La scomparsa di Luigi Paglia: Foggia perde la sua luce di poesia

La morte di un poeta è una luce che si spegne, una speranza che svanisce, tante possibili parole che se ne vanno con lui e non verranno più pronunciate.
Con Luigi Paglia se ne va un pezzo di quella Foggia bella e possibile, che nella sua vita ha tenacemente cercato di svelare e di costruire.
In una terra arida e poco avvezza alla poesia, è stato un poeta autentico e generoso, che l’ha scritta, insegnata e diffusa, convinto della sua forza rigeneratrice.
Dal suo profilo Linkedin scopro che amava definirsi «operatore culturale free lance», e mi pare una definizione azzeccata, alla luce dei suoi poliedrici interessi. Un intellettuale che ha saputo coniugare curiosità, passione e libertà di pensiero.
È stato docente di Letteratura italiana contemporanea e di Teoria e prassi della intertestualità all’Università di Foggia, dove ha tenuto laboratori di scrittura e di Informatica per la letteratura.
Per incarico della Fondazione Monti Uniti di Foggia, ha curato la prima mostra nel Sud dell’Italia di libri di artista e il catalogo «La scrittura e l’immagine». Fu un evento culturale di straordinaria importanza, per la città.
Con la carta ha avuto un rapporto quasi sacrale: egli stesso componeva deliziose plaquette, in tiratura limitatissima, che distribuiva agli amici.
I suoi interessi letterari furono sconfinati, ma due poeti lo accompagnarono più di altri: Giuseppe Ungaretti e Mario Luzi.
Ha avuto un ruolo fondamentale nella riscoperta del rapporto che legò il fondatore della poesia ermetica con Foggia e con la Capitanata. Si devono al suo impegno l’intitolazione ad Ungaretti della piazzetta antistante l’Epitaffio e l’installazione, voluta dalla Fondazione Monti Uniti, che riproduce le parole del poeta sul «piano delle fosse».
Di Mario Luzi è stato uno dei massimi critici. Paglia si laureò con il massimo dei voti all’Università di Roma discutendo una tesi sul poeta fiorentino, con cui divenne poi amico, portandolo in visita a Foggia e in provincia. La foto che illustra l’articolo ritrae i due davanti al portale della Chiesa di San Leonardo di Siponto.
Per sua natura schivo e discreto, era dotato di una profonda curiosità intellettuale. Non esitò a iscriversi a un seminario di grafica digitale promosso dall’Università popolare dell’Auser di Foggia per imparare come progettare e realizzare da solo la copertina del suo libro su Ungaretti, un gesto che racconta bene la sua curiosità senza età e la sua umiltà. Quella esperienza cementò la nostra amicizia.
Nonostante il suo legame indissolubile con la carta, era consapevole del potenziale divulgativo della rete, e spesso ha offerto ad amici e lettori di Lettere Meridiane poesie, recensioni, riflessioni (li ripubblicherò nei prossimi giorni). Siamo stati legati dalla comune amicizia con don Tonino Intiso e dalla mia amicizia con suo fratello Michele. Per me è stato un punto di riferimento, culturale ma anche civile.
Era convinto della possibilità di un «rinascimento foggiano» che affidava soprattutto all’Università, motore di crescita sociale.
La sua produzione letteraria è sterminata e così pure i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti.
È stato autore di oltre 50 pubblicazioni in volume e in rivista, tra cui Il grido e l’ultragrido (Mondadori), Il viaggio ungarettiano nel tempo e nello spazio (Grenzi), Invito alla lettura di Marinetti (Mursia), L’urlo e lo stupore (Le Monnier).
Tantissime le attestazioni di merito che ha ricevuto, tra cui il Premio speciale della Giuria per la Critica letteraria nel Concorso internazionale «Lago Gerundo» (2017), il Primo premio del Concorso internazionale di Poesia «Borgo di Alberona», il Premio «Adriatico per la Saggistica» (2019), il Premio «Salvatore Quasimodo» per la Saggistica (2019).
La città ha il dovere di custodire la memoria di Luigi Paglia, perché la sua eredità di pensiero e di poesia continui a illuminare Foggia.
Geppe Inserra

Author: Geppe Inserra

2 thoughts on “La scomparsa di Luigi Paglia: Foggia perde la sua luce di poesia

  1. Lo ricordo da giovane e mi sembra abbia fatto anche attività politica negli anni 70/80. riposi in pace. condoglianze sentite alla famiglia.

  2. Ringrazio anche a nome della famiglia Salvatore Il Grande, ma devo precisare che mio fratello Luigi non ha mai fatto attività politica.

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