Valerio Manisi, artista a tutto tondo

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Se vi dicessi che sto per presentarvi un film interpretato da Alvaro Vitali con musiche di Nino D’Angelo, scommetto che pensereste subito ad uno dei tanti b-movie italiani che imperversavano negli anni Settanta.
Ma nel cinema le cose non sono mai così scontate. Alvaro Vitali è un grande attore, e D’Angelo da tempo ha abbandonato la vena neomelodica che lo rese celebre all’inizio della sua carriera, interpretando con originalità intriganti contaminazioni tra le tradizione canora partenopea e la world music.
L’ex Pierino (come attore protagonista) e l’ex neomelodico (come autore della splendida canzone finale) sono i protagonisti del sorprendente cortometraggio Vivi la vita del regista pugliese di Grottaglie, Valerio Manisi.
Manisi non è soltanto un cineasta: scrive, fa teatro, compone canzoni, disegna fumetti. È fondatore della Compagnia del Teatro Jonico Salentino e direttore artistico del Canzoniere Jonico Pizzicati int’allu Core. Un artista a tutto tondo e uno dei più originali autori della nouvelle vague del cinema pugliese.
Sciamu, duro cortometraggio di denuncia sull’Ilva di Taranto che rappresentò la sua opera prima, si apre con un sottotitolo che è la quintessenza di tutto il cinema e il percorso artistico di Manisi: “un film di speranza e di tradizione”.

Valerio Manisi con Alvaro Vitali

Speranza e tradizione sono anche il sottotesto di Vivi la vita (scritto da Manisi e condiretto con Giovanni Siliberto), un film tenero, ma non consolatorio, sulla vita e sulle occasioni perdute, gli errori che la costellano e l’impossibilità di tornare indietro per correggerli, la cui morale – pronunciata da Alvaro Vitali con uno “sguardo in macchina” da brividi – è che bisogna vivere il presente con la maggiore consapevolezza possibile.
Vitali dimostra tutta la sua bravura, confermando che non a caso fu benvoluto da Federico Fellini, che lo fece esordire nel Satyricon e poi lo chiamo anche ne I clown, Roma e Amarcord.
Vivi la vita – racconta Manisi –  è la mia riflessione sul tempo, sulla vita e sull’importanza dei suoi momenti. Tutto è iniziato quando ho perso mia nonna materna, che era importante per me come mia madre. Mi ha cresciuto, mi ha viziato e mi ha amato. Riflettendo sul fatto che non sarei mai stato in grado di rivivere tutta la bellezza che mi ha dato, ho deciso di invitare tutti attraverso questo film, con umiltà e semplicità, a essere concentrati e consapevoli dei momenti della propria vita, perché la vita è importante e … in più abbiamo solo una vita da vivere. Ernesto Sabato, un famoso scrittore argentino una volta disse: “La vita è scritta come una bozza, e non abbiamo la possibilità di apportare le modifiche finali”.
Di grande spessore la sceneggiatura, buone le performance degli attori della Compagnia del Teatro Jonico Salentino, notevoli la fotografia di Antonio Zanata e il montaggio di Giovanni Siliberto.
Manisi si rivela molto abile nel maneggiare e intrecciare diversi linguaggi e in particolare l’incontro tra cinema e canzone. Come Sciamu è basato sull’omonima canzone composta da Manisi per i Pizzicati int’allu Core, così, in Vivi la vita, è vincente la scelta di affidare la conclusione del cortometraggio a Nino D’Angelo e a Si turnasse a nascere, uno dei migliori brani del cantautore napoletano.
Grazie a Manisi e a #cinema contro il coronavirus, l’iniziativa di IschiaFilmFestival che porta il festival nelle nostre case, rendendo disponibile on line l’intero catalogo, è possibile vedere Vivi la vita in questi giorni di emergenza al link che vi indico più sotto, con relativa password, assieme ad altri interessanti collegamenti. Come sempre, alla fine, il riassunto delle puntate precedenti della rubrica cinematografica di Lettere Meridiane, #iorestoacasa… e guardo il cinema indipendente.

VIVI LA VITA  (CORTOMETRAGGIO) PASSWORD: Vita2019

SI TURNASSE A NASCERE (VIDEOCLIP)

SCIAMU (CORTOMETRAGGIO)

#IORESTOACASA E GUARDO IL CINEMA INDIPENDENTE

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III EPISODIO |Alessandro Grande, cinema indipendente da Oscar

IV EPISODIO | Francesco Colangelo, quando il cinema indipendente vuol dire qualità

V EPISODIO | Quando Giovanni Falcone era “U muschittieri” (VITO PALUMBO)

VI EPISODIO | Il cinema che sorride di Alessandro Valori

VII EPISODIO | Quando il ragù napoletano diventa “noir” (ALFREDO MAZZARA)

VIII EPISODIO | Domenico Onorato, il coraggio e l’urgenza di raccontare storie

VIII EPISODIO | MAD, quando la memoria diventa strumento di futuro (LUCIANO TORIELLO e ANNALISA MENTANA)

IX EPISODIO | #Iorestoacasa e guardo #Io resto a casa (FEDERICO DI CICILIA)

X EPISODIO | Nicola Ragone, quando il cortometraggio diventa genere (e perfezione)
XI EPISODIO | Quando l’incontro tra cinema e musica sprigiona poesia (GIULIO MASTROMAURO e STEFANO OTTOMANO)

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XIII EPISODIO | Lost & Found, un film che è una carezza al cuore (ANDREW GOLDSMITH E BRADLEY SLABE)

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Author: Geppe Inserra

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