Gli auguri di Luigi Paglia con la deliziosa poesia natalizia di Thomas Eliot

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A tutti gli amici gli auguri affettuosi per il Natale e per un 2018 ricco di poesia, di fantasia, di creatività, di realizzazioni, in buona salute, con la mediazione della poesia di Eliot.
Luigi Paglia

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Thomas S. Eliot
La coltivazione degli alberi di Natale 

Vari sono  gli atteggiamenti verso il Natale,
e alcuni li possiamo trascurare:
il mondano, l’apatico e quello commerciale,
il rumoroso (i bar  aperti fino  a tarda notte) e
il bambinesco – che non è quello del bambino
per cui ogni candelina è una stella e l’angelo
tutto d’oro che spiega le ali in cima all’albero
non è solo una decorazione, ma è un vero angelo.

Il bambino stupisce di fronte all’Albero di Natale:
lasciatelo al suo senso di miracolo
per la festa che è evento e non pretesto,
così che il fulgente rapimento, lo stupore
di quella prima volta ricordata, le sorprese,
l’incanto dei  primi  doni ricevuti
(ognuno con un suo eccitante profumo),
quell’aspettare l’anatra o il tacchino
e l’evento atteso e lo  stupore al loro apparire,

così che la reverenza e la gaiezza 
egli non scordi quando sarà grande,
nella grigia abitudine, nel logorio, nel tedio,
nel saper che si muore, nel senso dello scacco,
o nella pietà del convertito
che può tingersi di una vanità
a Dio sgradita e irrispettosa verso i bambini
(E qui io ricordo pure con dolcezza
Santa Lucia, la canzone, la sua coroncina di fuoco):

così che prima della fine, al Natale ottantesimo
(con ciò intendendo ogni ultimo natale),
le accumulate memorie dell’emozione annuale
si concentrino in una grande gioia
che sarà anche un gran timore, come nell’occasione
in cui il timore giunse ad ogni anima
perché il principio ci farà ricordare la fine
e il primo avvento la seconda venuta
                              (Traduzione di Luigi Paglia )

The cultivation of Christmas Trees –
There are several attitudes towards Christmas,
Some of which we may disregard:
The social, the torpid, the patently commercial,
The rowdy (the pubs being open till midnight),
And the childish – which is not that of the child
For whom the candle is a star, and the gilded angel
Spreading its wings at the summit of the tree
Is not only a decoration, but an angel.
The child wonders at the Christmas Tree:
Let him continue in the spirit of wonder
At the Feast as an event not accepted as a pretext;
So that the glittering rapture, the amazement
Of the first-remembered Christmas Tree,
So that the surprises, delight in new possessions
(Each one with its peculiar and exciting smell),
The expectation of the goose or turkey
And the expected awe on its appearance,
So that the reverence and the gaiety
May not be forgotten in later experience,
In the bored habituation, the fatigue, the tedium,
The awareness of death, the consciousness of failure,
Or in the piety of the convert
Which may be tainted with a self-conceit
Displeasing to God and disrespectful to children
(And here I remember also with gratitude
St.Lucy, her carol, and her crown of fire):
So that before the end, the eightieth Christmas
(By “eightieth” meaning whichever is last)
The accumulated memories of annual emotion
May be concentrated into a great joy
Which shall be also a great fear, as on the occasion
When fear came upon every soul:
Because the beginning shall remind us of the end
And the first coming of the second coming.

La poesia The cultivation of Christmas Trees di T. S. Eliot, il più grande poeta della letteratura inglese moderna,  fa parte di una raccolta di poesie intitolate Ariel poems pubblicate a Londra da Faber & Faber nel 1954.
Suddiviso in  quattro strofe, il testo esamina i diversi atteggiamenti che in genere si hanno nei confronti del Natale che diventa spesso un’occasione di  rumoroso divertimento, di consumismo, di grandi mangiate.
Al contrario, lo spirito del Natale si incarna nello stupore  del bambino per il quale ogni candelina è una stella e l’angelo in cima all’abete è un vero angelo, e tutti i momenti della giornata rappresentano per lui una profonda emozione.
La visione religiosa ed estatica del bambino, la sua purezza e la sua fede  dovrebbero – secondo il poeta cristiano – continuare ad albergare nell’uomo adulto, così che la devozione e la gaiezza  non siano dimenticate, nella prosecuzione del cammino della vita, nel grigiore delle abitudini, nella fatica, nel tedio, nello scacco, nella consapevolezza della morte.
È presente nella poesia la riflessione cristiana, che ricorre anche nell’altro testo poetico eliotiano: Journey of the Magi  (ed anche nella poesia I Magi di W. B. Yeats:  “il tumulto del Calvario” che rinvia specularmente all’ “impenetrabile mistero della nascita”),   che il principio ricorda la fine, la nascita  rinvia alla morte e  questa alla rinascita.
Luigi Paglia

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Author: Geppe Inserra

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