Perché non si deve “svelare” la Madonna dei Sette Veli

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Andrea De Meo Arbore, docente e studioso di storia dell’arte, interviene nella discussione sollevata dal nostra articolo «Madonna dei Sette Veli, un mistero che continua» con l’interessante e puntuale commento che di seguito pubblichiamo integralmente. Nell’articolo avevamo sottolineato le difficoltà che si incontrano nel determinare l’esatta datazione del «veramente» della Patrona della città di Foggia.

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Il fatto che venga nominata come Madonna dei Sette Veli per la prima volta nel Settecento non prova che prima fosse senza veli. È certamente chiaro che deve essere esistito un tempo nel quale la tavola era mostrata nella sua interezza, ma dalle sue precedenti denominazioni non si può affatto desumere che nel Due o nel Trecento non portasse i veli (si potrebbe al contrario arguire che molte altre immagini venerabili fossero sovente velate nel medioevo e quindi i veli dell’Iconavetere non facessero di essa tale eccezione da darle un nome che li ricordasse). Al contrario, l’assenza di qualsiasi traccia storica, fin ora nota, che riporti una qualche polemica per la velazione dell’immagine più venerata della città è prova sufficiente per affermare che il tempo di tale velazione è remotissimo. Ciò che mi sembra più ragionevole è che la velazione della tavola sia iniziata originariamente a scopo liturgico e saltuario e sia stata poi gradualmente prolungata, vuoi per motivi devozionali, vuoi per aggiunte peculiarità liturgiche. Detto ciò, non credo si possa scartare a priori l’ipotesi, più vicina al mito dell’inventio, del rinvenimento della tavola già avvolta in stoffe per proteggerla, e quindi venerata da subito in quella “veste”.

I pruriti dei vescovi che pensarono di spogliarla sono figli delle temperie religiose della loro epoca (la venerazione delle immagini contro l’iconoclastia protestante nel primo caso e il rigetto verso la pietà tradizionale tipico dell’epoca postconciliare nel secondo) e dovrebbero essere dimenticati. Oltretutto la Madonna dei Sette Veli così com’è è oggi un patrimonio culturale di questo territorio, unico e insostituibile, perciò anche gli organismi laici di tutela potrebbero a buona ragione opporsi alla trasformazione dell’immagine venerata.

Andrea De Meo Arbore

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Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “Perché non si deve “svelare” la Madonna dei Sette Veli

  1. Carissimo Geppe, concordo pienamente sul fatto che la Madonna dei sette veli debba continuare ad essere velata, perché questo appartiene ormai alla sua vicenda secolare.
    Ciò però non esclude che i devoti debbano sapere che cosa nascondono i veli, proprio per evitare quello che è accaduto quest’anno con i manifesti della festa che proponevano un’immagine mariana che nulla ha a che fare con la Madonna di Foggia. Che poi sia stata ritrovata già con i veli, credo sia solo parte della leggenda di inventio.

  2. Non comprendo i motivi per cui le autorità religiose non hanno mai pubblicato tutti gli esiti delle analisi effettuate dall’Istituto Centrale di Restauro di Roma su un campione del legno del Sacro Tavolo, né il testo integrale della relazione consegnata il 23 gennaio 1981 dal tecnico che eseguì il restauro.

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