Cinemadessai | Oggi e domani, grande cinema italiano d’autore in tv

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OGGI
Quando uscì dieci anni fa La ragazza del lago, opera prima di Andrea Molaioli, suscitò particolare scalpore, perché fu la dimostrazione vivente che il cinema indipendente ed “impegnato” può andare bene al botteghino come i cinepanettoni.
A sorpresa la pellicola restò in programmazione per settimane e si impose all’attenzione di pubblico e critica, conquistando ben 10 David di Donatello, grazie anche alle splendide interpretazioni di Toni ServilloValeria Golino e Fabrizio Gifuni.
Tratto dal romanzo “Lo sguardo di uno sconosciuto” di Karin Fossum, il film racconta un caso di omicidio che ha come vittima una ragazza giocatrice di hockey, che viene ritrovata morta e nuda sulle sponde dei laghi di Fusine.
Le indagini sono svolte dal commissario Giovanni Sanzio (Toni Servillo) che ha una situazione familiare difficile. Il caso si rivela subito più difficile e complesso del previsto, perché l’autore del delitto non può che esse uno degli abitanti del paese, che è molto piccolo, ed è il classico centro in cui tutti conoscono tutti. Affidandosi all’intuito e alla sua innata umanità, il commissario deve mettersi alla ricerca di verità tanto scomode quanto nascoste, che esploderanno improvvisamente nel drammatico finale.
Oltre ai dieci David  di Donatello, l’opera prima di Molaioli fu insignita di un’autentica valanga di premi (tre Nastri d’argento, due globi d’oro e quattro Ciak d’oro, mentre Toni Servillo si aggiudicò il Premio Pasinetti alla Mostra del Cinema di Venezia). Verrà trasmessa stasera, alle 21.20, su RaiMovie.
DOMANI
Film non film. Oppure film che sublima il film. Cinema assoluto. Cinema che arriva alla verità dopo aver attraversato i territori più alti e più impervi della fiction per eccellenza, quella di William Shakespeare.

Tutto questo è Cesare deve morire dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani, in onda domani notte, all’1.00 su Rai Storia. Girata interamente all’interno del carcere di Rebibbia, la pellicola racconta – utilizzando come attori gli stessi detenuti che avevano preso parte ad un laboratorio teatrale – la messinscena del dramma del Bardo, Giulio Cesare, all’interno della prigione romana. Le vicende dei personaggi shakespeariani s’intrecciano con quelle dei protagonisti, che si confrontano così su temi forti come il potere, la mancanza di libertà, il rimorso, la colpa, il pentimento.
“Con tutto il rispetto per Shakespeare — che per noi è sempre stato un padre, un fratello e adesso, con l’avanzare dell’età, un figlio – hanno detto della loro opera i due fratelli registi – , noi siamo andati oltre il suo Giulio Cesare, decostruendolo e riscrivendolo. Ne abbiamo mantenuto inalterato lo spirito originale da tragedia, così come la narrazione, ma allo stesso tempo lo abbiamo semplificato adattandolo ai tempi di una rappresentazione da palcoscenico. Noi abbiamo cercato di costruire quell’organismo audiovisivo che chiamiamo cinema e che è al contempo figlio degenere di tutte le arti che lo hanno preceduto: un figlio degenere che Shakespeare avrebbe sicuramente amato!”
Ha scritto FilmTv del film: “«Ora questa cella» dice uno dei detenuti dopo la recita «diventa una prigione». Il film, in realtà, è riuscito a trasformarla in qualcos’altro. Il ring dove combattere per dimostrare che nessun reato può privare nessuno di un riscatto.”
Cesare deve morire ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino 2012, riconoscimento che mancava al cinema italiano dal 1991. Ha ricevuto inoltre otto nomination ai David di Donatello 2012, vincendone 5, tra cui quelle per miglior film e miglior regista.

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Author: Geppe Inserra

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