si dice che siano delle persone eccezionali: per la creatività, l’intelligenza, l’industriosità. Così ho scoperto – lavorando da un quindicennio alle storie e alle vite di tanti nostri conterranei – che noi Foggiani, in sedicesimo, siamo un vero “popolo nel popolo”!
Ho scoperto non solo che noi foggiani, come detto, siamo “un popolo nel popolo”, ma che rispetto a città molto più grandi della nostra, oppure più o meno delle stesse proporzioni di Foggia (cioè fra i 120 e i 160.000 abitanti), beh ho scoperto che noi le “battiamo” di gran lunga anche quando parliamo al passato.
Chiarisco sùbito: si tratta solo di un gioco! Ma a leggerlo in controluce emerge un dato quantomeno eclatante, inatteso.
Ho provato, cioè, a chiedere al motore di ricerca Google, quante risposte si hanno scrivendo: nacque a Foggia, e la risposta mi ha sorpreso, e non poco! 
Una frase, questa, che rimanda quasi sempre, o nella maggior parte dei casi, a personaggi e personalità del passato, espressione di più mondi, più ambienti, più esperienze, più epoche. Ma se consideriamo la popolazione attuale di Foggia (154.000 abitanti) e la nostra storia, scopriamo che in questo gioco “battiamo” città anche più grandi – sia in popolazione che in termini di capitale umano, cioè a livello storico-artistico-culturale – come Bari, Taranto, Prato, Reggio Calabria, Cagliari, Rimini. 
Foggia a fronte dei suoi 154.000 abitanti, ottiene 8.620 risposte da Google, mentre le altre – pur più grandi e con una storia più ricca e variegata della nostra – ottengono molte meno risposte, e in altri casi siamo quasi alla pari. E così, alla domanda “nacque a…”:
Bari (322.000 abitanti ottiene 7.830 risposte)
Taranto (203.000 / 3.580)
Prato (191.000 / 4.170)
Reggio Calabria (185.000 / 7.150)
Cagliari (154.000 / 6.740)
Rimini (146.000 / 5.350)
Salerno (133.000 / 6.070)
Sassari (127.000 / 2.900)
Latina (125.000 / 9)   Va precisato, però, che la città è nata durante il Fascismo.
Siracusa (122.000 / 4.470)
Pescara (121.000 / 3.240)
Bergamo (120.000 / 7.410)
Forlì (118.000 / 4.470)
Con altre, più grandi in termini demografici e storico-culturali, siamo quasi alla pari:
Catania (315.000 / 11.000)
Trieste (205.000 / 10.800)
Brescia (193.000 / 9.030)
Perugia (166.000 ab. / 8.900)
Livorno (160.000 / 9.660)
Ravenna (158.000 / 9.410)
Ciò per dire cosa? Per dire che, nonostante quel che si dica di Foggia e dei foggiani, c’è nel nostro DNA un qualcosa di inspiegabile, comunque sia c’è un germoglio che produce più risultati di altre città consimili, come abbiamo visto.
E basta accendere la TV, specie la sera durante un dibattito o uno spettacolo, per poter dire, parafrasando un famoso spot: “Un foggiano c’è sempre!”.
Di quali personaggi parlerò durante questo incontro?
Prevalentemente di uomini e donne che quasi certamente NON conoscete, a meno che non abbiate sfogliato il mio “Dizionario Biografico di Capitanata”, edito nel 2009, o la rivista “Diomede”, che ho creato con alcuni cari amici e diretto sino alla fine del 2011, o nel sito della nostra Biblioteca Provinciale, in una apposita Sezione che curo dal 2010.
Comincerò, però, col parlarvi dell’uomo… più ricco d’Italia che, per un decennio verso la fine del 1800, fu un ingegnere, imprenditore, finanziere e Conte foggiano, un grande, grandissimo personaggio foggiano quasi sconosciuto nella sua città di origine.
Giuseppe Telfener
Si tratta di Giuseppe Telfener, nato a Foggia nel 1839 e morto a Roma nel 1898, che fu ingegnere, imprenditore, finanziere e che fu nominato Conte, da Re Vittorio Emanuele II, per aver nobilitato l’Italia nel mondo. A lui si devono, infatti, ardite ferrovie progettate e realizzate in Sud America (la Tucumàn-Cordoba) e negli Stati Uniti (un tratto della grande ferrovia che doveva collegare New York a Mexico City). In Italia quella da lui realizzata a Vallombrosa (Toscana) è rimasta nella storia per aver superato pendenze del 22% attraverso una ferrovia a cremagliera, da lui brevettata e unica all’epoca nel suo genere.
L’opera venne realizzata in soli quattro mesi, superando varie asperità, minori però di quelle – davvero incredibili – incontrate e superate magistralmente in Argentina nel 1876-77. Con questo impianto Telfener lanciò in Italia il turismo montano, facendo di Vallombrosa la prima stazione climatica italiana.
Fu considerato per anni l’uomo più ricco d’Italia oltre che – ma impropriamente – “economo di Casa Savoia”. Acquistò e migliorò una Villa dei Reali d’Italia a Roma, poi ribattezzata “Villa Ada” (in onore della moglie americana) e oggi il secondo parco più grande di Roma. Acquistò e reinventò, con un avveniristico progetto, il Mausoleo di Augusto e fu deputato per la sinistra in Umbria, salvo doversi dimettere perché considerato “suddito austriaco”, nonostante fosse foggiano da quasi tre generazioni. Uno dei suoi cinque figli, proveniente dall’Inghilterra, giocò un anno nella squadra di calcio della Roma agli inizi del 1900. 
Giuseppe Telfener [approfondimenti qui: Quando l’uomo più ricco d’Italia era il foggiano Giuseppe Telfener] rappresenta la punta di un iceberg di dimensioni colossali. Sono tantissimi i nomi che ho schedato in oltre dieci anni di lavoro d’archivio: tutti nomi nella maggior parte dei casi sconosciuti o scarsamente noti.
Come il foggiano Salvatore Spina, che fu tra i pionieri in Italia della cinematografia, autore di brevi film a sfondo documentale. Alla fine del 1800 fu tra i primi in Italia a tentare la sincronizzazione tra immagini e sonoro.
Ralph De Palma
Anche lo sport ha avuto tanti campioni foggiani e dauni, che però sono rimasti poco noti nella loro terra d’origine, pur avendo fatto tanta fortuna altrove. È il caso del grandissimo pilota automobilistico e campione di Indianapolis, il biccarese Ralph De Palma, che per la verità non era sconosciuto soltanto nel suo luogo d’origine, ma nell’intero Bel Paese. A questo personaggio monumentale, nel 2006 ho dedicato la prima monografia italiana e per il cui lavoro di ricerca storica ho ricevuto la Cittadinanza Onoraria dal Comune di Biccari, nel 2013.
De Palma è tuttora l’unico pilota italiano ad aver vinto la mitica “500 Miglia di Indianapolis” (1915), ad aver battuto il record del mondo di velocità (1919) e, con Ascari, ad aver vinto due titoli del mondo di quella che allora non si chiamava ancora Formula 1. È, soprattutto, l’unico ad aver vinto qualcosa 2.500 gare su 2.800 gare alle quali prese parte, dal 1898 al 1934, fra ciclismo, motociclismo e – soprattutto – automobilismo. In America è tuttora un “eroe dello sport” e non sarebbe esistito il mito della Ferrari se il mitico “Ingegnere”, Enzo Ferrari, non lo avesse eletto a idolo dei suoi sogni giovanili! [qui approfondimenti su De Palma: Ralph De Palma, eroe dimenticato.]
Francesco Rotundi
Ignoto, purtroppo, uno dei miti della boxe internazionale: il grande pugile dei pesi medi (di Faeto) Lou Bogash, che combattè coi più grandi boxeur del suo tempo, e che in una speciale classifica stilata in America risulta essere il 5° pugile italiano di tutti i tempi per numero di vittorie. Pensate che vinse 109 match su 140 (con 40 KO), ne pareggiò 15 e perse solo 16 volte ma solo ai punti e – incredibile – senza mai andare al tappeto! Nel 1923 gli fu letteralmente scippato il titolo mondiale dei pesi leggeri.
Non sono soltanto i grandi campioni del passato a non godere della fama che meriterebbero, ma anche contemporanei. Come la campionessa del mondo di boxe femminile Lucia Morelli, di San Severo, emigrata in giovane età con la famiglia in Germania e che spera sempre di esibirsi su un ring della sua città natale.
Sconosciuto uno dei “mostri sacri” dell’illusionismo (studiato finanche dagli psicologi): il grande illusionista di fama mondiale Tony Slydini (al secolo Antonio Marucci) di Alberona, uno dei maestri dichiarati del grande David Copperfield.
Sconosciuto fino a l’altro ieri l’inventore della mitica “Lambretta” e della scatola nera usata negli aerei e treni. Si chiamava Pier Luigi Torre ed era di Vieste.
Foggiano era il progettista delle principali navi da guerra italiane e, soprattutto, della “nave più bella del mondo”, la Vespucci, cioè l’ing. Francesco Rotundi. Questi, a differenza di quel che ha scritto qualche anno fa sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” il collega Davide Grittani, non lavorò MAI al progetto del transatlantico ‘Andrea Doria’, colato a picco nel 1956.
Maurizio De Tullio

(1. continua)
Facebook Comments

Hits: 62

Author: Geppe Inserra

5 thoughts on “Foggiani? Sì, foggiani!

  1. Ringrazio i tanti che hanno letto, o lo faranno, il mio intervento su "Foggiani? Foggiani!". Devo solo precisare alcune necessarie cose:
    1) non si è trattato dell'intervento "letto" il 26 nov. scorso al Museo Civico di Foggia, su invito dell'Ass. Amici del Museo, bensì dell'intervento "scritto e non letto"!
    2) il testo che così gentilmente l'amico e collega Inserra ha voluto pubblicare è diviso in più parti (credo due). Nella seconda troverete moltissimi nomi mancanti nella prima (che termina con Francesco Rotundi), come per es. il cantante Franco Tozzi, fratello del più noto Umberto.
    Ma come è stato precisato dallo stesso Inserra nella premessa, ho evitato di citare in conferenza, e qui nel testo, nomi più che noti, come Nicola di Bari, Rosanna Fratello ecc. Il mio scopo era far conoscere i NON NOTI e credo di esservi riuscito.
    In ogni caso, chi vorrà leggersi il mio 'Dizionario Biografico di Capitanata' (1900-2008) troverà nomi noti e meno noti: ve ne sono 595!! Altri li troverà sulla rivista 'Diomede' o sul sito della nostra grande Biblioteca Provinciale.
    E ringrazio per le belle parole e gli incoraggiamenti quanti si sono espressi positivamente sul mio lavoro di ricerca, che ovviamente continua.
    Cordialmente (Maurizio De Tullio)

  2. Ringrazio il caro Domenico Antonacci per le interessanti segnalazioni che fa. Joe Caputo l'ho scoperto dopo la pubblicazione del 'Dizionario Biografico di Capitanata' del 2009 ed è compreso nel mio grande data-base.
    Invece ignoravo Sonny Ray (Mario Ronghi) e certamente saranno inseriti in una prossima edizione del libro.
    Ti segnalo, se ti può servire, un elenco di film più completo di quello letto in una vostra corrispondenza su FB.
    Mario Ronghi fa il suo esordio cinematografico nel 1932 in "Jimmy's New Yacht" (nel ruolo di Wiggins); nel 1933 lavora nel celebre "Oliver Twist" (dove è Artful Dodger) e nello stesso anno in "Perils of Pauline" (nel ruolo di Willie Dodge).
    Nel 1934 lo troviamo addirittura con Fred Astaire e Ginger Rogers in "The Gay Divorcee" ("Cerco il mio amore"), dove ricopre una parte minore e nel 1935 in "Davide Copperfield" (nel ruolo di Mickey Walker).
    Va precisato, però, che Ronghi nacque negli Stati Uniti, motivo per cui se pure ne avessi avuto contezza prima del 2009, non sarebbe rientrato nel mio 'Dizionario' perché il punto di partenza per tutti i personaggi citati è quello di essere nati anagraficamente in provincia di Foggia.
    Nella prossima edizione, però, citerò anche i tanti grandi e sconosciuti "figli di Foggiani e Foggiane", per cui il buon Ronghi ci sarà senz'altro.
    Un grazie sincero e un caro saluto al bravissimo Domenico! (Maurizio De Tullio)

Rispondi a Domenico Sergio Antonacci Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *