Il grande vuoto che ci lascia Joseph Tusiani (di Antonio Del Vecchio)

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L’improvvisa scomparsa del grande poeta Joseph Tusiani ha provocato dolore e commozione in tutto il Gargano e nella sua San Marco in Lamis. A partire da oggi, pubblicheremo alcuni articoli per ricordare la sua gigantesca figura di letterato, poeta, intellettuale, ma anche di uomo garganico rimasto sempre profondamente attaccato alla sua terra.


La scomparsa di Tusiani è dolorosa, fa male. Non gli anni, ma il calore umano è ciò che conta nella vita, e rimane impresso per sempre nella memoria. È il caso di Joseph Tusiani, uno dei più grandi letterati del mondo.
Aveva 96 anni, compiuti lo scorso 14 gennaio. Era originario di San Marco in Lamis, città che aveva lasciato a 23 anni e che egli amava al di sopra di ogni cosa e riconoscimento.
Non per niente possedeva ancora a San Marco la casa dove era nato, ubicata nell’antico quartiere ‘Padula’, nel cuore del centro storico, di origine e fattura medievale. Qui veniva puntualmente a trascorrere le sue vacanze, all’inizio dell’estate o a settembre di ogni anno, sino a pochi anni fa. Lo faceva con passione ed emozione, per ritrovare l’atmosfera del passato e intrattenersi con gli amici vecchi e nuovi, appartenenti a qualsiasi strato sociale. Ma per lui San Marco era anche un luogo di ispirazione, per le sue opere in prosa e in poesia.
Lo amavano tutti, non solo la sua statura letteraria, che pure era grandiosa e prolifica, per le tante opere pubblicate in italiano, in dialetto sammarchese, in inglese e perfino in latino, ma anche per la sua profonda umanità, caratterizzata dalla modestia e semplicità dei sentimenti e della visione del mondo.
In chi scrive resteranno eternamente fissi nella memoria due episodi, riguardanti sia il rapporto giornalistico che quello umano, amicale.
Dopo la caduta delle Torri gemelle (cui aveva assistito avvertendo tutto il peso e la gravità dell’evento, accaduto a trecento metri dalla sua residenza) scrissi un articolo su La Gazzetta del Mezzogiorno nel quale raccontavo la viva preoccupazione sofferta da San Marco per il suo figlio lontano. Quando ritornò in paese, pochi mesi dopo, mentre si recava in Biblioteca, mi chiamò in disparte e mi disse: “Il tuo articolo sulle Torri mi ha colpito assai, più di ogni altra recensione e premio, scritta o concessa alla mia persona. Grazie, te ne sarò eternamente grato”.

Poi non dimenticherò mai la serata e il suo gioioso divertimento tra canti, violino e qualche bicchiere di vino, pochi anni or sono, in un locale tipico di Rignano, dove era venuto accompagnato da Grazia Galante, sua grande amica ed estimatrice, assieme al fratello Michele, rinomato storico locale, già sindaco e deputato al Parlamento. Quella sera, Tusiani era scanzonato e felice di essere finalmente tornato a terra, in un paese, che aveva tanto amato in gioventù, anche per via di due belle ragazze (ora novantenni), cui Tusiani, allora studente universitario, aveva impartito accattivanti lezioni private di letteratura italiana.
Per il resto, da sottolineare l’ultimo suo volume, curato da Raffaele Cera e Cosma Siani, In una casa un’altra casa trovo, che racchiude in sintesi la precedente trilogia autobiografica (“La parola antica”, “La parola difficile” e “La Parola nuova”), ha affermato con convinzione che proprio in virtù del predetto ‘romanzo’ dove “l’io si fa uno”, in termine di umanità, creatività e lingua, Tusiani acquisisce quella notorietà nel paese di origine che non aveva prima, per difetto di grandi case editrici alle spalle. Ora con la Bompiani e l’apporto di critici di levatura, quali Martino Marazzi e Francesco Durante, il salto di qualità è compiuto e pertanto avrebbe meritato già il premio Nobel, quale ‘italiano’, noto non solo in virtù delle sue opere in lingua e in dialetto, ma nel contempo colosso creativo affermato in lingua latina e soprattutto in quella inglese.
Ritorneremo in merito con un articolo più approfondito e particolareggiato raccontandovi altri episodi noti e meno noti che lo hanno avuto quale protagonista quanto tornava nel suo Gargano. Interpreto i sentimenti della direzione e redazione di Lettere Meridiane ed esprimo tutta la sua vicinanza al fratello Micael, ai nipoti e al resto dei familiari.
Addio, maestro ed amico, Joseph Tusiani, non ti dimenticheremo mai!

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Author: Geppe Inserra

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