Una cartolina racconta come lavoravano gli sfossatori al Piano delle Fosse

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Nando Romano commenta con la consueta intelligenza la foto del Piano delle Fosse che Lettere Meridiane ha pubblicato qualche settimana fa, e che trovate riproposta nella sua interezza alla fine dell’articolo. Lo studioso foggiano si sofferma, in particolare, su due particolari che consentono di stabilire con sufficiente approssimazione l’orario e il giorno della settimana in cui la fotografia è stata scattata.

“La foto, che non conoscevo, e ti ringrazio, mostra due importanti caratteristiche – scrive Nando Romano – . Mentre il panorama grande che ho analizzato tempo fa ci mostra probabilmente il piano in un giorno festivo (trovate anche questa immagine dopo il testo, n.d.r.) questo ce lo mostra in una giornata feriale, in cui le opere fervono nel piano delle fosse. Per cui l’evento che ne fa una foto, almeno nella mia conoscenza, unica ed eccezionale è l’apertura di una fossa di grano in primissimo piano. La fossa si trova all’angolo del Conappiano con via della Volla, che poi è la via XXV Aprile odierna e quindi rasente le costruzioni e anche anche la palazzina de quo. Si vede distintamente l’animazione intorno alle fosse anche per la presenza di ben tre traìni. La fossa è aperta e se non sbaglio uno degli sfossatori sta in piedi all’interno, piegato con giubbotto bianco e potrebbe essere il caporale di una delle due compagne degli sfossatori.

Nella foto di apertura, il dettaglio della foto che ha attirato l’attenzione di Nando Romano. Qui sopra, un altro particolare.

Mi dà l’impressione, guardando le ombre, che potrebbero essere le 11 del mattino di una giornata di Aprile, una annata fresca a giudicare dagli abiti degli astanti. Più difficile che fosse Ottobre perché la foto appare molto luminosa. Il secondo elemento interessante è che da qui iniziava la sfortunata via della Volla. Volla dal lat. bullere, vòllë, designa non solo l’acqua della pentola, ma anche le sorgenti che ribollono sul terreno. La via ha fatto una triste fine per intersecare la linea ferrata in quanto conduceva e in parte conduce alla contrada Volla oggi chiamata Tavernola: chi va a Zapponeta prima di giungere a Tavernola può sulla sinistra vedere una masseria che si chiama Volla, il terreno un po’ ondulato, quando la falda era alta, permetteva la fuoriuscita di un rigagnolo ribollente alla fonte. La parte iniziale della via è stata barbaramente ridotta al cortile di un fabbricato.”

 

La foto nella sua interezza.
L’altra foto cui fa riferimento Nando Romano

 

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Author: Geppe Inserra

1 thought on “Una cartolina racconta come lavoravano gli sfossatori al Piano delle Fosse

  1. Ho abitato per tutta la mia gioventù trascorsa a Foggia, ovvero fino al 1976, nel cuore di quell’immenso piano puntellato dalle centinaia di fosse destinate a contenere il prezioso frumento.
    Via Castiglione e poi in Vico al Piano. Da ragazzino mi sono sempre chiesto il significato e la storia di quest’ultima via. All’epoca di libri in casa non ne giravano molti e internet non esisteva neanche nella mente dei più visionari. Quelli che ci avrebbero cambiato l’esistenza non muovevano ancora i primi passi. E allora per anni con mia buona pace, mi tenni il dubbio su che cosa significasse al Piano.
    La geniale, almeno per me, intuizione mi venne anni dopo quando cominciai a studiare un po’ la storia della mia città e in particolare delle zone dove “modestamente nacqui e vissi”.
    Vico al Piano significava letteralmente la via che da Piazza Cesare Battisti, costeggiando il Teatro U. Giordano, portava al Piano delle Fosse.
    Peccato che di quella ricchezza storica, economica e sociale, ne sia rimasta una sola, reietta e trascurata davanti alla Basilica di San Giovanni.

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