Risolto il mistero del “panorama di Foggia”

Quando pubblico cartoline ed immagini della Foggia che fu, lo faccio prima di tutto per il piacere degli amici e lettori di Lettere Meridiane, e mio personale. Non ho alcuna pretesa scientifica. Sicché neanche mi ero accorto che fosse un’autentica rarità, la “misteriosa” cartolina che ho pubblicato qualche giorno fa, chiedendo lumi ai lettori su quale angolo di Foggia raffigurasse.
Mi ha messo sull’avviso Nando Romano, che l’ha letteralmente anatomizzata, dando un nome a palazzi e luoghi che vi si vedono immortalati, e riuscendo perfino a datarla. “La corrente arrivò a Foggia nel 1893: mancando ogni infrastruttura connessa si può arguire che la foto sia anteriore al 1890”, ha scritto sul suo blog, in un articolo molto accurato e documentato, intitolato “Foggia com’era: autopsia di un panorama.” Potete leggerlo interamente qui.
Veramente l’articolo era stato scritto da Romano per Lettere Meridiane, ma non ci siamo intesi, a causa della distanza che al momento ci divide. Impareggiabile studioso, importante dialettologo, Nando è rimasto legato a Buenos Aires, dove ha svolto importanti incarichi dirigenziali per conto del Ministero della Pubblica Istruzione, e trascorre parte dell’anno nella capitale argentina. Non è stato quindi facile sintonizzarsi ma, consentendoci di utilizzare il suo articolo (il che faremo, a piene mani) tiene a puntualizzare che la sua ricerca, puntuale e approfondita, è stata stimolata proprio dal pezzo di Lettere Meridiane.
Ma veniamo al dunque. La misteriosa foto ritrae il Piano delle Fosse, ma da un punto di vista raro, ed opposto rispetto a quello celebrato in tante antiche stampe e cartoline. La “piazza ovale” che stupì il grande Giuseppe Ungaretti, che chiese venisse dichiarata monumento nazionale, è ripresa da Est-Nordest.
L’accurata ricerca di Nando Romano permette di definire anche l’altezza (una ventina di metri) e perfino l’ora e il giorno della settimana dello scatto. Ecco cosa scrive, in proposito: “L’ottimo fotografo ha approfittato di una giornata luminosa collocandosi ad un’altezza di circa venti metri, altrimenti non avrebbe potuto prendere i tetti delle case a sinistra alti almeno 11/12 metri; buone le apparecchiature con obiettivo grandangolare; ampio il tempo di posa. La piccola ombra della facciata posteriore del capannone, presso l’incrocio, sul Piano delle fosse, nella parte verso chi guarda, detta Al Condappiano (con la ‘d’), ci dice che era appena passato mezzogiorno, forse l’una, ma un astronomo ci potrebbe dire di più. Doveva essere un giorno festivo o una domenica in un periodo di scarsa attività nell’infossamento e sfossamento del grano, forse maggio, prima della mietitura, infatti l’area, dalle attività altrimenti frenetiche, è percorsa da solo quattro passanti e due veicoli.”
Altrettanto precisa, da parte di Romano, è l’individuazione del punto in cui il fotografo ha realizzato il suo scatto: “L’area abbracciata dal panorama è vastissima. Davanti: dall’attuale via Eolo circa, fino alla stazione che s’intravede in fondo a destra. Di fronte, sul fondo; dal teatro e da una palazzina a torre in vico Pietà fino a via Manfredonia e via Castiglione e alla ferrovia per S. Severo che forse s’intravede.”


Lo studioso ha individuato diversi elementi che consentono una precisa collocazione dell’immagine e che potete vedere nel dettaglio dalla immagine. Preciso che le foto che illustrano il post sono solo miniature di quelle, ad alta risoluzione, che potete guardare o scaricare utilizzando i link alla fine dell’articolo.
Non sono molti gli elementi sopravvissuti e giunti fino ai nostri giorni, ed anche il tracciato della strade si presenta molto diverso da quello attuale.
Tra i “punti notevoli” fissati da Nando Romano hanno resistito al tempo il Teatro Comunale, la palazzina di vico Narciso che nella cartolina copre la chiesa di San Giovanni Battista, e Palazzo Figliolia, oggi sede dell’omonimo istituto. Non ci sono più la Torretta, indicata con il n.2, che si elevava sopra l’antica sede municipale, danneggiata dall’incendio del 1898, durante la sommossa popolare contro il carovita, e il complesso della Maddalena, distrutto dai bombardamenti, indicato dal n.3.
Con il n. 6, Romano indica “l’ex orto dell’antico Cannaretto” situato “nel trapezio fra le vie Castiglione, Onorato, Conciatoi, Pavoncelli su cui sorge il Centro di Igiene”. Dell’antico orto si conserva la mappa, che potete vedere qui sotto.


Romano allega al suo articolo un’altra, bella fotografia, scattata qualche anno dopo (vi si notano i pali della pubblica illuminazione) da una prospettiva leggermente diversa che conferma la “legenda” dei punti notevoli della prima.


Ringrazio tutti i lettori che hanno risposto all’appello lanciato da Lettere Meridiane per collocare la fotografia. La tesi che si trattasse del Piano delle Fosse era stata sostenuta anche da Claudio Grenzi, Giovanni Palmulli, Gianfranco Fortunati, Francesco Paolo Chieca e Cristian D’Emilio. Palmulli ha accluso al suo commento un interessante estratto da un’antica mappa della città, che potete vedere qui sotto.
Geppe Inserra

Foto del “panorama di Foggia” con legenda, in alta risoluzione  (cliccare per guardare o scaricare)

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Risolto il mistero del “panorama di Foggia”

  1. Caro Geppe, ho un debito verso di te e verso le “Lettere Meridiane” sempre dense di stimoli…

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