Di Giuseppe Rinaldi ricorderò sempre la mitezza d’animo, la sua intelligenza sconfinata, e una bontà che trasudava da ogni sua parola, sorriso o gesto. Con la sua dipartita, Foggia perde una persona straordinaria e un medico d’altri tempi, che ha scritto pagine indelebili nella storia dell’assistenza sanitaria ed ospedaliera, un cittadino che l’ha profondamente amata, che ha speso la sua vita per renderla migliore.
La nostra amicizia risale a quando venne eletto Consigliere Provinciale, facendosi apprezzare tra i banchi di Palazzo Dogana per il garbo e la lungimiranza con cui affrontava i problemi. Mai che alzasse la voce: privilegiava sempre il confronto civile e la discussione pacata, rispetto alla polemica e alla contrapposizione fini a se stessi.
Raffinato intellettuale e uomo di scienza, nato a Foggia 86 anni fa, pediatra e neonatologo, è stato il fondatore dell’assistenza perinatale in Capitanata, dirigendo per 35 anni la Terapia Intensiva Neonatale agli Ospedali Riuniti di Foggia. Docente presso la Scuola di Specializzazione di Pediatria dell’Università di Bari e all’Università di Foggia ha scritto più di 200 lavori scientifici. All’indomani della pensione, ha continuato ad operare come volontario quale direttore del consultorio familiare diocesano «Il faro»: straordinario esempio di impegno scientifico ma anche sociale e civile.
Assieme ai tanti lavori scientifici ci lascia due libri importanti: Vita di un reparto per la vita, in cui racconta la sua pluridecennale esperienza agli Ospedali di Foggia e La vecchia maternità di Foggia: ricordi e ricerche, in cui descrive la trasformazione dell’antico orfanotrofio in ospedale di maternità. Un lavoro ammirevole non solo per la passione intellettuale che ne sorregge l’impianto, ma anche perché frutto di approfondite ed inedite ricerche.
La nostra amicizia è stata fondata su una incondizionata e reciproca stima, e su comuni passioni: l’amore per la il passato e le tradizioni della città, e il tifo per il Foggia. Le foto che vedete, scattate da Giovanni Cataleta, si riferiscono a indimenticabili serate in pizzeria con gli amici della chat whatsapp Che se dice du Fogge?. Momenti di pace e di serenità, in cui le gioie e i dolori provocati dalle vicende degli amati satanelli, si mescolavano ai ricordi del passato e a riflessioni sul futuro possibile della nostra città.
L’ultima volta Peppino mi regalò una perla preziosa del suo monumentale sapere, indicandomi, per filo e per segno, i luoghi in cui padre Antonio Silvestri, il sacerdote foggiano vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’800, morto in odore di santità, aveva fondato e poi consolidato il suo Ospedale per le donne anziane, che viene ritenuto i primo nucleo degli Ospedali Riuniti di Foggia.
Quanto ci mancherai, Peppino caro.
Geppe Inserra


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Medico da non dimenticare.
Persona da ricordare.
Ha studiato in Archivio di Stato.
Mi ha donato i suoi testi.
Io i miei, quelli dell’Archivio e quelli de mio papà
Primo Dirigente delle Farmacie Ospedaliere.
E’ stato molto contento delle foto personali del prof. Filippo De Capua, papà del mio caro amico e mio testimone di nozze.
Una stagione un po’ triste x Foggia e x chi l’ha amata e onorata…
Peppino Rinaldi, mio collega e amico in palestra dal grande Prof. P.P. DANZA doveva avere un collegamento speciale con PADRE PIO.
Ecco i fatti.
Il mio terzo figlio doveva nascere con il solito cesareo il 30 luglio 1987.
Il 29 durante la notte sogno padre Pio ( dal quale avevo avuto negli anni giovanili dei rimproveri a causa del fumo di sigarette ) che mi rimprovera aspramente. ” mi fai sempre arrabbiare, cerchi un nome corto e non pensi al mio” -” hai ragione, non ci ho pensato e ho dato il compito ai miei figli Luciano ed Oriana che hanno deciso per Marco -rispondo-” ” fai come vuoi “.
Sveglio mia moglie Ebe e le racconto il sogno. Ormai abbiamo deciso ….Non dar retta ai sogni.
Ci rechiamo in ospedale per l’ultima visita di controllo prima del cesareo.
Tutto OK il bimbo e vivace e pronto all’arrivo, per il giorno dopo.
Il medico però ,vista la calma piatta nel reparto, ci chiede se vogliamo anticipare in qual momento l’intervento così evitiamo un’altra notte insonne. Mia moglie accetta di buon grado,
Torno a casa a prendere il necessario per il ricovero.
Inizia la “pratica” verso le ore 9.20 e alle ore 12,00 escono infermieri e medico stravolti comunicandomi che è stata un fortuna l’anticipazione dell’intervento perchè il bimbo all’improvviso nelle ultime ore si era rivoltato e un nodo ombelicale gli aveva impedito di respirare. Era asfittico ed erano stati costretti ad immettergli ossigeno per evitare un probabile decesso che avrebbe compromesso le sorti anche della madre. Per fortuna l’asfissia era durata poche ore e si era probabilmente salvato. Lo avevano portato nel reparto del Dott. GIUSEPPE RINALDI il quale mi assicura che faranno di tutto , e già hanno avuto esperienze positive negli anni, per metterlo in sesto. Così fù. dopo dieci giorni in neonatologia uscimmo per recarci subito da Padre Pio per ringraziarlo ( se non era miracolo quello ! ) Inutile dire che nel frattempo il bambino era stato nominato Marco PIO e la devota amicizia con Peppino e Padre Pio si era ancora più rafforzata.
Che brutto momento,questo, Geppe. Non mi ero ancora ripreso dal decesso dei cari amici Michele Perrone e Nando Romano.