Giuseppe Sansonna tra Zemanlandia, Flavio Bucci e Lacerenza

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È doveroso dedicare una puntata di #Iorestoacasa… e guardo il cinema indipendente, la rubrica cinematografica avviata da Lettere Meridiane per investire bene questo tempo di quarantena scoprendo gli autori e i film indipendenti, a Giuseppe Sansonna, regista che ha in un certo senso raccontato l’anima più profonda di Foggia, ovvero la passione per il calcio, e in particolare per quella leggenda del pallone rossonero che è stato Sdeneck Zeman.
Sansonna è infatti l’autore di Zemanlandia, documentario sull’indimenticabile squadra che fece sognare non soltanto i foggiani, ma tutti i calciofili del mondo, per il calcio spettacolare, onesto e ruggente che riusciva a mettere in campo.
Sansonna maturò l’idea del film durante una delle sue diverse partecipazioni al Festival del Cinema Indipendente di Foggia, di cui è stato un ospite fisso o quasi.
Manco a dirlo, la “prima” di Zemanlandia al Festival ha coinciso anche con la serata più affollata e più applaudita della storia della rassegna foggiana. Era lunedì, 30 novembre 2009. La proiezione si svolse al Cinema Cicolella, gremito all’inverosimile, che per l’occasione si trasformò in una curva dello Zaccheria, con tanto di bandiere, striscioni ed inni da parte dei tifosi.
Il rapporto di Giuseppe Sansonna con Foggia e con il suo festival era però iniziato anni prima, quando la rassegna aveva ospitato A perdifiato, importante documentario che ha avuto il merito di far scoprire al mondo del cinema un genio, che aveva scritto una pagina importante della storia della settima arte, senza però ottenere il dovuto riconoscimento: Michele Lacerenza, trombettista di Trinitapoli, autore delle straordinarie “fioriture” di tromba che ricamano la colonna sonora di Ennio Morricone nel film Per un pugno di dollari.
Michele Lacerenza insegnò per anni al Conservatorio Musicale di Foggia, ed ebbe un profondo rapporto con i musicisti foggiani, in particolare con Ottavio De Stefano, di cui musicò Fontane d’Italia che venne portata al successo da Claudio Villa.
Il documentario di Sansonna dà conto del grande spessore umano, musicale ed artistico di Michele Lacerenza. La narrazione è profonda, mai banale. In particolare, Sansonna raccoglie le testimonianze di amici e colleghi di Lacerenza, tra cui spicca quella di Ennio Morricone, che racconta la storia interessante della colonna sonora del western che impose Sergio Leone all’attenzione del mondo e del ruolo, decisivo, che in essa vi ebbe Lacerenza. Inizialmente, Leone non voleva il trombettista pugliese, al quale preferiva Ninì Rosso, che allora andava per la maggiore. Fu proprio il grande Morricone ad imporre al grande Leone, Lacerenza, il cui assolo contribuì in modo importante alla riuscita del film.
Sansonna ha da poco reso disponibile alla visione pubblica A perdifiato, vi dò il link alla fine del post.
Dopo A perdifiato e Zemanlandia (che qualche mese dopo venne premiato come Miglior Documentario al Salento Finibus Terrae), Sansonna tornò al festival di Foggia nel 2010 con Lo Sceicco di Castellaneta, docufilm dedicato alla memoria di Rodolfo Valentino.
Da allora la sua carriera si è svolta prevalentemente in televisione. Per Rai Italia e Rai Tre ha firmato la bella serie di documentari Fuori Binario, in cui racconta le storie umane, personali e sociali che si muovono attorno alle antiche ferrovie dismesse.
Sul suo canale YouTube ho pescato un autentico gioiello, che non conoscevo: Mercurio, cortometraggio geniale e quasi sperimentale scritto assieme a Alessandro Bilotta interpretato da uno strepitoso Flavio Bucci. Mi piace che lo guardiate, anche come omaggio al grande attore recentemente scomparso.
Di notevole livello sono anche le interpretazioni di Gigi Mezzanotte, Giampaolo Innocentini e Gabriele Arcaio, così come la fotografia e il montaggio curati da Enrico Falcone e Piero Persello.
Il cortometraggio ripete ed esalta le qualità autoriali di Giuseppe Sansonna: il rigore, la perfetta conoscenza della “macchina cinema”. È dedicato ad un personaggio dei fumetti, Mercurio Loi, creato da Alessandro Bilotta e pubblicato da Sergio Bonelli Editore. La serie è ambientata nella Roma papalina del 1826: Mercurio è un docente universitario che si imbatte in strani avvenimenti, cospirazioni, personaggi strani.
Il merito di Giuseppe Sansonna sta nell’essere riuscito a sintetizzare in pochi minuti la particolarissima atmosfera in cui si consumano le gesta di Mercurio, grazie a una sceneggiatura di raro spessore, e ad una sapiente regia e a un montaggio veramente impeccabile.
Il film ha ottenuto l’apprezzamento del creatore di Mercurio, Alessandro Bilotta, che ha scritto sul suo profilo facebook: “Ha giocato con l’immaginario del personaggio, collocandolo all’interno di uno sceneggiato degli anni Sessanta. Il corto è pieno di rimandi e citazioni. La più sorprendente è quella del brigante Don Bastiano, personaggio del Marchese del Grillo, che qui ritorna dopo la decapitazione, interpretato di nuovo dal grande Flavio Bucci, proprio come fu per il film di Mario Monicelli.”
Una storia nella storia, insomma, che impreziosisce il cortometraggio. Da vedere.
Potete farlo utilizzando i link qui sotto. Al termine, come di consueto, il riassunto della puntate precedenti.

A PERDIFIATO DI GIUSEPPE SANSONNA

MERCURIO DI GIUSEPPE SANSONNA

#IORESTOACASA E GUARDO IL CINEMA INDIPENDENTE

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IV EPISODIO | Francesco Colangelo, quando il cinema indipendente vuol dire qualità

V EPISODIO | Quando Giovanni Falcone era “U muschittieri” (VITO PALUMBO)

VI EPISODIO | Il cinema che sorride di Alessandro Valori

VII EPISODIO | Quando il ragù napoletano diventa “noir” (ALFREDO MAZZARA)

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VIII EPISODIO | MAD, quando la memoria diventa strumento di futuro (LUCIANO TORIELLO e ANNALISA MENTANA)

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Author: Geppe Inserra

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