Che Maurizio Micheli fosse non soltanto un bravo attore brillante, colto e raffinato, lo sapevo già, data la comune frequentazione con Vito Di Leo e Gina Morelli.
Verissimo. Con 26 film fatti insieme (Siamo come il cappuccino, amava dire Zavattini del suo rapporto con De Sica), tra cui Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D. e Sciuscià, il sodalizio ha scritto la pagina più bella ed importante della cultura italiana nel Novecento. Ma non se ne parla abbastanza. Talvolta la si riduce a fenomeno nazional-popolare.
Sarebbe necessario studiare le sceneggiature cinematografiche dei grandi autori nella scuole, come genere letterario in sé, così come affermava un altro grandissimo intellettuale che ha costruito un solido ponte tra la letteratura ed il cinema, come Pier Paolo Pasolini.
L’altra cosa che mi ha impressionato, è quanto Maurizio Micheli ha detto a proposito di Napoli. “È il vero simbolo dell’Italia nel Mondo. Noi siamo conosciuti in tutto l’universo per la pizza e per le canzoni, e quando si pensa alle canzoni non si può non pensare e non cantare Napoli. Del resto se andate a Venezia dopo un paio di canzoni in dialetto veneto i gondolieri intonano un ricco repertorio partenopeo.”
Zavattini, De Sica, Napoli… C’è tutto il senso profondo del Bel Paese, l’antica bellezza italiana, che persone come Maurizio Micheli riescono a farti vivere con rara capacità di suggestione.
(La fotografia che illustra il post è di Giuseppe Iannelli, che ringrazio molto)
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