Come, perché e per chi si vota il 4 marzo

Print Friendly, PDF & Email

Domenica 4 marzo prossimo siamo chiamati alle urne per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Si va al voto con un nuovo (e molto discusso) sistema elettorale, circostanza che certamente non contribuisce né alla chiarezza, né alla partecipazione, in una competizione che potrebbe essere segnata dall’astensionismo.
Cerchiamo dunque di chiarire come si dovrà votare, e per eleggere chi.
La riforma prevede un sistema elettorale misto: un terzo dei deputati e dei senatori verrà eletto nei collegi uninominali, con un sistema maggioritario (vince e viene eletto il candidato che prende più voti), i restanti due terzi saranno eletti con il sistema proporzionale, all’interno di collegi plurinominali, più grandi di quelli uninominali.
È una parziale riedizione del cosiddetto Mattarellum, con cui l’Italia andò a votare nell’ormai lontano 1994.
In Puglia dovranno essere eletti 42 deputati (di cui 16 negli altrettanti collegi uninominali in cui è stato suddiviso il territorio regionale, e i restanti 26 nei quattro collegi plurinominali) e 20 senatori (8 con il sistema maggioritario e 12 nei due collegi plurinominali previsti per il Senato).
Dovendo la composizione dei collegi uninominali osservare il criterio della popolosità (nessun collegio può avere un numero di abitanti che si discosti di più del 20% dalla media degli abitanti dei collegi di quella circoscrizione/regione), i confini di alcuni collegi non rispecchiano esattamente quelli della provincia. Così, nella composizione dei collegi per la Camera, alcuni comuni della Bat sono stati aggregati a collegi della provincia di Foggia e del Barese.

In Puglia, la media degli abitanti per collegio uninominale alla Camera è pari a 253.285: il collegio più piccolo consta di 206.811 abitanti, mentre 301.522 risiedono in quelli più grandi.
Il criterio della popolosità ha sacrificato quello della omogeneità geografica e sociale dei collegi. Tanto per fare un esempio, il comune garganico di Sannicandro è aggregato a quello di Alberona, che ricade nei monti dauni. Gli elettori foggiani voteranno assieme a quelli di Vieste e Peschici, che distano un centinaio di chilometri dal capoluogo, ma non con quelli di Troia e Lucera, che distano soltanto una ventina di chilometri.
Tre i collegi uninominali che riguardano la provincia di Foggia. Il collegio di San Severo (indicato come Puglia 14) è quello che comprende più comuni: Alberona, Anzano di Puglia, Apricena, Biccari, Bovino, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio Valmaggiore, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Celle di San Vito, Chieuti, Deliceto, Faeto, Lesina, Lucera, Monteleone di Puglia, Motta Montecorvino, Orsara di Puglia, Panni, Pietramontecorvino, Poggio Imperiale, Rignano Garganico, Roseto Valfortore, San Marco la Catola, San Nicandro Garganico, San Paolo di Civitate, San Severo, Sant’Agata di Puglia, Serracapriola, Torremaggiore, Troia, Volturara Appula e Volturino.
Puglia 15 ha come comune più popoloso Cerignola, e comprende anche i tre comuni dauni finiti nella Bat: Ascoli Satriano, Candela, Carapelle, Carpino, Castelluccio dei Sauri, Cerignola, Isole Tremiti, Manfredonia, Margherita di Savoia, Mattinata, Monte Sant’Angelo, Ordona, Orta Nova, Rocchetta Sant’Antonio, San Ferdinando di Puglia, Stornara, Stornarella, Trinitapoli e Zapponeta.
Il collegio Puglia 16 è quello che ha come capofila il capoluogo: vi fanno parte Cagnano Varano, Foggia, Ischitella, Peschici, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Vico del Gargano e Vieste.
Ciascuno di questi tre collegi esprimerà un deputato: andrà a Roma il candidato più suffragato.
Gli altri saranno eletti invece nell’unico collegio plurinominale che riguarda la provincia di Foggia, e che aggrega, oltre i tre collegi uninominali che abbiamo visto, anche quello che fa riferimento ai più popolosi comuni della Bat (Andria, Barletta, Canosa di Puglia e Bari). Qui saranno eletti, con il sistema proporzionale altri sei deputati.
Lo stesso accorpamento tra comuni dauni e della Bat è previsto per quanto riguarda i collegi uninominali al Senato: di Puglia 3, che ha quale comune più popoloso Andria, fanno parte Ascoli Satriano, Barletta, Candela, Canosa di Puglia, Carapelle, Carpino, Castelluccio dei Sauri, Cerignola, Isole Tremiti, Margherita di Savoia, Mattinata, Monte Sant’Angelo, Ordona, Orta Nova, Rocchetta Sant’Antonio, San Ferdinando di Puglia, Stornara,
Stornarella, Trani, Trinitapoli e Zapponeta.
Tutti gli altri comuni della Capitanata, capoluogo compreso, sono aggregati nell’altro collegio uninominale, che fa capo a Foggia e comprende Accadia,
Alberona, Anzano di Puglia, Apricena, Biccari, Bovino, Cagnano Varano, Carlantino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelluccio Valmaggiore, Castelnuovo della Daunia, Celenza Valfortore, Celle di San Vito, Chieuti, Deliceto, Faeto, Ischitella, Lesina, Lucera, Monteleone di Puglia, Motta Montecorvino, Orsara di Puglia, Panni, Peschici, Pietramontecorvino, Poggio Imperiale, Rignano Garganico, Rodi Garganico, Roseto Valfortore, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Marco la Catola, San Nicandro Garganico, San Paolo di Civitate, San Severo, Sant’Agata di Puglia, Serracapriola, Torremaggiore, Troia, Vico del Gargano, Vieste, Volturara Appula e Volturino.
Come per la Camera, anche nei collegi uninominali del Senato sarà eletto il candidato che avrà ottenuto più voti. Nel collegio plurinominale, che comprende i collegi uninominali di Bari, Altamura, Andria e Foggia (una sostanziale riedizione della circoscrizione Bari-Foggia di un tempo…) saranno eletti i senatori con il sistema proporzionale: i seggi assegnati sono 6.
La legge non prevede premi di maggioranza, ma solo una soglia minima, fissata al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni, e solo per i collegi plurinominali. Qualora un candidato facente parte di una lista che non raggiunge il quorum venga eletto nell’uninominale, la sua elezione è valida. Se una lista non raggiunge il quorum del 3% ma ottiene più dell’1% e fa parte di una coalizione che raggiunge il quorum del 10%, i voti ottenuti vengono computati a vantaggio del maggior partito della coalizione stessa. Se non raggiunge neanche l’1% i voti vengono dispersi.
Per quanto riguarda le candidature, il sistema elettorale tutela, come già accadeva in passato, la parità di genere: la norma stabilisce che non si possa superare il 60% dei candidati del medesimo sesso, sia per quanto riguarda la designazione dei candidati nei collegi uninominali, sia per quanto riguarda i collegi plurinominali.
Sono consentite le pluricandidature: un partito può presentare un suo candidato in un collegio uninominale e al massimo in altri cinque collegi plurinominali. È stato questo l’aspetto che  ha fatto maggiormente discutere,  assieme alla impossibilità per l’elettore di esprimere un voto di preferenza.
Inoltre, non è consentito il voto disgiunto: l’elettore che vota per un certo candidato all’uninominale deve votare al plurinominale per una lista o per la coalizione che lo sostiene. Ha due modi per farlo.

Nella scheda (una per il Senato, una per la Camera, vediamo qui sopra un ipotetico fac simile) troverà i nomi dei candidati in corsa nel collegio uninominale e, sotto, i simboli della lista o delle liste che lo sostengono, completi dei listini del collegio plurinominale.
L’elettore potrà segnare con una X la lista cui intende attribuire il proprio voto, che finirà anche al candidato all’uninominale sostenuto da quella lista. Oppure può votare con una X direttamente il candidato: in questo caso il voto sarà attribuito alla lista che lo sostiene, se è una sola: in caso di coalizione sarà proporzionalmente distribuito tra le liste che lo sostengono,
Non è invece consentito (a pena di annullamento del voto) esprimere un voto di preferenza. Il voto va dato al candidato dell’uninominale o ad una lista che non sostiene. Non possono essere votati i candidati presenti nei listini.
Gli eletti verranno individuati nell’ordine con cui sono presenti nella lista: se, ad esempio, ad una lista spettano nel collegio plurinominale due seggi, verranno eletti i candidati che si trovano al primo e al secondo posto del listino.

Facebook Comments

Hits: 16

Author: Geppe Inserra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *