Amiu-terzo settore: prove tecniche di alleanza civica

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Non mi era mai accaduto di finire senza voce un incontro in cui fungevo da moderatore. Parafrasando Mao, si potrebbe dire che la partecipazione non è un pranzo di gala. Tanto più se si parla di un problema annoso e scottante come la raccolta dei rifiuti a Foggia, differenziata e non.

Per usare un eufemismo, è stato un confronto «a voce alta», quello che ha messo di fronte l’azienda di nettezza urbana e gli utenti, nell’incontro promosso da Auser, Legambiente ed Arci, in collaborazione con Cgil e Spi Cgil.

Sollecitati dal presidente dell’Auser di Foggia, Leonardo Soldo («è inutile nascondere che a Foggia le cose non vanno bene, la città non è pulita come dovrebbe, la differenziata è in forte ritardo, ma noi vorremmo fare di Foggia una città veramente europea»), Paolo Pate, presidente di Amiu Puglia, che gestisce il servizio a Bari e a Foggia, e il direttore generale Antonello Antonicelli, ci hanno messo la faccia. Non si sono nascosti dietro il dito ed hanno ammesso i ritardi accumulati dall’azienda.

«Ma se Foggia non ha avuto quanto meritava da parte dell’azienda, è anche necessario creare maggior senso civico», ha osservato il presidente Pate.

Tanto per dire, i cassonetti sono oggetto di sistematici e ripetuti atti di vandalismo, il centro di raccolta comunale di via Sprecacenere è stato completamente vandalizzato. E poi c’è l’enorme problema di quella che in gergo tecnico viene definita «raccolta degli abbandoni», ovvero la rimozione dei rifiuti spesso ingombranti che vengono lasciati laddove non si dovrebbe, e che costa tanto all’azienda. È un’autentica piaga, che non riguarda soltanto la popolazione foggiana. Tanti cittadini di altri centri della provincia usano disinvoltamente il capoluogo come discarica.

Il direttore Antonicelli ha puntato il dito contro quello che ha definito un vero e proprio «turismo dei rifiuti», che danneggia pesantemente l’azienda e la città, incidendo negativamente sui costi e sulla qualità del servizio. Dal canto loro, gli intervenuti nel corso dell’acceso dibattito, hanno contestato all’azienda ritardi, mancate risposte al telefono, impegni e promesse disattese. Pate e Antonicelli hanno preso nota, promettendo rigorose verifiche interne.

Su un aspetto sono stati d’accordo tutti: sono necessari maggiori controlli che, però, non spettano all’azienda ma all’amministrazione comunale, e in particolare ai vigili urbani. In ogni caso, anche la cittadinanza dovrebbe fare la sua parte, vigilando meglio sui beni comuni. È necessario un «controllo sociale» che manca. Una buona idea potrebbe essere l’installazione di telecamere in prossimità dei cassonetti e delle aree più critiche.

Ma veniamo alla differenziata. Scopi, utilità e urgenza sono stati puntualmente illustrati dal presidente di Legambiente, Pino Maccione, che ha tenuto sull’argomento un’autentica lectio magistralis. Il succo è che a fare la raccolta differenziata come si deve ci guadagnerebbero tutti: i cittadini in termini di riduzione dell’imposta, la città in termini di qualità ambientale, l’azienda che avrebbe più rifiuti da immettere nel circuito virtuoso del riciclo.

E a Foggia, le cose come vanno? Male. Siamo ancora ben al di sotto degli standard di qualità, che prevedono debba essere raggiunta una percentuale del 65% di raccolta differenziata. I dati più recenti si riferiscono al 2021. L’indagine di Legambiente Puglia colloca Foggia al penultimo posto dei capoluoghi pugliesi, con il 28,2. Peggio di noi fa solo Taranto (25). Qualcosa comunque si è mossa: nel 2020, Foggia si era piazzata all’ultimo posto, con appena il 21,2.

Il presidente Pate ha illustrato le recenti iniziative poste in essere nel tentativo di risalire la china. Sul fronte delle utenze non domestiche, si è partiti dal mercato Rosati con la distribuzione ai commercianti di 100 carrellati, per la raccolta della frazione organica dei prodotti ortofrutticoli. La risposta è stata oltremodo positiva. Sul fronte delle utenze domestiche, interessate da azioni pilota di raccolta porta e porta in alcune zone della città, la risposta non è stata altrettanto confortante. «Ci rendiamo conto che è necessario rafforzare le attività di comunicazione», ha chiosato Paolo Pate.

Nell’infuocato confronto sono intervenuti sia utenti incazzati che rappresentanti della società civile o ambientalisti di lungo corso come Gian Maria Gasperi («Nel 1997, Foggia deteneva una quota molto significativa di raccolta differenziata, per quei tempi: il 23%. Poi le cose non sono andate nel verso sperato, ma non bisogna desistere: Foggia esprime un potenziale enorme»). Non sono mancate puntuali contestazioni («Perché sono stati rimossi i cassonetti nel comprensorio Ina Casa di via Ordona Lavello?», ha fatto presente Renzo Bambino), registrate dai responsabili dell’Amiu, con la promessa di verificare, approfondire e dare risposte concrete. La speranza, condivisa da tutti gli intervenuti, è che si sia trattato del primo momento di un confronto da continuare e consolidare.

Nonostante il gran daffare che ho avuto per mantenere  il confronto entro limiti accettabili, l’impressione è che l’esperimento di alleanza civica promosso dall’Auser di Foggia sia stato positivo. E che, in ogni caso, abbia dato un contributo originale alla ripresa del confronto democratico, da troppo tempo balbettante, a Foggia.

Geppe Inserra

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Amiu-terzo settore: prove tecniche di alleanza civica

  1. Paludo a questa tua utile iniziativa, caro Geppe, di confronto attivo tra i cittadini e le istituzioni/enti a servizio della città. Dal tuo articolo si deduce che i cittadini sono pronti a collaborare, anzi forse lo farebbero di più se fosse data voce alle loro esigenze.
    Si potrebbe avviare lo stesso tipo di confronto anche per altri aspetti del vivere comune come la manutenzione delle strade, delle aeree verdi, ecc.?

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