Il cinema della memoria | Anche nei lager fiorisce la bellezza

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Nutrita la programmazione cinematografica in televisione, riservata alla Giornata della Memoria. Da segnalare, su tutto, la prima che sarà messa in onda questa sera da Rai Tre alle 23.15 de “Il maestro”, docufilm di Alexandre Valenti, dedicato al musicista di Barletta Francesco Lotoro, che da anni si dedica al recupero della musica concentrazionaria, ovvero la musica composta nei lager da musicisti che vi erano deportati.
Con l’aiuto di Grazia, la moglie, e accompagnato dalla sua Orchestra di Musica Concentrazionaria, Francesco fa rivivere le note scritte dai musicisti deportati nei
campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale, da cui i più non hanno
fatto ritorno.
Sono oltre 4.000 gli spartiti che il musicista pugliese ha recuperato nel corso della sua ventennale ricerca, riportando in vita melodie composte come atto creativo per cantare la vita in quelle fabbriche di morte: spartiti scritti da prigionieri di ogni credo e provenienza tra il 1933 e il 1945, in uno dei periodi più bui della storia dell’umanità. Un archivio musicale unico al mondo, che il maestro pazientemente raccoglie per dar vita alla prima enciclopedia di musica concentrazionaria.

Nonostante le condizioni disumane, la produzione musicale nei lager era copiosa,
scritta su qualsiasi mezzo di fortuna: sacchi di iuta, carta igienica, ritagli di stoffa
o magari impressa solo nella memoria dei sopravvissuti e lì caparbiamente custodita. Con la fine della guerra i manoscritti sono andati dispersi, abbandonati, forse volutamente dimenticati, in soffitte e cantine polverose.
Gli autori delle musiche hanno storie e origini delle più diverse: ebrei, zingari, prigionieri politici, soldati e ufficiali francesi, russi, polacchi, olandesi, belgi, inglesi italiani, e perfino militari americani bianchi e neri con i loro ritmi blues.
Donne, uomini, artisti, che a un mondo fattosi prigione hanno risposto con la sopravvivenza della loro anima attraverso il codice universale di una nota su un pentagramma, per quanto improvvisato, fragile, minacciato dalla morte.
Oggi eseguendo la loro musica, Francesco la libera dalla prigione in cui è nata e la restituisce all’umanità.
Il Maestro è impegnato in una corsa disperata contro il tempo, da Barletta ad Auschwitz, Praga, Berlino, Gerusalemme, per incontrare i pochi sopravvissuti alla Shoah, e i loro discendenti, prima che anche gli ultimi ricordi svaniscano e con loro gli indizi che possono portare a nuovi ritrovamenti. 
Il film di Valenti, sostenuto dall’Apulia Film Commission, offre una dettagliata e ricca testimonianza. 
“La ricerca musicale concentrazionaria – ha detto Totoro parlano dell’opera di Valenti –  ha l’ambizione di trasformare una immane
catastrofe nella più grande possibilità che oggi l’uomo ha per migliorare l’arte,
la musica, il pensiero creativo e le emozioni più profonde e insondabili della vita
dell’intelletto.
Questo film non è soltanto è un film.
Forse in principio voleva esserlo; ma poi è diventato un voluminoso libro di
Storia capovolta della Musica del Novecento, un gigantesco iceberg contro il
quale si spaccheranno inevitabilmente le stive di molti Titanic fatti di stereotipi
e colpevole oblio di 70 anni.
Quello che ha fatto questo film alla mia ricerca equivale a tutti i 30 anni già
spesi per questa ricerca.” Quanti non potessero vederlo nella tarda serata di oggi, possono farlo domani, nella replica che sempre RaiTre manderà in onda alle 15.20.
Tra gli altri appuntamenti cinematografici in tv  dedicati alla Giornata della Memoria, da segnalare il capolavoro di Steven Spielberg, Schindler’s List (domani venerdì su Iris alle 21.00), Cognome e Nome: Lacombe Lucien, di Louis Malle (domani alle 16.20 su Rai Movie), sempre di Louis Malle, l’intenso Arrivederci Ragazzi (ore 23.45, su RaiMovie) e Rosenstrasse di Margharete Von Trotta, alle 21.20 su RaiMovie.
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Author: Geppe Inserra

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