Foggia di Bennato al nuovo terminal bus? Chi è pro, chi è contro.

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Non si sono fatti pregare, gli Amici e i Lettori di Lettere Meridiane nel dire la loro sull’idea, avanzata da Alberto Braglia e sostenuta da Giovanni Cataleta, di collocare all’ingresso del nuovo terminale bus della stazione di Foggia, il murale che attualmente adorna uno dei pannelli antirumore installati in viale Candelaro, all’altezza della Scuola Media Foscolo. 
Il murale raffigura artisticamente i versi della canzone Foggia, di Eugenio Bennato.
Molti i commenti che si suddividono piuttosto equamente tra quanti sono d’accordo con la proposta e  quanti invece suggeriscono altre ipotesi. Ringrazio tutti gli autori dei contributi che sono veramente molto interessanti e stimolanti e che raggruppo in questa lettera meridiana, proprio per dare modo a tutti di leggerli.
Gianni Ruggiero, fine poeta e cantautore foggiano, non è d’accordo per comprensibili ragioni: ” Macchè Bennato e Bennato. Mettiamoci i versi di Lepore, Anzivino, Pagliara, Serricchio, di De Seenen. Bennato è un artista e musicista ammirato, cantato; quando era nella NCCP e poi con Musica Nova. Colonna sonora degli anni ’70 e ’80, ma io non sono affatto d’accordo di usare i suoi versi e non per un fatto campanilistico. In questi giorni sto preparando una conferenza spettacolo su poeti e poesia di Capitanata e quello che viene fuori è che il patrimonio letterario scritto nel nostro dialetto è veramente scarso (parlo di quantità, non di qualità). Poco conosciuti gli autori locali e di quello che hanno prodotto poco si sa. È per questo che la proposta pro Bennato non mi trova d’accordo. Ma se vogliamo valorizzare i poeti e gli artisti locali dobbiamo fare uno sforzo per informarci. La poesia dialettale locale non è solo vernacolo. E poi c’è questo testo:
Fogge èje n’addore 
Fogge èje ‘na tinde de sole

Eje i rennele cka vanne vulanne
N’acque che nen t’abbagne

Fogge eje nu mare gialle 
Felinie e restoccia garze
Fogge eje i titte vasce
Fogge eje i titte vasce.

Eje l’irmece cka cambumille
I grotte tornene a nasce.



Una bella ed intelligente riflessione, quella di Gianni Ruggiero, così come i suoi splendidi versi, che mi hanno dato da pensare non poco. Interessante anche il commento-riflessione di Gino Longo, che scrive: “La bella, nel senso di orecchiabilità, canzone di Bennato non è un inno alla città di Foggia, perché si riferisce alla Capitanata. Poi, chi pone attenzione si accorge che si tratta d’insulto se non proprio disprezzo per Foggia e in particolare Renzo Arbore: “Tu che vieni da Foggia e vuoi fare il napoletano (…) Napoli fa la fortuna di chi se la vende”. Geppe, la frase che hai riportato nella grafica , dice : “Foggia è una musica che muore dove nasce” , cioè che non fa testo,che non esiste. Se poi si ascolta bene la voce introduttiva e di sottofondo, oltre a scimmiottare e a prendere in giro il nostro dialetto, dice “Foggia va a caccia di colombe nella merda”! Bennato continua: “Foggia è quella musica che dura un giorno e chi riesce ad ascoltarla è fortunato (nel senso che la musica a Foggia non esiste ) “Foggia è il passato e non ha avvenire”. 
Comunque fa un omaggio alla campagna e alla chitarra di Matteo Salvatore, definita un soffio di vento. Forse ha ragione Bennato, però non ha tenuto conto che un foggiano, Evemero Nardella, ha contribuito ad arricchire il favoloso repertorio napoletano!  Quando, nel 1994, Bennato ha composto la canzone, Renzo Arbore era il “napoletano”, nel senso musical-commerciale , più richiesto (durata per oltre un decennio) in Italia e nel mondo, tanto da diventare “ambasciatore” della canzone napoletana, ciò suscitò livore e l’ invidia di molti artisti partenopei veraci, che non furono capaci di rinnovarsi, e che, a causa della loro fame, hanno rovinato il mercato in tutto il meridione, perché si svendono per una manciata di fagioli, a differenza di colui che “arriva da Foggia e vuole fare il napoletano” che ha fatto incassi vertiginosi! Comunque, Foggia ha dato i natali a ben altri personaggi che meriterebbero monumenti e dediche.”
Mi riservo di rispondere ad hoc alle diverse riflessioni lanciate da Gino Longo che per alcuni versi mi trovano d’accordo, per altri, no.
Ma sono tanti anche quelli pro-Bennato, come Sergio Cascio che scrive: “Bellissima proposta da mettete subito all attenzione del sindaco e dell’assessore competente”. Condivide con entusiasmo anche l’amico Antonio Basta, mentre il commento di Potito Casparrini è veramente molto amaro: “Ci metterei un bel tabellone elettronico stile times square!…. Qualunque cosa vi si scriverà o dipingerà, sarà rovinata la prima notte dopo l’inaugurazione: è sempre Foggia, non siamo ad Oslo.”
Domenico Mazzaro non è d’accordo ma per ragioni che nulla hanno a che vedere con la significatività dei versi di Bennato, anzi è il contrario: “Una cosa bella sta a Candelaro e ve la volete portare in centro? Per cortesia, lasciate dove si trova questa piccola opera di strada, anzi visto che ci siamo… tuteliamola.”
Animatore scolastico particolarmente attento alla musica e alla canzone, Bruno Caravella non nasconde la sua perplessità: “Con tutto il rispetto per Eugenio Bennato, io credo che si possano trovare versi o riferimenti a uomini di cultura o poeti della città dauna. Tra l’altro, Eugenio Bennato ha composto la canzone pensando alla terra di Foggia intesa come Capitanata. Per quanto mi riguarda cambierei anche il nome del piazzale Vittorio Veneto.”
Si commenta anche sulla bacheca del gruppo dell’Auser: Raffaele de Seneen (chiamato in causa da Gianni Ruggiero… ) la trova “una bella idea”, mentre Anna Maria Zampino osserva: “Mi sembra un’idea non solo intelligente ma estremamente fattibile visto che si tratta di riposizionare solo un pannello non certo gigantesco in una zona che consentirebbe a molte più persone di leggerlo e goderlo!”
Sulla bacheca del gruppo Quartiere Ferrovia/Viale XXIV Maggio – Foggia Social Street, uno dei pochi gruppi social ad occuparsi di rioni e quartieri della città, che sia rimasto attivo, dopo gli entusiasmi dei primi tempi. si discute ma di un altro aspetto del post, in cui affrontavo la questione delle polemiche sorte circa l’ipotesi di intitolare la struttura a Vincenzo Russo, ministro e per molti anni leader della Democrazia Cristiana di Capitanata.
Vincenzo Tria scherza: “Infuria la polemica… esagerato”. Gianluigi Cutillo sottolinea invece la questione degli interventi (previsti dal progetto e molto attesi dai residenti) che di arredo urbano e di miglioramento del decoro della zona: “Polemica sterile e inutile se permetti Geppe Inserra. Come vorrei che la politica si infuriasse e polemizzasse per le cose che non vanno in questa città, per la mancanza di lavoro, prospettive e degrado imperante…credo sia meglio “spendere energie” per cause ben più importanti.,,,in ogni caso non si è capito bene quando apre questo terminal e come verrà curata la parte legata al decoro urbano e ai servizi…come al solito le “chiacchiere” superano le domande e le questioni “intellligenti/costruttive”…un caro saluto e grazie Geppe Inserra per i preziosi contributi graditi e condivisi.”

Una bella e proficua discussione, di cui ringrazio affettuosamente gli amici e i lettori di Lettere Meridiane. Intanto, eccovi in un fotomontaggio creato ad hoc, come verrebbe il terminal con il murale che riporta i versi di Bennato. Domani farò lo stesso con i versi della bella poesia di Gianni Ruggiero.
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Author: Geppe Inserra

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