Cinemadessai | L’immensa, sublime Anna Magnani in Roma Città Aperta

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OGGI
La sequenza di Anna Magnani che corre dietro al camion, così come l’inquadratura della stessa attrice uccisa dalla raffica del mitra nazista, sono tra le più celebri e celebrate del cinema italiano, assieme alla inquadratura felliniana di Anita Edberg che fa il bagno nella Fontana di Trevi, ne La dolce vitaRoma città aperta di Roberto Rossellini è entrato nella storia del cinema italiano, e non solo. Assieme a Ladri di biciclette (dal quale però, a mio sommesso avviso differisce sostanzialmente) viene ritenuto il capolavoro della stagione neorealista. Laddove Vittorio De Sica filma la realtà quotidiana, minimale e minimalista, in cui anche il furto di una bicicletta diventa dramma, Rossellini affronta i grandi drammi collettivi della storia, mettendo il dito in quella piaga che fu il precario status della Capitale occupata dai nazifascisti, ma città aperta, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943.
Il film trae spunto dalla storia di don Giuseppe Morosini, sacerdote partigiano fucilato dai fascisti. Al centro della storia raccontata da Rossellini c’è Giorgio Manfredi (Marcello Pagliero), militante comunista, intellettuale ed esponente di rilievo della resistenza. L’uomo, che capeggia una squadra di sabotatori, sfugge a una retata della polizia e si rifugia presso Francesco (Francesco Grandjacquet), un tipografo antifascista, che all’indomani dovrebbe sposare Pina (Anna Magnani), vedova e madre d’un bambino, Marcello (Vito Annichiarico).
Ma le nozze non saranno mai celebrate perché Francesco viene arrestato e mentre viene tradotto in carcere Pina che insegue disperatamente il camion, viene freddata dalle raffiche del mitra. A dare una mano a Manfredi e ai partigiani ci prova don Pietro (Aldo Fabrizi), il parroco del quartiere popolare romano in cui la storia e ambientata,  che protegge i perseguitati politici e fa da portavoce dei partigiani. Ma la loro lotta per la libertà dovrà fare i conti con denunce e delazioni.
Film di grandissimo spessore morale, alla sua uscita registrò un clamoroso flop al botteghino, e soltanto quando cominciò a vincere i primi premi venne rivalutato dal pubblico. L’interpretazione di Anna Magnani è sublime, immenso Aldo Fabrizi. Da registrare l’esordio nel doppiaggio di un giovanissimo Ferruccio Amendola, che presta la voce a Marcello.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 1946, vi ottenne il Grand Prix come miglior film; ebba la nomination al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e vinse due Nastri d’Argento, per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista (Anna Magnani). È stato in seguito inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare. Stasera, alle 21.10, su Rai Storia.
DOMANI
Epico, monumentale, l’Odissea omerica catapultata nel mondo della fantascienza. Personalmente ritengo Alien il capolavoro di Ridley Scott, assieme al successivo Blade Runner, e uno dei miglior film di fantascienza di sempre. Tanto classico da aver prodotto, alla sua uscita, quel bisogno compulsIvo di “altro ancora” che lo ha reso capostipite di una delle più fortunate e seguite saghe cinematografiche, e di una seguitissima serie a fumetti. Non a caso, la pellicola ha avuto tre sequel, tutti con Sigourney Weaver come protagonista: Aliens – Scontro finale, Alien³  e Alien – La clonazione.

Uscito nel 1979, e interpretato da Sigourney Weaver, Tom Skerritt, Harry Dean Stanton e Veronica Cartwright racconta la storia dell’equipaggio di un cargo spaziale a bordo del quale si introduce, a seguito di un’azzardata esplorazione di un’astronave abbandonata, un parassita alieno che seminerà il terrore. Chi riuscirà a sopravvivere?
Secondo gran parte della critica, Ridley Scott ha rivoluzionato la fantascienza con questo film: “ l’accurata orchestrazione visiva del regista Ridley Scott introduce un’estetica gotica ribaltando l’ambientazione stile NASA del cinema di fantascienza degli anni settanta in cui a predominare era la purezza del bianco e degli ambienti geometrici. In questo modo con questo film – e con il successivo Blade Runner – Scott spinge a livelli estremi la cupezza e il pessimismo che il genere aveva sviluppato in quegli anni. Qui ci troviamo di fronte alla rappresentazione di forme indefinibili e di una fusione “oscena” dell’umano con l’alieno, dell’organico con l’inorganico.”
L’italiano Carlo Rambaldi conquistò l’Oscar per gli effetti speciali. Nel 2002 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Da vedere assolutamente, domani sera, alle 21.05, su Rai4, anche in HD.

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Author: Geppe Inserra

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