Quando il pubblico diventa protagonista, Insieme

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Raramente mi è capitato di partecipare ad una serata così intensa e partecipata come quella promossa da Lega Spi di Foggia, Coordinamento Donne Spi Cgil della provincia di Foggia e Circolo Auser di Foggia per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Il tema dell’incontro, preso in prestito dall’omonimo sport-cortometraggio di Lorenzo Sepalone proiettato in apertura, era già in se stesso una dichiarazione programmatica: Insieme. Ma a rendere magico il contesto è stato il modo con cui è stato declinato: davvero insieme, tutti, a dire no a quell’aberrazione umana e civile che è la violenza sulle donne, cantando, leggendo brani, mettendoci faccia e cuore, passione. Una perfetta alchimia tra gli interventi, per così dire, istituzionali e la voglia di esprimersi delle donne e degli uomini che vi hanno partecipato (soprattutto anziani, ma non solo): un’ora e mezzo di emozione e di riflessione.
Non è caduto nel vuoto, anzi è stato del tutto recepito, l’invito rivolto da Tina Pizzolo, responsabile provinciale del Coordinamento Donne Spi Cgil, quando ha introdotto i lavori, che ha successivamente coordinato: “Vi chiediamo di non essere soltanto spettatori ma protagonisti. Potrete farlo cantando con noi, intervenendo alla discussione o anche semplicemente riflettendo. Perché il tema della violenza sulle donne ha bisogno di una riflessione profonda, che vada oltre gli stereotipi, che entri nella coscienza della comunità.”

A trasformare gli spettatori in protagonisti ci hanno pensato i laboratori di lettura espressiva e di canto dell’Uniauser di Foggia, rispettivamente diretti da Antonio Sereno e da Antonio Nardella. Brani scelti e letti dai partecipanti al laboratorio, che si sono intrecciati con le canzoni eseguite in modalità karaoke e con i diversi interventi
A rompere il ghiaccio ci aveva pensato la proiezione dello spot Insieme, girato da Lorenzo Sepalone per conto dell’associazione Impegno Donna: un messaggio forte sulla necessità di una risposta corale al fenomeno della violenza di genere, che sconfigga gli stereotipi. Una ragazza, inseguita dalle frasi offensive del suo partner, si tuffa in piscina e nuota sott’acqua, per poi riemergere in mare, accolta e avvolta dal sorriso di altre donne che d’ora in poi saranno compagne di viaggio.
“Ho cercato di affrontare il tema attraverso la metafora dell’acqua – ha detto il regista -, l’acqua che è simbolo di rinascita: dal tuffo, che è la svolta, il nuoto, che rappresenta il cambiamento e la presa di coscienza, fino all’emersione che rappresenta la rinascita.”
Il punto di vista maschile è stato espresso da Michele Di Stefano, segretario della Lega Spi di Foggia: “Nel nostro piccolo, noi uomini dobbiamo essere educatori nel nostro ambito familiare, iniziando a trattare i figli in modo paritario, il padre ha un ruolo importante. Per sconfiggere la violenza contro le donne è indispensabile cambiare la cultura degli uomini, abituati ad un’idea di possesso e incapaci di accettare i rifiuti.”
La necessità del cambiamento è stata sottolineata anche da Franca Voto, psicologa e docente, animatrice della serata: “Auspichiamo un cambiamento, non teorico, ma prima di tutto culturale, la cultura rappresenta le idee, le fedi religiose, l’innovazione, la tecnologia, le abitudini, le tradizioni, che spesso non si vogliono cambiare. Il cambiamento deve partire dalle agenzie di socializzazione: la famiglia, la scuola, gli ambienti di lavoro.”
Cesira Tartaglia, segretaria della Lega Spi, dopo aver ricordato la carenza di servizi che angustia Foggia, dov’è stato chiuso il solo Centro Antiviolenza, ha detto che “per contrastare questa piaga è necessario portare il tema della violenza nelle scuole, promuovere occasioni di dialogo, confronto, riflessione mettere in campo ogni idea, progetto perché nessuno si volga dall’altra parte, pensando che la violenza sulle donne non sia un suo problema, perché non è cosi. Non dobbiamo dire più purtroppo, ma basta.”
Maria Grazia Palano, presidente del Circolo Auser di Foggia, ha evocato la celebre metafora del sogno utilizzata da Martin Luther King per constare il razzismo: “Anche noi dobbiamo sognare che la violenza sulla donne possa essere estirpata. Ma non dobbiamo aspettarci soluzioni dall’alto, le leggi non bastano. La violenza nasce dalla mancata accettazione della diversità dell’altro. Superare la violenza significa accettarsi reciprocamente, significa costruire un mondo migliore, proprio come sognava Martin Luther King.”
È toccato a Vittorio Cucci, membro dell’Ufficio di Presidenza dell’Auser pugliese, tirare le somme: “La violenza sulle donne ha assunto le dimensioni di un’autentica emergenza, e non parlo solo dei femminicidi, ma delle violenze psicologiche, che spesso vedono vittime le donne anziane. Siamo ancora molto indietro, nonostante tutti i tentativi di diffondere la cultura del rispetto dei generi, fatti da presidi come la scuola. Dobbiamo chiederci cosa sia possibile fare, oggi e subito. Bisogna promuovere la cultura del rispetto reciproco.”

Si finisce cantando tutti insieme, compreso chi – come me – è stonato come una campana e non va pazzo per il karaoke. Si finisce con la bella sensazione che, quando si sta bene insieme, l’uno con l’altra, nessuna sfida è impossibile.

Geppe Inserra

Qui sotto il video della serata, realizzato da Tonio Sereno per il free Magazine “Cultura & Società in Capitanata”, sfogliabile e scaricabile al link: http://ildialettodifoggia.altervista.org/cultura-societ%C3%A0-magazine.html

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Quando il pubblico diventa protagonista, Insieme

  1. L’unico commento che si può fare è… che questa società è ancora di stampo maschilista e le cose sono addirittura peggiorate, da quando la donna ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che è in grado di fare tutto quello che è sempre stato prerogativa degli uomini e questo ha relegato l’orgoglio maschile in un angolo buio del suo ego. Ci vuole ancora tempo purtroppo.

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