Un altro tassello di bellezza strappato alla città

Print Friendly, PDF & Email

I gesti hanno sempre un loro significato. Quando li compiamo, ma anche quando non li compiamo, per dimenticanza o più semplicemente per disinteresse.
Così, ci sono piccoli gesti pieni di grande significato e, per converso, piccole omissioni che tradiscono grandi insensibilità.
Prendete, per esempio, Il Volo, la bella scultura di Gianfranco Rizzi che una volta faceva bella mostra di sè sul piazzale dell’aeroporto Lisa. Venne rimossa durante i lavori di rifacimento del piazzale esterno dello scalo foggiano, e mai più ricollocata al suo posto. Anzi, è finita tra i rifiuti. Una vicenda assurda e incredibile, anche perché la realizzazione della scultura, costò un bel po’ di danaro pubblico.
Questa storia incresciosa mi è tornata alla mente ieri, quando ho utilizzato nel post sul probabile matrimonio tra Aeroporti di Puglia e la società che gestisce l’aeroporto napoletano di Capodichino, una vecchia foto del monumento scomparso. C’è chi ha espresso apprezzamento per la fotografia e per la bellezza dell’opera d’arte, e chi ha ricordato, con un pizzico nostalgia, di possedere una foto del giorno del proprio matrimonio, scattata davanti alla scultura di Rizzi.
Avete capito bene. In una città che non offre molte bellezze e che quindi provoca non pochi problemi ai fotografi che debbono scattare le foto dei matrimoni, Il Volo era una meta obbligata per gli “scatti matrimoniali”.
Chissà quanti momenti felici sono stati immortalati sotto le Ali sospese (è l’altro nome con cui il monumento viene conosciuto) pazientemente modellate dal grande  scultore foggiano.
Lettere Meridiane parlò a lungo della vicenda (alla fine dell’articolo trovate i collegamenti, se può interessarvi), vi fu la consueta mobilitazione dei gruppi social, che gridarono allo scandalo. Vi fu l’impegno particolare del FAI, Fondo Ambiente Italiano.
Da parte di Aeroporti di Puglia, la società regionale che gestisce l’aeroporto, il consueto silenzio.
Vi fu un certo interessamento dell’assessore comunale all’ambiente, Francesco Morese,
Ma nulla di concreto è stato fatto.  Il Volo resta ancora chissà dove. Le ali non sono più sospese, ma spezzate.
Un altro tassello di bellezza strappato alla città.
L’omissione colpevole ha vinto sul gesto possibile. Ahimè.

* * *

Le precedenti Lettere Meridiane sull’argomento:

Facebook Comments

Hits: 28

Author: Geppe Inserra

3 thoughts on “Un altro tassello di bellezza strappato alla città

  1. Se non si discute nelle sedi opportune (mi riferisco al Comune di Foggia) non se ne esce da una sterile polemica.
    Il monumento/installazione di Rizzi – uno dei nostri artisti maggiormente noti in Italia e nel mondo – dovrebbe a mio parere essere collocato al posto dell'orribile aereo da caccia che fa diseducativamente "bella" mostra di sè sul piazzale antistante la nuova sede della Provincia.
    Quell'odioso simbolo di morte (l'aereo) dovrebbe a sua volta essere trasferito per andare a rimpinguare il Museo dell'Aeronautica che esiste all'interno dell'aeroporto militare dell'Amendola. Tutto ciò almeno nell'attesa che le sorti del "Gino Lisa" trovino soluzione pratica, perché in quel caso "Il Volo" dovrebbe tornare a svettare sul piazzale esterno allo scalo di via Ascoli.
    La mia idea, se può servire e che sostengo da oltre un decennio, è che dell'attuale area del "Gino Lisa" si faccia tabula rasa e la si metta in vendita ai migliori acquirenti, in un'ipotetica asta al rialzo. Il ricavato, con le necessarie aggiunte di fondi nazionali, regionali e comunitari, funzionerebbe da 'salvadanaio' per la nuova ubicazione dello scalo aereo foggiano che, ho provato a suggerire, dovrebbe sorgere nella piana di San Severo, idea ripresa due anni fa anche dall'attuale assessore comunale di Apricena e noto imprenditore del marmo Paolo Dell'Erba,a quel tempo candidato alle Regionali di Puglia, che inserì pari pari questa mia proposta nel suo programma elettorale.
    Le priorità per il nostro territorio, a canso di equivoci, sono ovviamente altre: il miglioramento dell'assetto stradale interno, il completamento della pedesubappenninica, il raddoppio dei binari unici, il potenziamento del Porto di Manfredonia e il collegamento di tratte marine sull'Adriatico da e per Manfredonia.
    Cordialmente (Maurizio De Tullio)

  2. La vendita dell'area del Gino Lisa risulterebbe una disfatta per una città che da sempre crede nel sogno (anche se oggi dovremmo parlare più di utopia) di poter avere in casa un'infrastruttura importante come l'aeroporto. Condivido pienamente il discorso delle priorità elencate dal sig. De Tullio, ma è pur vero che la questione Gino Lisa risulta anch'essa strategica per lo sviluppo della Capitanata, così come la progettazione di una seconda stazione per collegare Foggia alla rete ad alta capacità Bari – Napoli.

  3. Nessun medico obbliga ogni città ad avere l'aeroporto dentro le mura. E quello di Foggia, vuoi per un motivo vuoi per un altro, ha le 'ali tarpate' (mai definizione credo suoni più appropriata) per più d'una ragione, risaputa da tutti tranne da quelli che si illudono.
    Lo sviluppo del traffico aereo può essere utile in una logica di messa in discussione di determinati 'totem', e il "Gino Lisa" è uno di questi.
    La costiera amalfitana, quella ligure, le maggiori località regine del turismo montano sono èlite senza il necessario supporto di aeroporti in loco. Magari li hanno a 100-200 km, così come il Gargano ha Bari a pari distanza. Ma non voglio eliminare, con questo, il discorso dello scalo aereo foggiano. Dico intanto che vi sono altre priorità, tra l'altro che s'intrecciano con l'eventualità di un "serio" aeroporto di Capitanata: certamente la seconda stazione ferroviaria (che avevo solo dimenticato nell'elenco fatto), una migliore e più estesa qualità delle strade statali e provinciali, e il potenziamento della rete ferroviaria che, prima o poi, toccherà anche la Capitanata, sia lungo il versante adriatico che verso Napoli e Roma. E in quel caso sarà utile, però, verificare la necessità di uno scalo che risulti doppione di tratte già (direttamente o meno) coperte dall'AV. Chiaro che ci vorranno non meno di 8-10 anni perché l'AV faccia interamente capolino in Capitanata ma la direzione è ormai tracciata.
    Resta l'ipotesi di uno scalo che guardi altre mete e altri mercati, che sia di supporto alle merci più che alle persone. Ma questa è una pagina tutta da scrivere ancora e col gusto della polemica che anima i foggiani e le gambe corte dei nostri rappresentanti istituzionali credo non si vada da nessuna parte. Per ora.
    Cordialmente (Maurizio De Tullio)

Rispondi a Anonimo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *