Di Michele Perrone ricorderò sempre l’innata discrezione, il garbo con cui affrontava le situazioni più spinose, anche professionali e politiche, la sua incrollabile fiducia nella importanza dello «stare insieme» come motore di senso civico e di buona politica.
È stato una grande persona e un grande avvocato, non solo nelle aule del Tribunale. Era fermamente convinto della necessità che la migliore società civile, a cominciare dai professionisti, non dovesse restare alla finestra, ma scendere in campo, essendo la politica non solo una questione dei partiti ma anche dei cittadini, chiamati a farsi carico della «civis».
È stato un autentico pioniere di quella che oggi si definisce «cittadinanza attiva». L’ho conosciuto in quello straordinario crogiolo di democrazia e partecipazione che è stato il Sacro Cuore negli anni Settanta del secolo scorso.
Michele presiedeva il consiglio di quartiere a Borgo Croci, quale «aggiunto sindaco», ed era chiamato a governare una fase molto delicata della vita sociale di quel pezzo di città. L’imminente risanamento del Borgo rendeva necessario sgomberare gli immobili da demolire, con il contestuale provvisorio trasferimento dei residenti ad altra sede. Si trattava di stabilire l’ordine degli sgomberi, mettere a punto un cronoprogramma che investiva la vita di centinaia di famiglia, ma da cui dipendeva la concreta realizzazione di risanamento inseguito per decenni.
Perrone rinunciò alle complicate alchimie politiche che sovente vengono messe in campo in questi casi e penso bene di affidarsi ad uno strumento di democrazia diretta: l’assemblea popolare.
Si può immaginare in quale clima rovente si svolgessero gli incontri, che Michele governava con pacata fermezza, cercando di convincere i partecipanti – che arrivarono a 600 tra donne e uomini – che ognuno doveva accettare di sopportare il provvisorio disagio provocato dal trasferimento forzoso, per raggiungere il bene comune.
La spuntò. La assemblee riuscirono a partorire una strategia condivisa. Il risanamento di Borgo Croci scrisse così una delle pagine più significative della vita democratica di Foggia. «L’esperienza del Consiglio di Quartiere fu molto bella. Rappresentò il più significativo momento di partecipazione popolare. Di certo fu una esperienza molto importante per me, anche se faticosissima», scriverà Perrone qualche anno dopo (potete leggere qui l’articolo integrale).
Questa idea di partecipazione popolare, che doveva fondarsi sulla consapevolezza del passato democratico importante della città, e diventare strumento per comprendere meglio il presente ed ispirare le scelte di futuro, porterà Michele a dar vita a FoggiaInsieme, associazione che si segnalerà per il tentativo di chiamare la cittadinanza ad una partecipazione attiva alla riflessione collettiva. «Di sviluppo, di futuro non si discute abbastanza. Manca un’opinione pubblica che diventi protagonista consapevole del futuro», dice in una intervista, rilanciando l’appello a ceti medi e professionisti a rimboccarsi le maniche per diventare «opinione pubblica responsabile e consapevole».
Questo «laboratorio di democrazia» vivrà il suo momento più alto nel 2019, quando FoggiaInsieme metterà a punto, assieme alle Acli un programma di governo della città, fondato non sul consueto libro dei sogni, ma su un rigoroso metodo di analisi dei problemi e di governo della città.
Un sasso gettato nell’acqua stagnante, come sono state spesso le idee di Michele Perrone e di FoggiaInsieme, che non hanno sempre avuto l’attenzione e l’ascolto che meritavano nei decisori politici.
Ci mancherai, amico caro. L’amarezza per la tua partenza è mitigata dalla consapevolezza di quanto immensa sia l’eredità morale e culturale che ci lasci. Ricorderemo per sempre il tuo caparbio impegno, la tua dirittura morale, la tua incrollabile coerenza, la fiducia in un futuro diverso e possibile, che ti hanno sostenuto fino all’ultimo respiro.
Custodire e tramandare questo patrimonio sarà importante, per difendere e dare ossigeno a quell’anima democratica della città, che hai interpretato in maniera ineguagliabile e cui hai dedicato tanta passione.
Geppe Inserra
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