Il Verdetto, quando un caso di coscienza diventa una storia straordinaria

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“Quando una corte formula una delibera in merito all’educazione e allo sviluppo di un minore, il benessere del minore stesso deve essere considerato come prevalente e prioritario”. Così recita il Codice dei minori (The Children Act) che in Gran Bretagna disciplina ruoli e funzioni di enti locali, tribunali, famiglie ed agenzie per tutelare e promuovere il benessere dei minori.
È questa la norma che Fiona Maye, stimata giudice dell’Alta Corte britannica, è chiamata ad interpretare, nel film Il verdetto, tratto dal romanzo La ballata di Adam Henry di Ian Mc Ewan, e diretto da Richard Eyre. Un film di rara intensità, possente e struggente come si conviene ad una storia che entra nel più profondo della coscienza. La pellicola è in programma nel week end e fino a mercoledì, a Laltrocinema Cicolella (via Duomo) a Foggia, con proiezioni alle 18.00, alle 20.00 e alla 22.00.
Interpretata da una straordinaria Emma Thompson, la giudice Male si imbatte in un caso particolare, ed in un momento difficile della sua vita. Il suo matrimonio con Jack (Stanley Tucci) vacilla e proprio in questo delicato momento di crisi personale, Fiona deve deliberare in merito al caso di Adam (Fionn Whitehead), un giovane brillante che, per motivi religiosi, rifiuta la trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la vita. Adam ha quasi diciott’anni, ma legalmente è ancora minorenne. La scelta che si impone a Fiona è tra lasciarlo morire o obbligarlo a vivere, sottoponendosi a quella trasfusione che potrebbe salvargli la vita.
In deroga all’ortodossia professionale, Fiona sceglie di andare a far visita ad Adam in ospedale e quell’incontro avrà un profondo impatto su entrambi, suscitando nuove e potenti emozioni nel ragazzo e sentimenti rimasti a lungo sepolti nella donna.

L’idea di fare un film dal romanzo di Mc Ewan è nata ancora prima che il libro venisse pubblicato. Alcuni mesi prima della pubblicazione, McEwan parlò del romanzo con il regista, suo amico di lunga data, Richard Eyre e gli buttò lì la proposta di dirigere un adattamento cinematografico. Avendo lavorato insieme la prima volta alla fine degli anni ’70 al tv movie The Imitation Game e poi di nuovo nel 1981 al film L’ambizione di James Penfield, i due speravano di avere un’altra occasione dal momento che, come sostiene McEwan: “Erano state entrambe esperienze molto piacevoli e mi aspettavo che avremmo lavorato di nuovo insieme nel giro di breve tempo, cosa che abbiamo continuato a ripeterci nel trent’anni seguenti, senza mai riuscire a realizzarla. La prospettiva di ritrovare Richard per condividere un film mi dava una gioia immensa ed era stata la mia ambizione di una vita, dunque quando gli ho consegnato il romanzo gli ho detto ‘se mai diventerà un film, tu sarai la persona che lo dirigerà e dovrà essere un’opera molto incentrata sull’attrice protagonista’. Uno degli aspetti straordinari di Richard è che la sua lunghissima esperienza in teatro gli ha fatto sviluppare un approccio e un tocco meravigliosi e gli attori adorano lavorare con lui, quindi ero sicuro che con Richard alla regia, con molte probabilità, saremmo riusciti a convincere a fare il film gli attori che desiderava avere.”
Le promesse sono state mantenute, Il Verdetto è un film da vedere assolutamente, ed è per questore Lettere Meridiane lo consiglia ad amici e lettori, per questo week end. Qui sotto il trailer.

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Author: Geppe Inserra

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