Marasco: “L’amministrazione Landella troppo morbida con le Ferrovie. Rfi non sta ai patti”

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Augusto Marasco

Non le manda certamente a dire, alle Ferrovie dello Stato Augusto Marasco, capogruppo in consiglio comunale della lista “Il pane e le rose”, già candidato sindaco per il centrosinistra, ma sopratutto assessore alla mobilità con la precedente giunta guidata da Gianni Mongelli.
Fu lui, in questa veste, a sottoscrivere l’intesa con la Regione e con Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) per utilizzare sulla linea ad alta capacità Napoli-Foggia-Bari, la bretella dell’ex bivio Cervaro, anziché quella prevista inizialmente dal progetto (alcuni chilometri più a sud), con l’accordo – sancito e sottoscritto nei documenti – che l’infrastruttura sarebbe stata utilizzata esclusivamente per il traffico merci, e non anche per quello passeggeri, proprio per sventare il possibile by-pass della stazione di Foggia.
Rischio tutt’altro che esorcizzato, se è vero che le Ferrovie dello Stato sembrano intenzionate a dire sì alla richiesta del sindaco di Bari, Antonio De Caro, per un treno no stop tra Bari e Roma, che taglierebbe fuori la stazione di Foggia e, al di là delle buone intenzioni sbandierate dal primo cittadino del capoluogo regionale, costituirebbe una indubbia e dolorosa premessa per il ridimensionamento e il depotenziamento della stazione di Foggia.
Per indurre l’ente ferroviario a rispettare i patti, Marasco aveva chiesto al consiglio comunale di bloccare ogni decisione riguardante i collegamenti ferroviari e, in particolare, una variante urbanistica richiesta sul raddoppio della tratta Cervaro-Bovino e la presa d’atto del progetto definitivo riguardante l’ammodernamento della linea ferroviaria Foggia-Potenza. Il consiglio comunale non ha però accolto la richiesta di Marasco che in una intervista rilasciata al capo della redazione foggiana della Gazzetta del Mezzogiorno, Filippo Santigliano, punta il dito contro l’amministrazione Landella e tuona: “Continuare ad assecondare ogni richiesta di RFI con puntuali provvedimenti da parte della Giunta e del Consiglio, mentre quel soggetto resta sordo e inadempiente rispetto a tutto ciò che Foggia e il territorio chiedono, è politicamente miope”.

Nell’intervista alla Gazzetta, Marasco ricorda che “le due delibere votate distrattamente dal Consiglio comunale del capoluogo riguardano azioni che stanno tutte dentro un disegno unitario, diventati paragrafi del Contratto Istituzionale di Sviluppo sottoscritto ad agosto 2012” lamentando che a governare e monitorare quel disegno unitario sia “solo RFI, naturalmente facendo i suoi interessi.”
Marasco accusa senza mezzi termini RFI di non essere stata ai patti. A bruciare è soprattutto quella “bretella merci, con cui doveva finire fuori dalla porta ogni discussione sul transito di passeggeri per l’alta velocità ferroviaria e che, invece, due anni dopo, abbiamo consentito rientrasse dalla finestra.”
Marasco ribadisce che “non era un accordo misterioso, quello. Negli allegati al Protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune con la Regione e le società del Gruppo FS per il Nodo Intermodale Foggia Stazione, ci sono gli esiti di una Conferenza di Servizi del 27 ottobre 2010. Quegli esiti li abbiamo messi nelle tavole del Piano Urbanistico Generale: RFI dava il suo nulla osta tecnico su una tavola di sviluppo di tutto il nodo della Stazione di Foggia, ivi compreso il fascio di binari parallelo a viale Fortore, l’opzione alternativa nella rete urbana treno-tram per l’ingresso della linea Manfredonia-Foggia nella stazione di Foggia, la riorganizzazione dell’intermodalità.”
In tale contesto insiste Marasco, “c’era pure l’ investimento di 50 milioni di euro che RFI doveva completare quest’anno per realizzare l’ACC, l’Apparato Centrale Computerizzato, una tecnologia da cui si desume il rango di un nodo ferroviario” di cui si sono perse le tracce, cosa che si è ripetuta perfino con il “modestissimo investimento da 500 mila euro che sempre RFI si era impegnata ad assumere per far fermare i treni sotto la pensilina del nuovo Nodo intermodale di Foggia, oggi ridotto alla biglietteria dell’Ataf. Quale intermodalità c’è se i passeggeri dei treni devono fare il giro dalla stazione ferroviaria per raggiungere gli autobus?”

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Author: Geppe Inserra

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