Stragi naziste in Capitanata, il racconto dell’ANPI

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All’indomani dell’armistizio e prima dell’arrivo degli Alleati, la provincia di Foggia fu teatro di numerosi atti di violenza da parte delle truppe naziste. Il portale straginazifasciste.it annota ben 13 episodi, che provocarono la morte di 51 persone, tra civili e militari.
L’Anpi di Capitanata ne farà memoria oggi pomeriggio, con un evento on line sulla pagina Facebook della sezione dauna dell’associazione dei partigiani (inizio alle ore 18, a questo link). Interverranno all’incontro Michele Caccavone, dell’Anpi di Serracapriola, Armando Di Napoli, dell’Anpi di Ascoli Satriano, il presidente provinciale dell’Anpi, Michele Galante, Vito Antonio Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea di Bari.
Le violenze naziste si consumarono fin dal 9 settembre, giorno immediatamente successivo alla notizia dell’armistizio, a Manfredonia. La prima vittima fu un bambino di soli 4 anni, raggiunto dai colpi di fucile esplosi dai militari tedeschi per contrastare la rabbiosa reazione dei cittadini sipontini al sequestro di una corriera da parte delle truppe occupatrici. Un marinaio in servizio reagì a sua volta, uccidendo un soldato tedesco. I nazisti catturarono allora 20 cittadini, con l’intenzione di ucciderli per rappresaglia, e solo l’intervento dell’Arcivescovo evitò la strage.
Gli episodi più gravi si verificarono vicino Cerignola, a Valle Cannella (nella foto che illustra il post il cippo che lo ricorda) dove i militari nazisti trucidarono 11 soldati italiani e un inglese, gettando i cadaveri dentro una fossa comune.
Ad Ascoli Satriano e a Serracapriola contro i nazisti e la loro furia predatrice insorse la popolazione: i due episodi provocarono in tutto 22 vittime.
Non mancarono episodi di eroismo come quello che vide protagonista il maresciallo  della Guardia di Frontiera Nicola Sernia (pugliese originario di Barletta). Il sottufficiale, dopo aver rifiutato l’arruolamento nelle truppe repubblichine (prestava servizio a Gorizia) venne arrestato e percosso. Riuscì però a fuggire e a raggiungere il Meridione, dove prese ad organizzare i cittadini, occupandosi dello sminamento di strade e ponti per accelerare l’avanzata degli Alleati. Cadde a Celenza Valfortore, dove le violenze naziste avevano provocato tre vittime, mentre sotto il tiro dell’artiglieria nemica riusciva, con successo, a disarmare le mine che ostruivano il Ponte Tredici Archi.
Tutto questo ricorderà nell’iniziativa odierna l’Anpi di Foggia, che sta lavorando con particolare impegno alla valorizzazione degli episodi di antifascismo e di Resistenza che si registrarono sul territorio o che videro protagonisti cittadini e militari originari della provincia di Foggia. Potete saperne di più visitando il bel sito dell’associazione, su questa pagina web.
Oltre che con la diretta Facebook di oggi, la Festa della Liberazione 2021 sarà celebrata anche domani, domenica 25 Aprile (ore 10, Piazzale Italia a Foggia) con la deposizione di una corona di fiori al Monumento ai caduti con la partecipazione del sindaco di Foggia Franco Landella e del Presidente provinciale Anpi Michele Galante.

Manifestazioni si terranno anche nei comuni di Ascoli Satriano, Lucera, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, San Severo, Torremaggiore, dove oltre alla deposizione di corone saranno deposti fiori sulle lapidi e sulle targhe dedicate alle vittime del fascismo.

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Stragi naziste in Capitanata, il racconto dell’ANPI

  1. Questi contributi rappresentano non solo notizie di fatti ai più sconosciuti, vanno oltre…. perché nutrono la speranza che si possa cambiare per migliorare la nostra società malata da tempo.

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